Brera rende omaggio a Giorgio Armani, il maestro che ha trasformato l’eleganza in arte
										
										 
										
										
																		
																									Giorgio Armani © Getty Images
															
							La redazione
23/09/2025
							Milano -  La Pinacoteca di Brera apre per la prima volta le sue sale a una mostra interamente dedicata a Giorgio Armani, celebrando i cinquant’anni di una carriera che ridefinisce il concetto stesso di eleganza italiana. Giorgio Armani: Milano, per amore, fino all'11 gennaio 2026 alla Pinacoteca, arriva a poche settimane dalla scomparsa dello stilista e diventa così un omaggio intenso, un tributo alla sua visione e alla sua eredità creativa. 
 
Chissà quante volte Giorgio Armani avrà passeggiato in queste stesse sale, lasciandosi ispirare dai capolavori della Pinacoteca, cercando tra le pieghe degli abiti dipinti da Raffaello e dai grandi maestri quelle armonie di forma e colore che segnano il suo stile. Brera è il suo quartiere: qui sceglie di vivere e lavorare, attratto da un’anima colta e vitale, capace di unire eleganza e libertà artistica. Nel 1993 l’Accademia di Belle Arti gli conferisce un titolo accademico, riconoscendo la coerenza di una ricerca che fonde rigore e invenzione.

Photo credit © Agnese Bedini © Melania Dalle Grave © dsl studio
 
Era nato Piacenza nel 1934, ma i primi passi li muove come vetrinista alla Rinascente di Milano, per poi approdare da Nino Cerruti come designer. Nel 1975 fonda con Sergio Galeotti la maison che porta il suo nome, destinata a rivoluzionare la moda internazionale. Le giacche destrutturate, le palette neutre, i tagli fluidi e la capacità di unire comfort e raffinatezza conquistano Hollywood, il jet set e un pubblico globale, imponendolo come uno degli stilisti più influenti del nostro tempo. Il suo nome diventa sinonimo di un’eleganza senza tempo, capace di dialogare con arte, architettura e design.
 
La mostra riunisce oltre 120 creazioni provenienti da Armani/Archivio, allestite in dialogo con i capolavori che raccontano l’arte italiana dal Medioevo all’Ottocento. Gli abiti, sospesi su manichini quasi invisibili, si intrecciano con dipinti e sculture, trasformando le sale del museo in un percorso immersivo dove moda e pittura si riflettono a vicenda. Tagli essenziali, decorazioni misurate, texture e ricami rivelano un’estetica capace di trasformare la sobrietà in lusso contemporaneo.
 
 
 
Photo credit © Agnese Bedini © Melania Dalle Grave © dsl studio
 
 
“Giorgio Armani è stato una delle espressioni più alte della creatività italiana – un rigore estetico che è diventato etico, permeando il suo modo di vivere e di lavorare – e rappresenta al massimo grado il carattere di Milano”, afferma Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca. In queste parole si ritrova la forza di un artista che incarna l’anima della sua città, equilibrio perfetto tra disciplina e libertà, misura e immaginazione.
 
Oggi, tra i dipinti di Piero della Francesca e le statue neoclassiche, le creazioni di Armani non appaiono come semplici abiti, ma come frammenti di una storia che continua a parlare al presente. La moda entra a pieno titolo nel tempio dell’arte, restituendo l’immagine di un maestro che trasforma il tessuto in poesia visiva e che, anche dopo la sua scomparsa, continua a dettare le linee di un’eleganza senza tempo.
 
 
Leggi anche:
Giorgio Armani privé 2005-2025
						
					Chissà quante volte Giorgio Armani avrà passeggiato in queste stesse sale, lasciandosi ispirare dai capolavori della Pinacoteca, cercando tra le pieghe degli abiti dipinti da Raffaello e dai grandi maestri quelle armonie di forma e colore che segnano il suo stile. Brera è il suo quartiere: qui sceglie di vivere e lavorare, attratto da un’anima colta e vitale, capace di unire eleganza e libertà artistica. Nel 1993 l’Accademia di Belle Arti gli conferisce un titolo accademico, riconoscendo la coerenza di una ricerca che fonde rigore e invenzione.

Photo credit © Agnese Bedini © Melania Dalle Grave © dsl studio
Era nato Piacenza nel 1934, ma i primi passi li muove come vetrinista alla Rinascente di Milano, per poi approdare da Nino Cerruti come designer. Nel 1975 fonda con Sergio Galeotti la maison che porta il suo nome, destinata a rivoluzionare la moda internazionale. Le giacche destrutturate, le palette neutre, i tagli fluidi e la capacità di unire comfort e raffinatezza conquistano Hollywood, il jet set e un pubblico globale, imponendolo come uno degli stilisti più influenti del nostro tempo. Il suo nome diventa sinonimo di un’eleganza senza tempo, capace di dialogare con arte, architettura e design.
La mostra riunisce oltre 120 creazioni provenienti da Armani/Archivio, allestite in dialogo con i capolavori che raccontano l’arte italiana dal Medioevo all’Ottocento. Gli abiti, sospesi su manichini quasi invisibili, si intrecciano con dipinti e sculture, trasformando le sale del museo in un percorso immersivo dove moda e pittura si riflettono a vicenda. Tagli essenziali, decorazioni misurate, texture e ricami rivelano un’estetica capace di trasformare la sobrietà in lusso contemporaneo.

Photo credit © Agnese Bedini © Melania Dalle Grave © dsl studio
“Giorgio Armani è stato una delle espressioni più alte della creatività italiana – un rigore estetico che è diventato etico, permeando il suo modo di vivere e di lavorare – e rappresenta al massimo grado il carattere di Milano”, afferma Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca. In queste parole si ritrova la forza di un artista che incarna l’anima della sua città, equilibrio perfetto tra disciplina e libertà, misura e immaginazione.
Oggi, tra i dipinti di Piero della Francesca e le statue neoclassiche, le creazioni di Armani non appaiono come semplici abiti, ma come frammenti di una storia che continua a parlare al presente. La moda entra a pieno titolo nel tempio dell’arte, restituendo l’immagine di un maestro che trasforma il tessuto in poesia visiva e che, anche dopo la sua scomparsa, continua a dettare le linee di un’eleganza senza tempo.
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