Dal 1° aprile al 1° novembre ad Arezzo
La magia del Grand Tour in 3D
Musei Statali Arezzo |
Il Grand Tour e le origini del 3D
Francesca Grego
31/03/2017
Arezzo - È un viaggio nel tempo e nello spazio la mostra Il Grand Tour e le origini del 3D, in programma dal 1° aprile al 1° novembre presso la Basilica di San Francesco e il Museo Archeologico Gaio Cilnio Mecenate di Arezzo.
Preziose immagini stereoscopiche, antenate ottocentesche delle attuali tecnologie 3D, ci trasportano nel mondo di più di cent’anni fa, alla scoperta delle mete del leggendario tour che a partire dal XVIII secolo divenne parte integrante della formazione dei giovani rampolli delle più facoltose famiglie europee.
Versione aristocratica e culturalmente elevata del moderno Interrail, il Grand Tour toccava i luoghi nevralgici della storia dell’arte, con un’attenzione particolare al mondo antico. Tante dunque le mete italiane: da Roma alla Sicilia, passando per Napoli e Pompei, ma anche Firenze e Venezia, circonfuse da un magico alone di poesia che ispirò schiere artisti provenienti da tutta Europa.
Nella mostra aretina la scena si espande dalle Piramidi d’Egitto ai fiordi norvegesi, nella suggestiva narrazione di un mondo che non c’è più, dove Istanbul si chiamava Costantinopoli e la ghigliottina di Roma era in azione sulla pubblica piazza.
Ben 300 fotografie stereoscopiche costituiscono l’eccezionale documento di un’epoca, insieme a uno spettacolare cortometraggio che racconta l’esperienza del Tour dall’Europa al Nord Africa, fino al Medio Oriente, coniugando tecnologie antiche e contemporanee.
Arricchiscono il percorso esempi di attrezzature originali: speciali macchine fotografiche e visori, in versione professionale, da viaggio o da tavolo, testimonianza della popolarità di cui questa peculiare forma di souvenir godette fino al primo decennio del Novecento.
Due sezioni separate sono infine dedicate alla città di Arezzo, con gli importanti reperti romani e gli scavi dell’Anfiteatro, e alle scoperte archeologiche di Pompei, Ercolano e Pozzuoli, che tanto affascinarono i viaggiatori dell’Europa continentale.
Leggi anche:
- Raffaello. Il Principe delle Arti in 3D
- A Firenze il Rinascimento elettronico di Bill Viola
- A Roma un Gran Teatro Digitale per il Mausoleo di Augusto
- Roma: La Domus Aurea in 3D
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Versione aristocratica e culturalmente elevata del moderno Interrail, il Grand Tour toccava i luoghi nevralgici della storia dell’arte, con un’attenzione particolare al mondo antico. Tante dunque le mete italiane: da Roma alla Sicilia, passando per Napoli e Pompei, ma anche Firenze e Venezia, circonfuse da un magico alone di poesia che ispirò schiere artisti provenienti da tutta Europa.
Nella mostra aretina la scena si espande dalle Piramidi d’Egitto ai fiordi norvegesi, nella suggestiva narrazione di un mondo che non c’è più, dove Istanbul si chiamava Costantinopoli e la ghigliottina di Roma era in azione sulla pubblica piazza.
Ben 300 fotografie stereoscopiche costituiscono l’eccezionale documento di un’epoca, insieme a uno spettacolare cortometraggio che racconta l’esperienza del Tour dall’Europa al Nord Africa, fino al Medio Oriente, coniugando tecnologie antiche e contemporanee.
Arricchiscono il percorso esempi di attrezzature originali: speciali macchine fotografiche e visori, in versione professionale, da viaggio o da tavolo, testimonianza della popolarità di cui questa peculiare forma di souvenir godette fino al primo decennio del Novecento.
Due sezioni separate sono infine dedicate alla città di Arezzo, con gli importanti reperti romani e gli scavi dell’Anfiteatro, e alle scoperte archeologiche di Pompei, Ercolano e Pozzuoli, che tanto affascinarono i viaggiatori dell’Europa continentale.
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