Francesco Somaini presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma

 

29/08/2007

Alla fine degli anni Cinquanta la stagione informale in Italia ha la sua piena affermazione; Somaini si appresta a rappresentarne, in scultura, uno degli esiti più alti. Dal 1957 la sua ricerca estetica si allontana dall’astrattismo di matrice cubista e si concentra, infatti, sulla sperimentazione di materie e tecniche capaci di comunicare messaggi di forte valenza esistenzialista. Dapprima nei disegni, poi nei pochi dipinti e nei “graffiti” su tavola, l’artista puntualizza quello che sarà il suo linguaggio informale: una grammatica di segni potenti, dall’andamento deciso sia nelle linee che nelle torsioni concentriche, che si appresta a comporre, nel giro di pochissimi anni, una sintassi completa, autonoma, di grande rigore oltre che di notevole suggestione. La mostra che la Galleria Nazionale d’arte moderna dedica a Francesco Somaini, scomparso nel 2005, intende presentare questo momento nodale dello sviluppo informale della sua scultura, con opere che vanno dal 1957 al 1964. In questo periodo, infatti, l’artista esprime nel tormento delle masse plastiche metalliche – di ferro, di piombo, di bronzo – che rivelano la loro genesi magmatica, seppure bloccate da fresature e lucidature negli incavi, la lotta dello scultore con la materia, la sua volontà di piegarla ad espressione di un intelletto e di una spiritualità vigili quanto tenaci