Al cinema il 13 e il 14 marzo

"Hitler contro Picasso e gli altri". Un documentario racconta l'ossessione nazista per l'arte

Ernst Ludwig Kirchner, Due nudi sul letto, 1907-1908, Kunstmuseum Bern | Courtesy of Nexo Digital | Kirchner fu pesantemente colpito dalla censura nazista, che sequestrò dai musei centinaia delle sue opere, molte delle quali furono dapprima mostrate nell'esposizione diffamatoria dell’Arte Degenerata del 1937 e poi distrutte
 

Samantha De Martin

25/01/2018

Mondo - Tra i miracoli dell’arte c’è anche la capacità di accorrere in soccorso della storia, ricordando e rimuovendo con generoso slancio la damnatio memoriae di quegli illustri pennelli recisi, per fortuna non per sempre, dalla furia distruttiva dell’ideologia nazista.

A ottant’anni di distanza dalla Grande Esposizione di Arte Germanica, con la quale il nazismo esaltava la “pura arte ariana” in concomitanza con la grande esposizione pubblica di Monaco che scherniva, dietro dura condanna, la cosiddetta “arte degenerata”, Nexo Digital sfodera il primo trailer ufficiale del documentario-evento "Hitler contro Picasso e gli altri. L’ossessione nazista per l’arte". Il 13 e il 14 marzo il docu-film diretto da Claudio Poli - prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital e distribuito nell’ambito del progetto della Grande Arte al Cinema con i media partner Radio DEEJAY, Sky Arte HD, MYmovies.it e ARTE.it - sarà in anteprima mondiale nei cinema italiani, e a seguire sugli schermi di 50 Paesi, per raccontare, grazie alla partecipazione straordinaria di Toni Servillo, il drammatico saccheggio di arte antica e moderna perpetrato da Hitler in tutta Europa.



Da Parigi a New York, passando per l’Olanda e la Germania, il pubblico compirà un viaggio, tra testimonianze e storie che prendono vita a partire dalle quattro grandi esposizioni che in questi ultimi mesi hanno fatto il punto sull’arte trafugata, ma anche attraverso i protagonisti di quegli anni, tra restituzioni e preziosi materiali d’archivio.

Sarebbero state oltre 16mila le opere sequestrate nei musei tedeschi, ben 5 milioni quelle in tutta Europa, sottratte dalle case di collezionisti ed ebrei e destinati a occupare gli spazi di quello che il Fuhrer immaginava come il Louvre di Linz, rimasto poi solo sulla carta.

Da Max Beckmann a Paul Klee, da Oskar Kokoschka a Marc Chagall ed El Lissitzky, furono diversi gli artisti all’indice e al centro della mostra sulla cosiddetta “arte degenerata” - termine che nel contesto della Germania nazista alludeva a quelle forme d'arte che riflettevano valori o estetiche contrarie al regime - portata in tour in una dozzina di città tra Austria e Germania e visitata da circa 3 milioni di persone.

Sarà la voce di Servillo, accompagnata dall colonna sonora firmata da Remo Anzovino, a raccontare alcune di quelle infinite storie, a partire da 21 rue La Boétie, la mostra parigina nata per esporre parte della collezione recuperata di Paul Rosenberg, uno dei più grandi collezionisti e mercanti d'arte di inizio Novecento, con quadri da Picasso a Matisse.
Il documentario invita poi lo spettatore a Looted Art, la mostra di Deventer, in Olanda, che espone i quadri provenienti dai depositi statali olandesi e dalle collezioni razziate dai nazisti, o ancora ad esplorare Dossier Gurlitt, la doppia esposizione di Berna e Bonn che, per la prima volta, espone il tesoretto segreto di Cornelius Gurlitt. Figlio di uno dei collezionisti e mercanti d'arte che collaborarono coi nazisti, il custode tedesco del cosiddetto “tesoro nazi” nel 2010 fu fermato per caso dalla polizia doganale su un treno per Monaco. Tra le tele della collezione trafugata vi erano capolavori di Chagall, Monet, Picasso e Matisse.
 FOTO: Hitler contro Picasso e gli altri. L'ossessione dei nazisti per l'arte
Tra le storie affidate al grande schermo ci sarà anche quella di Simon Goodman, che frugando in scatoloni pieni di vecchie carte e documenti, ha scoperto la storia della sua famiglia e della sua magnifica collezione d'arte - con capolavori di Degas, Renoir, Botticelli - che era in parte finita nelle mani di Hitler e di Goering.

Non mancheranno poi le testimonianze di Edgar Feuchtwanger - che nel 1929 fu il vicino di casa di Hitler, qualche anno prima che suo padre fosse deportato a Dachau - e di Tom Selldorff - riuscito a riappropriarsi di quattordici opere appartenute alla sua famiglia, alla quale furono sottratte negli anni Trenta.
Accanto alle storie dei protagonisti, sarà dato ampio spazio ai contributi di storici dell’arte, giornalisti ed esperti, dallo scrittore Pierre Assouline allo storico Jean-Marc Dreyfus, da Meike Hoffmann, esperta di arte degenerata e della vicenda Gurlitt, a Markus Krischer, giornalista di Focus che ha seguito l'inchiesta su Cornelius Gurlitt, da Agnieszka Lulińska, storica dell'arte e co-curatrice della mostra su Gurlitt a Bonn, a Elizabeth Royer, gallerista parigina, esperta di restituzioni.

“Com’è possibile essere indifferenti agli altri uomini. La pittura non è fatta per decorare appartamenti. È uno strumento di guerra offensivo e difensivo contro il nemico” scriveva Picasso. Un’affermazione che, a distanza di anni, risulta più che mai attuale.


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