Gustavo Boldrini - Pittore Veneziano
Dal 16 Settembre 2017 al 30 Settembre 2017
Padova
Luogo: Galleria La Teca
Indirizzo: corso Umberto I, 56
Orari: da mercoledì a sabato 10,30-12,30 / 16,30-19,30
Curatori: Fausto Tonello, Angelo Rinaldi, Maria Palladino
Enti promotori:
- Galleria La Teca
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 3474670115
E-Mail info: info@gallerialateca.com
Sito ufficiale: http://www.galerialateca.com
Sabato 16 settembre alle ore 18,00, presso la Galleria La Teca di Padova, Corso Umberto I 56, inaugurerà la mostra retrospettiva “Gustavo Boldrini, pittore veneziano”.
In ricordo del grande artista veneziano, nel trentennale della sua scomparsa, lo staff della Galleria La Teca di Padova espone cinquanta opere di collezione privata, per rinnovarne la memoria e rivivificarne l’apprezzamento da parte degli estimatori e per diffonderne la conoscenza presso i collezionisti e gli amanti dell’arte, affinché una importante personalità della pittura del ‘900 venga riscoperta e rivalutata nella sua autentica significanza culturale e storica.
La pittura di Boldrini, dopo le prime prove di matrice astrattista, si evolve espressionisticamente fino a mediare le varie influenze dovute al contatto con diverse realtà e correnti per approdare poi ad una sintesi formale ai limiti del figurativismo, ad una sorta di scomposizione bidimensionale del reale che trae spunto dal Cubismo come da un desiderio di ritorno ad un primitivismo di stampo bizantino e bretone, che da vita a un linguaggio e a uno stile proprio e massimamente riconoscibile. Suoi temi e motivi quelli della quotidianità: nature morte, paesaggi e la celebre e iconica, misteriosa e arcana “donna di Boldrini”.
Senza mai prescindere da una visione prettamente umanitaria ed esistenzialista dei suoi soggetti. Il soggiorno a Milano dal’55 accende di cupi bagliori e concrezioni materiche la superficie dell’opera, i grattacieli della moderna società industrializzata si stagliano ad opprimere spaurite figurine umane in primo piano.
La sintetizzazione in campiture cromatiche modulari vede negli anni '70 l'introduzione nelle sue composizioni di un ulteriore elemento, lo “specchio magico”: struttura narrativa in cui inserisce oggetti d'uso comune, figure e schematici paesaggi, talora arricchiti da inserti a collage.
GUSTAVO BOLDRINI (Gustavo Boldrin, Venezia 1927 – Salsomaggiore 1987)
Si forma presso l'Istituto d'Arte e poi presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia: fra i suoi maestri ed estimatori Felice Carena, Aldo Bergamini, Virgilio Guidi e Bruno Saetti. Di questi gli ultimi due lo introdurranno nel contesto esclusivo di Palazzo Carminati, luogo di vita e di studio per i giovani talenti. Negli stessi anni stringe amicizia con Bepi Longo e Giovanni Pontini, ma anche con Raoul Schultz, Angelo Caramel, Bruno Colussi, Girolamo De Stefani. Evidente nelle prime opere la corrispondenza intellettuale con Carlo Hollesch. Dal '47 iniziano i suoi viaggi in Europa, alla scoperta e alla ricerca di un confronto con i grandi maestri: dapprima in Germania, dove entra a contatto con la pittura del “Bauhaus” e della “Brucke”, del “Blaue Reiter” e scopre una particolare affinità con l'opera di Oskar Kokoschka. Partecipa a premi ed esposizioni all'estero e dal '51 espone presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, in sei collettive e quattro personali, e con essa continuerà a mantenere i contatti nel corso degli anni. Nel '53 visita l'Olanda e assimila suggestioni dalla pittura di Van Gogh, destinato a lasciare un segno permanente in tutta la sua produzione. Espone nel '54 a San Vidal, di nuovo a Venezia. Al '55 si fa risalire il primo soggiorno parigino: espone fra l'altro al IV Salon de Jeune Peinture alla Galleria d'Arte Moderna, scopre i colori dei fauves, Soutine, Utrillo e Rouault. Vi tornerà nel ‘56/’57, a seguito di una borsa di studio del Governo Francese e successivamente a più riprese. E' in ambito parigino che cambia la firma in “Guy Boldrini”. Nello stesso 1955 è presente alla VII Quadriennale di Roma, l'anno successivo è invitato alla XXVIII Biennale di Venezia, dove si consacra come uno dei più interessanti giovani artisti italiani. Si trasferisce nel '55 a Milano, dove il contatto con la luce e i volumi del paesaggio metropolitano conferiscono nuova sintesi spaziale alla sua pittura. Fra i premi la segnalazione al Premio San Vidal negli anni ’60, il Premio “Il Sigillo” dell’U.N.E.S.C.O. nel’75 e nello stesso anno quello per il “Giubileo Queen Elizabeth” a Londra. Espone in personale, tra l’altro, a Cortina, in Canada, a Parigi, Trieste, Verona, Jesolo, Trento, Ravenna, Asiago, Asti, Lecco, Salsomaggiore Terme, Bassano, Parma, Vicenza. Sue opere si trovano alla Galleria d’Arte Moderna di Venezia, nell’Istituto di Storia dell’Arte del Museo Nazionale di Pisa, nel Museo Nazionale di Trieste e in numerose collezioni private italiane, americane, francesi, tedesche, svizzere, olandesi e inglesi. Negli ultimi anni si divide fra Milano, il Veneto e Salsomaggiore. La mostra resterà visitabile fino al 30 settembre.
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