Here we are
Dal 23 Gennaio 2015 al 26 Gennaio 2015
Bologna
Luogo: MuseOrfeo Home Gallery
Indirizzo: via Orfeo 24
Curatori: Claudia Rivelli, Lavinia Laura Morisco, Gaia Zipoli, Carlotta Camarda, Chiara Marzola
MuseOrfeo è lieto di presentare “HERE WE ARE”, un’esposizione collettiva di opere di artisti visivi selezionati in base a qualità artistica, passione e stile: Veronica Bonini, Francesco Mangini, Luca Giovagnoli, Francesca Wurzburger, Saba Masoumian, Asia Giannelli, Filippo Bardazzi.
Il progetto nasce per iniziativa di un gruppo di curatrici con l’intento di condurre l’arte all’interno di un ambiente domestico, accogliente e raccolto, traslando il focus dell’attenzione del fruitore sul contrasto tra l’iperreale fotografico e l’onirico iconico, coadiuvato da diversi punti di vista.
Veronica Bonini ( Prato, 1987)
Virtuosa della fotografia per passione e per lavoro, per la prima volta a Bologna, l’artista espone alcuni dei suoi ritratti in primo piano, contrassegnati da uno stile e da un modus operandi coerente e pulito: la naturalezza e la privazione di sovrastrutture donano a ogni volto quella bellezza primordiale tanto agognata dai ritrattisti.
Francesco Mangini (Bari, 1987)
Ispirato alla Street Art e all’Astrattismo, l’artista pugliese unisce la potenza semantica degli oggetti all’anonimia delle sagome. Le sue realizzazioni sono opere-specchio, tratti d’infanzia rivivibili da chiunque nell’ottica di un voyeurismo bidirezionale: una sfida lanciata dall’io-artista all’io-fruitore e dal fruitore all’artista. La predilezione per l’utilizzo di materiali di riciclo(cartone, vetro) non è solo la scelta di perni di texture tangibili nell’arte dell’incisione, ma di una vera e propria poetica di vita: il ri-ciclo di una vita trascorsa che si rinnova.
Luca Giovagnoli (Rimini, 1963)
La pittura di Luca Giovagnoli è il segno di impronte della memoria, frammenti di scenari di vita ricomposti: pennellate audaci di sprazzi di quotidianità, passata e hic et nunc. Tematiche come l’adolescenza, la sensualità femminea e spettri di territori sono attraversate come in percorsi indelebili sulla tela.
Francesca Wurzburger (Napoli, 1989)
La pittrice immerge elementi figurativi essenziali in fondali astratti, sinuosi e compositi, che rilevano sotto una coltre di apparente fragilità, un animo raffinato e determinato.
Saba Masoumian (Teheran, 1982)
La sua arte svela una cura e un’attenzione meticolosa per i dettagli: niente è lasciato al caso. Nel suo “quaderno di schizzi” colori, incisioni e sfumature sono le due facce di una stessa medaglia: dietro soggetti estrapolati da un mondo fantastico, si nascondono poesia, ferite e cicatrici dolorose.
Asia Giannelli (Piombino, 1993)
Presenze-assenti senza identità e senza volto popolano le sue fotografie. Atmosfere astrali e oniriche accolgono soggetti che vagano in paesaggi senza identità alla ricerca di loro stessi.
Filippo Bordazzi (Prato, 1987)
“Se ne sono andati tutti” è il titolo della serie fotografica esposta per l’occasione. Le foto ritraggono scenari vuoti, desolati e un tempo abitati, ora luoghi di riflessione e libertà per l’artista, materializzati in questi scatti seducenti.
Il progetto nasce per iniziativa di un gruppo di curatrici con l’intento di condurre l’arte all’interno di un ambiente domestico, accogliente e raccolto, traslando il focus dell’attenzione del fruitore sul contrasto tra l’iperreale fotografico e l’onirico iconico, coadiuvato da diversi punti di vista.
Veronica Bonini ( Prato, 1987)
Virtuosa della fotografia per passione e per lavoro, per la prima volta a Bologna, l’artista espone alcuni dei suoi ritratti in primo piano, contrassegnati da uno stile e da un modus operandi coerente e pulito: la naturalezza e la privazione di sovrastrutture donano a ogni volto quella bellezza primordiale tanto agognata dai ritrattisti.
Francesco Mangini (Bari, 1987)
Ispirato alla Street Art e all’Astrattismo, l’artista pugliese unisce la potenza semantica degli oggetti all’anonimia delle sagome. Le sue realizzazioni sono opere-specchio, tratti d’infanzia rivivibili da chiunque nell’ottica di un voyeurismo bidirezionale: una sfida lanciata dall’io-artista all’io-fruitore e dal fruitore all’artista. La predilezione per l’utilizzo di materiali di riciclo(cartone, vetro) non è solo la scelta di perni di texture tangibili nell’arte dell’incisione, ma di una vera e propria poetica di vita: il ri-ciclo di una vita trascorsa che si rinnova.
Luca Giovagnoli (Rimini, 1963)
La pittura di Luca Giovagnoli è il segno di impronte della memoria, frammenti di scenari di vita ricomposti: pennellate audaci di sprazzi di quotidianità, passata e hic et nunc. Tematiche come l’adolescenza, la sensualità femminea e spettri di territori sono attraversate come in percorsi indelebili sulla tela.
Francesca Wurzburger (Napoli, 1989)
La pittrice immerge elementi figurativi essenziali in fondali astratti, sinuosi e compositi, che rilevano sotto una coltre di apparente fragilità, un animo raffinato e determinato.
Saba Masoumian (Teheran, 1982)
La sua arte svela una cura e un’attenzione meticolosa per i dettagli: niente è lasciato al caso. Nel suo “quaderno di schizzi” colori, incisioni e sfumature sono le due facce di una stessa medaglia: dietro soggetti estrapolati da un mondo fantastico, si nascondono poesia, ferite e cicatrici dolorose.
Asia Giannelli (Piombino, 1993)
Presenze-assenti senza identità e senza volto popolano le sue fotografie. Atmosfere astrali e oniriche accolgono soggetti che vagano in paesaggi senza identità alla ricerca di loro stessi.
Filippo Bordazzi (Prato, 1987)
“Se ne sono andati tutti” è il titolo della serie fotografica esposta per l’occasione. Le foto ritraggono scenari vuoti, desolati e un tempo abitati, ora luoghi di riflessione e libertà per l’artista, materializzati in questi scatti seducenti.
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