Kusterle. Il corpo eretico
Dal 18 Aprile 2015 al 09 Agosto 2015
Pordenone
Luogo: Galleria Harry Bertoia
Indirizzo: corso Vittorio Emanuele II, 60
Orari: mercoledì-sabato 15.30-19.30. Domenica 10-13 / 15.30-19.30
Curatori: Francesca Agostinelli, Angelo Bertani, Stefano Chiarandini
Enti promotori:
- Assessorato alla Cultura - Comune di Pordenone
- Associazione culturale “Venti d’Arte” di Udine
Costo del biglietto: Intero € 3, ridotto € 1
Telefono per informazioni: +39 0434 392916
E-Mail info: attivitaculturali@comune.pordenone.it
Sito ufficiale: http://www.comune.pordenone.it
Dal 18 aprile al 9 agosto, il Comune di Pordenone in collaborazione con l’Associazione culturale “Venti d’Arte” di Udine, propone alla Galleria Harry Bertoia, la prima antologica di Roberto Kusterle.
Roberto Kusterle è nato nel 1948 a Gorizia. Dagli anni Settanta lavora nel campo della arti visive, dedicandosi sia alla pittura sia alle installazioni. Dal 1988 inizia ad interessarsi alla fotografia, che è diventato il suo principale mezzo espressivo.
Più che un fotografo è un artista, capace di costruire immagini originali e surreali. Micronarrazioni che hanno come protagonista l’uomo e il suo corpo, risultato di una ricerca personale, di elaborazioni complesse, raffinate, spesso di violento impatto concettuale, che utilizzano materiali sottratti alla natura.
La scelta dei personaggi, l'ambientazione, le luci, la scenografia, il trucco: ogni dettaglio è curato meticolosamente dall'artista-regista con certosina pazienza e maestria.
L’immagine fissata dalla macchina è l'ultimo atto di un progetto e di una preparazione che possono durare mesi e talvolta anni: atto liberatorio di tutti gli altri momenti che lo hanno preceduto e punto di partenza per una nuova, lunga fase di elaborazione in camera oscura. Il risultato finale è sempre di forte impatto visivo; soggetto ed ambiente, con il loro carattere visionario, trasportano l'osservatore in altre dimensioni.
Collegando senza soluzione di continuità, entro la figura umana, altri ordini biologici, diversi ma non in contrasto, l’artista dà vita a figure archetipiche di una contemporaneità classica, in cui il tempo sembra essere sospeso. Immagini che condensano idea e sogno, fantasia e realtà, mondo umano ed animale, organico e inorganico, vita e materia, inconscio e ancestralità.
Attraversando la profondità del mistero che origina la vita, Kusterle coglie il senso di spiritualità che è dentro l’essere umano così come in ciascun elemento della natura.
“Trasporto nel mio lavoro – l’affermazione è dell’artista - le sensazioni percepite quando mi inoltro nei boschi o lungo il fiume. Probabilmente se abitassi in una grande città queste cose non le coglierei”.
“In qualche modo sono io il primo spettatore di me stesso e voglio continuare a mantenere questo desiderio di essere il primo a stupirsi delle tematiche trattate”.
La mostra si snoda nelle sale del primo e del secondo piano dello spazio espositivo e rispetta il procedere per cicli, che caratterizza dalle origini l’attività di ricerca dell’artista. Al primo piano il visitatore incontra le opere del ciclo Anacronos (2004-06) e, in successione, quelle di Mutazione silente (2007-08) e di Segni di pietra (2011-12). La parte centrale dello spazio espositivo è invece dedicata alle immagini dei Riti del corpo (1991-2014), ciclo che costituisce una sorta di contenitore tematico, dove l’autore ha riunito fotografie scattate in un largo lasso di tempo sul tema del corpo e della sua ibridazione. Al secondo piano trovano collocazione i cicli più recenti: Mutabiles Nymphae (2009-10), I segni della metembiosi (2012-13), Abissi e basse maree (2013) e L’abbraccio del bosco (2014). A completare il percorso espositivo, una sala è dedicata ai video d’arte realizzati da Roberto Kusterle e Ferruccio Goia (2008-09).
Le scelte curatoriali ed espositive si sono orientate su un percorso non impositivo, ma aperto a itinerari d’interesse, alla suggestione dell’incontro, all’emozione; vi è una sorta di rappresentazione teatrale per immagini che, a dispetto di ogni idea purista riguardo alla verosimiglianza della fotografia, pone al riguardo interrogativi circa il rapporto tra realtà e finzione, storia e mito, natura e artificio, tra presente e passato, il tempo e la contingenza del vivere. Per il visitatore, inoltre, sarà come entrare nel corpo vivo della fotografia come arte (attualissima) della metamorfosi, della contaminazione dei linguaggi, della varietà dei rimandi iconici, dell’esigenza di profondità da contrapporre all’incombente superficialità pervasiva che circonda l’uomo contemporaneo.
L’evento è patrocinato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dalla Provincia di Pordenone, dall’Università degli Studi di Udine e dall’Accademia di Belle Arti di Venezia. Gode del sostegno di Fiuladria Crédit Agricole e di Coop Consumatori Nordest.
Roberto Kusterle è nato nel 1948 a Gorizia. Dagli anni Settanta lavora nel campo della arti visive, dedicandosi sia alla pittura sia alle installazioni. Dal 1988 inizia ad interessarsi alla fotografia, che è diventato il suo principale mezzo espressivo.
Più che un fotografo è un artista, capace di costruire immagini originali e surreali. Micronarrazioni che hanno come protagonista l’uomo e il suo corpo, risultato di una ricerca personale, di elaborazioni complesse, raffinate, spesso di violento impatto concettuale, che utilizzano materiali sottratti alla natura.
La scelta dei personaggi, l'ambientazione, le luci, la scenografia, il trucco: ogni dettaglio è curato meticolosamente dall'artista-regista con certosina pazienza e maestria.
L’immagine fissata dalla macchina è l'ultimo atto di un progetto e di una preparazione che possono durare mesi e talvolta anni: atto liberatorio di tutti gli altri momenti che lo hanno preceduto e punto di partenza per una nuova, lunga fase di elaborazione in camera oscura. Il risultato finale è sempre di forte impatto visivo; soggetto ed ambiente, con il loro carattere visionario, trasportano l'osservatore in altre dimensioni.
Collegando senza soluzione di continuità, entro la figura umana, altri ordini biologici, diversi ma non in contrasto, l’artista dà vita a figure archetipiche di una contemporaneità classica, in cui il tempo sembra essere sospeso. Immagini che condensano idea e sogno, fantasia e realtà, mondo umano ed animale, organico e inorganico, vita e materia, inconscio e ancestralità.
Attraversando la profondità del mistero che origina la vita, Kusterle coglie il senso di spiritualità che è dentro l’essere umano così come in ciascun elemento della natura.
“Trasporto nel mio lavoro – l’affermazione è dell’artista - le sensazioni percepite quando mi inoltro nei boschi o lungo il fiume. Probabilmente se abitassi in una grande città queste cose non le coglierei”.
“In qualche modo sono io il primo spettatore di me stesso e voglio continuare a mantenere questo desiderio di essere il primo a stupirsi delle tematiche trattate”.
La mostra si snoda nelle sale del primo e del secondo piano dello spazio espositivo e rispetta il procedere per cicli, che caratterizza dalle origini l’attività di ricerca dell’artista. Al primo piano il visitatore incontra le opere del ciclo Anacronos (2004-06) e, in successione, quelle di Mutazione silente (2007-08) e di Segni di pietra (2011-12). La parte centrale dello spazio espositivo è invece dedicata alle immagini dei Riti del corpo (1991-2014), ciclo che costituisce una sorta di contenitore tematico, dove l’autore ha riunito fotografie scattate in un largo lasso di tempo sul tema del corpo e della sua ibridazione. Al secondo piano trovano collocazione i cicli più recenti: Mutabiles Nymphae (2009-10), I segni della metembiosi (2012-13), Abissi e basse maree (2013) e L’abbraccio del bosco (2014). A completare il percorso espositivo, una sala è dedicata ai video d’arte realizzati da Roberto Kusterle e Ferruccio Goia (2008-09).
Le scelte curatoriali ed espositive si sono orientate su un percorso non impositivo, ma aperto a itinerari d’interesse, alla suggestione dell’incontro, all’emozione; vi è una sorta di rappresentazione teatrale per immagini che, a dispetto di ogni idea purista riguardo alla verosimiglianza della fotografia, pone al riguardo interrogativi circa il rapporto tra realtà e finzione, storia e mito, natura e artificio, tra presente e passato, il tempo e la contingenza del vivere. Per il visitatore, inoltre, sarà come entrare nel corpo vivo della fotografia come arte (attualissima) della metamorfosi, della contaminazione dei linguaggi, della varietà dei rimandi iconici, dell’esigenza di profondità da contrapporre all’incombente superficialità pervasiva che circonda l’uomo contemporaneo.
L’evento è patrocinato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dalla Provincia di Pordenone, dall’Università degli Studi di Udine e dall’Accademia di Belle Arti di Venezia. Gode del sostegno di Fiuladria Crédit Agricole e di Coop Consumatori Nordest.
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