Gaetano Pesce. Maestà sofferente
Gaetano Pesce, Maestà sofferente, Piazza Duomo, Milano
Dal 8 March 2021 al 8 March 2021
Ferrara
Luogo: Fiere e Congressi
Indirizzo: Via della Fiera 11
“Ferrara onora così la donna e la sua forza – afferma Vittorio Sgarbi –. Ed è la forza del suo gene- roso corpo di madre, con il monito a respingere ogni violenza che ne mortifica i diritti e l’intelligenza.”
Gaetano Pesce, celebre scultore, architetto e designer, ha voluto donare la sua Maestà sofferente alla città di Ferrara in occasione della giornata internazionale dei diritti della donna.
La scelta della data non è casuale dato il significato che si cela dietro l’immane opera d’arte: trattasi di una monumentale Up 5&6 (alta otto metri, larga dieci e lunga dodici), che rappresenta una metafora della condizione della donna. Ispirata alla volumetrie accoglienti della veneri paleolitiche, l’enorme poltrona dalle forme femminili è trafitta da 400 frecce e il suo poggiapiedi diventa una sfera a cui essa è incatenata, una sorta di zavorra dalla quale è impossibile liberarsi. Circondata da sei teste di belve feroci (cobra, tigre, iena, coccodrillo, leone e lupo), l’opera traduce in una forma d’arte il pregiudizio degli uomini nei confronti delle donne che vivono in una condizione di sofferenza, “quasi incarnando la crudeltà dell’uomo e i volti degli abusi che le donne subiscono quotidianamente”, spiega Vittorio Sgarbi.
L’opera, dopo la sua prima apparizione nel 2019 in Piazza Duomo a Milano, viene oggi donata a Ferrara. Come afferma lo stesso Pesce “Questa opera è una festa, anche se triste perché si ricorda che le donne sono vittime di violenza. Ma è meglio ricordarlo che negarlo”.
“E così – afferma Stefano Morelli, direttore artistico di Contemplazioni insieme a Giovanni Lettini e Sara Pallavicini – l'enorme corpo dalle forme voluttuose e dalle sembianze femminili, è costretta a una pesante palla metallica per impedirne la fuga, assediata da sei belve feroci, e trafitta da centina- ia di frecce simboli dei soprusi che tuttora, più della metà della popolazione mondiale, deve subire. Ma lei come quasi indifferente rimane altera nella sua Maestà, anche se sofferente.” La Maestà sofferente verrà quindi presentata l’8 marzo alle ore 13:00 nell'area verde interna della sede Fiere e Congressi di Ferrara. L'inaugurazione è su invito e vedrà la partecipazione del sindaco di Ferrara Alan Fabbri, del vicesindaco Nicola Lodi, degli assessori alla Cultura Marco Gulinelli e alla Pari Opportunità Dorota Kusiak, del presidente della Fondazione Ferrara Arte Vittorio Sgarbi, insieme al presidente del Teatro Comunale “Claudio Abbado” Michele Placido e al presidente di Fer- rara Musica Francesco Micheli.
L’impresa, voluta da Vittorio Sgarbi con la supervisione di Contemplazioni, che ha coordinato e di- retto le complicatissime operazioni di trasporto e montaggio, è stata realizzata per il Comune di Fer- rara grazie al supporto di Ferrara Arte.
Gaetano Pesce, celebre scultore, architetto e designer, ha voluto donare la sua Maestà sofferente alla città di Ferrara in occasione della giornata internazionale dei diritti della donna.
La scelta della data non è casuale dato il significato che si cela dietro l’immane opera d’arte: trattasi di una monumentale Up 5&6 (alta otto metri, larga dieci e lunga dodici), che rappresenta una metafora della condizione della donna. Ispirata alla volumetrie accoglienti della veneri paleolitiche, l’enorme poltrona dalle forme femminili è trafitta da 400 frecce e il suo poggiapiedi diventa una sfera a cui essa è incatenata, una sorta di zavorra dalla quale è impossibile liberarsi. Circondata da sei teste di belve feroci (cobra, tigre, iena, coccodrillo, leone e lupo), l’opera traduce in una forma d’arte il pregiudizio degli uomini nei confronti delle donne che vivono in una condizione di sofferenza, “quasi incarnando la crudeltà dell’uomo e i volti degli abusi che le donne subiscono quotidianamente”, spiega Vittorio Sgarbi.
L’opera, dopo la sua prima apparizione nel 2019 in Piazza Duomo a Milano, viene oggi donata a Ferrara. Come afferma lo stesso Pesce “Questa opera è una festa, anche se triste perché si ricorda che le donne sono vittime di violenza. Ma è meglio ricordarlo che negarlo”.
“E così – afferma Stefano Morelli, direttore artistico di Contemplazioni insieme a Giovanni Lettini e Sara Pallavicini – l'enorme corpo dalle forme voluttuose e dalle sembianze femminili, è costretta a una pesante palla metallica per impedirne la fuga, assediata da sei belve feroci, e trafitta da centina- ia di frecce simboli dei soprusi che tuttora, più della metà della popolazione mondiale, deve subire. Ma lei come quasi indifferente rimane altera nella sua Maestà, anche se sofferente.” La Maestà sofferente verrà quindi presentata l’8 marzo alle ore 13:00 nell'area verde interna della sede Fiere e Congressi di Ferrara. L'inaugurazione è su invito e vedrà la partecipazione del sindaco di Ferrara Alan Fabbri, del vicesindaco Nicola Lodi, degli assessori alla Cultura Marco Gulinelli e alla Pari Opportunità Dorota Kusiak, del presidente della Fondazione Ferrara Arte Vittorio Sgarbi, insieme al presidente del Teatro Comunale “Claudio Abbado” Michele Placido e al presidente di Fer- rara Musica Francesco Micheli.
L’impresa, voluta da Vittorio Sgarbi con la supervisione di Contemplazioni, che ha coordinato e di- retto le complicatissime operazioni di trasporto e montaggio, è stata realizzata per il Comune di Fer- rara grazie al supporto di Ferrara Arte.
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