Giovanni Lattanzi. Scatti e Scritti
Dal 18 Novembre 2012 al 27 Gennaio 2013
Teramo
Luogo: Fondazione Malvina Menegaz
Indirizzo: via XXIV Maggio 28 - Castelbasso
Orari: sabato e domenica 10-13/ 15.30-19.30; 26 dicembre e 1 gennaio 15.30-19.30
Curatori: Giuseppe Di Melchiorre, Marina De Carolis
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0861 508000
E-Mail info: info@fondazionemenegaz.it
Sito ufficiale: http://www.fondazionemenegaz.it
"Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".
(Cesare Pavese, La luna e i falò, Einaudi, 2010)
“A quei tempi là, a noi bambini i pantaloni ci se ne calavano per il peso delle troppe pezze che vi erano cucite, una sopra all’altra”. Così un anziano castelbassese ricordava i tempi in cui la povertà, a Castelbasso e non solo, era una condizione normale per i più, e a nessuno di essi, pertanto, poteva venire in mente di fotografare, pur se avesse potuto, l’ordinario di un mondo dal quale, appena possibile, si fuggiva. Poi, però, c’era chi tornava dalla città e portava con sé la “macchinetta”, ma fotografava solo i famigliari o gli amici, non dando alcuna importanza al contesto, che tuttavia è riconoscibile nelle tracce lasciate ai lati del singolo o del gruppo ritratti, o nello sfondo laggiù, lontano. Quei tempi, questo borgo e il territorio la Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture vuole ricordare, senza nostalgia per la vita avara che li ha segnati, ma con affetto per le persone che l’hanno dignitosamente vissuta e che sono ricordate, le poche per tutti, negli “scatti” ristampati, ma non modificati per conservarvi l’impronta del tempo, ed esposti, quasi in un’amorevole custodia, nelle teche, al centro delle sale. Vicina alle pareti di queste e posta sul pavimento, corre, invece, una linea del tempo costruita con “scritti” desunti da documenti storici, che unisce quegli scatti ad altri eseguiti nei nostri giorni. Non una linea che separa il passato dal presente, dunque, ma un elemento che li congiunge perché quei dati storici, quasi fotografie scritte di momenti di vita che si intravedono attraverso le parole, precedono gli scatti nelle teche e quelli appesi alle pareti, accomunandoli in una ascendenza che si trasfonde dai secoli addietro fino ad oggi. Così le persone del borgo e del territorio, quelle di ieri e quelle di oggi, si riconoscono nel loro comune passato e, procedendo da quello, raccontano la trama di una piccola storia che si è dipanata nel tempo e che oggi continua negli sguardi, nei sorrisi e nei gesti che compongono la quotidianità di Castelbasso e dintorni, magistralmente colta dagli scatti di Giovanni Lattanzi.
Giovanni Lattanzi, classe 1964, è un professionista abruzzese che opera dal 1989 nei settori dell'editoria, della comunicazione e della divulgazione, sia come fotografo che come autore. Lavora di preferenza in Italia, ma ha effettuato numerosi reportage all'estero e in particolare nei paesi del Medio Oriente. Dal 1993 al 1998 ha lavorato per National Geographic Magazine come assistente dei fotografi impegnati in assignments in Italia. E’ stato fondatore e direttore responsabile delle riviste online inAbruzzo.it, la prima rivista culturale abruzzese su internet e Antika.it, dedicata al mondo dell’archeologia. Dal 1992 opera come fotografo e inviato per la rivista italiana ARCHEO. Ha creato e gestisce l’Archivio Fotografico d’Abruzzo, la più completa raccolta di immagini sull’Abruzzo. Gestisce il sito ArchArt.it (banca di immagini on-line dedicata all’archeologia e all’arte) e il sito foto.inAbruzzo.it(banca di immagini on-line dedicata all’Abruzzo). Dal 2000 al 2010 è stato fotografo e autore di testi per la casa editrice CARSA. Per la casa editrice Erma di Bretschneider (ROMA) cura la ricerca iconografica e la realizzazione delle immagini di volumi illustrati (a carattere storico e archeologico) editi, tra gli altri, anche per il British Museum (Londra) e la Getty Foundation (USA) Dal 1996 e’ contributing editor e fotografo per l’Italia della rivista Archaeology magazine (USA), organo ufficiale di AIA (American Institute of Archaeology). Dal 2004 è corrispondente dall’Italia. E’ titolare del network di siti internet per l’editoria online EDOL.
Collabora con numerosi periodici italiani e stranieri.
(Cesare Pavese, La luna e i falò, Einaudi, 2010)
“A quei tempi là, a noi bambini i pantaloni ci se ne calavano per il peso delle troppe pezze che vi erano cucite, una sopra all’altra”. Così un anziano castelbassese ricordava i tempi in cui la povertà, a Castelbasso e non solo, era una condizione normale per i più, e a nessuno di essi, pertanto, poteva venire in mente di fotografare, pur se avesse potuto, l’ordinario di un mondo dal quale, appena possibile, si fuggiva. Poi, però, c’era chi tornava dalla città e portava con sé la “macchinetta”, ma fotografava solo i famigliari o gli amici, non dando alcuna importanza al contesto, che tuttavia è riconoscibile nelle tracce lasciate ai lati del singolo o del gruppo ritratti, o nello sfondo laggiù, lontano. Quei tempi, questo borgo e il territorio la Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture vuole ricordare, senza nostalgia per la vita avara che li ha segnati, ma con affetto per le persone che l’hanno dignitosamente vissuta e che sono ricordate, le poche per tutti, negli “scatti” ristampati, ma non modificati per conservarvi l’impronta del tempo, ed esposti, quasi in un’amorevole custodia, nelle teche, al centro delle sale. Vicina alle pareti di queste e posta sul pavimento, corre, invece, una linea del tempo costruita con “scritti” desunti da documenti storici, che unisce quegli scatti ad altri eseguiti nei nostri giorni. Non una linea che separa il passato dal presente, dunque, ma un elemento che li congiunge perché quei dati storici, quasi fotografie scritte di momenti di vita che si intravedono attraverso le parole, precedono gli scatti nelle teche e quelli appesi alle pareti, accomunandoli in una ascendenza che si trasfonde dai secoli addietro fino ad oggi. Così le persone del borgo e del territorio, quelle di ieri e quelle di oggi, si riconoscono nel loro comune passato e, procedendo da quello, raccontano la trama di una piccola storia che si è dipanata nel tempo e che oggi continua negli sguardi, nei sorrisi e nei gesti che compongono la quotidianità di Castelbasso e dintorni, magistralmente colta dagli scatti di Giovanni Lattanzi.
Giovanni Lattanzi, classe 1964, è un professionista abruzzese che opera dal 1989 nei settori dell'editoria, della comunicazione e della divulgazione, sia come fotografo che come autore. Lavora di preferenza in Italia, ma ha effettuato numerosi reportage all'estero e in particolare nei paesi del Medio Oriente. Dal 1993 al 1998 ha lavorato per National Geographic Magazine come assistente dei fotografi impegnati in assignments in Italia. E’ stato fondatore e direttore responsabile delle riviste online inAbruzzo.it, la prima rivista culturale abruzzese su internet e Antika.it, dedicata al mondo dell’archeologia. Dal 1992 opera come fotografo e inviato per la rivista italiana ARCHEO. Ha creato e gestisce l’Archivio Fotografico d’Abruzzo, la più completa raccolta di immagini sull’Abruzzo. Gestisce il sito ArchArt.it (banca di immagini on-line dedicata all’archeologia e all’arte) e il sito foto.inAbruzzo.it(banca di immagini on-line dedicata all’Abruzzo). Dal 2000 al 2010 è stato fotografo e autore di testi per la casa editrice CARSA. Per la casa editrice Erma di Bretschneider (ROMA) cura la ricerca iconografica e la realizzazione delle immagini di volumi illustrati (a carattere storico e archeologico) editi, tra gli altri, anche per il British Museum (Londra) e la Getty Foundation (USA) Dal 1996 e’ contributing editor e fotografo per l’Italia della rivista Archaeology magazine (USA), organo ufficiale di AIA (American Institute of Archaeology). Dal 2004 è corrispondente dall’Italia. E’ titolare del network di siti internet per l’editoria online EDOL.
Collabora con numerosi periodici italiani e stranieri.
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