Impianti di illuminazione di nuova generazione nei luoghi d’arte
Luce per l'arte, nuove sfide dell'illuminazione nei musei e nelle chiese
L'ala canoviana presso il Museo Correr di Venezia, Gli impianti di illuminazione sono stati realizzati dalla Rimani srl | Courtesy © Rimani
La redazione
03/07/2024
Carlo Albano è fermamente convinto che la corretta illuminazione delle opere d'arte di un museo faccia parte di quei fattori che contribuiscono a migliorare la qualità della vita dei suoi visitatori. Per il fondatore della Rimani, azienda torinese specializzata nel lighting design dei luoghi d’arte - musei, chiese o palazzi storici - “la giusta illuminazione di un’opera rende possibile una fruizione più completa e approfondita”.
Non è affatto indifferente se sia una scultura o un dipinto a dover essere illuminato. “C’è una bella differenza se bisogna illuminare a Venezia una scultura di Antonio Canova al Museo Correr o un dipinto di Tintoretto a Ca' Rezzonico. Nel primo caso non mi occuperò di avere delle rese cromatiche particolari perché le sculture sono realizzate in marmo bianco, nel secondo caso invece devo trovare i LED più adatti che riescano a riprodurre la luce del Sole per coprire la vasta gamma dei colori utilizzati dall’artista nel dipinto e valorizzarlo” afferma Albano.
Meno soluzioni standard e più su misura: è questa la direzione nella quale stanno andando i musei quando si tratta di progettare il nuovo impianto di illuminazione. E poi sicuramente la differenza la fanno le dimensioni. “Un conto è se devo illuminare la Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale a Venezia: in questo caso parliamo di una superficie di centinaia di metri quadri. O invece se parliamo delle vetrine del Museo Egizio di Torino: in questo caso il museo ha bisogno di oggetti illuminanti molto piccoli, che spariscano. La luce si deve vedere ma non il corpo illuminante. Il visitatore deve essere attirato dal manufatto artistico. Nel mio settore, dico sempre, il bello non esiste, esiste il tecnicamente idoneo all’applicazione.”
Interno della Chiesa dei Girolamini, Napoli
In quale direzione si sta specializzando la Rimani?
“Grazie al passaparola, ci arrivano numerose richieste da parte dei parroci. L’esperienza che abbiamo acquisito nel corso degli anni in ambito museale torna molto utile nei luoghi di culto: le chiese italiane sono praticamente dei musei. Fermo restando che c’è un aspetto distintivo molto importante: le chiese sono luoghi di culto vivi. E il parroco, che è il gestore della chiesa, non solo richiede una gestione semplice, ma anche un effetto diverso di illuminazione a seconda della funzione: per il giorno di Natale o di Pasqua, per i Vespri, per le messe della domenica. La semplificazione della gestione degli impianti è di fondamentale importanza. Sfruttando l’evoluzione elettronica del controllo della luce, si può rende più facile l’impiego dell'impianto e attivare attraverso pochi pulsanti soluzioni differenti.”
Il controllo dell’impianto può essere gestito da remoto?
“Ci sono due sistemi principali wireless disponibili sul mercato: Dali e Casambi. Entrambi si comandano da telefonino, tablet o PC. II sistema Dali ha bisogno di un impianto dedicato e dell’intervento di una particolare tipologia di tecnici abilitati e in grado di programmare l’accensione e lo spegnimento delle luci, ma hanno un costo che si aggira a 100/150 € all’ora. Mentre il sistema Casambi è estremamente più facile e può essere applicato agli impianti esistenti.”
Quali sono le sfide maggiori che dovete affrontare nella progettazione dell’illuminazione degli interni dei palazzi storici?
“In questi casi, avendo a disposizione tanti spazi di diversa tipologia, la sfida maggiore è di riuscire a ottenere un sistema di illuminazione che sia uniforme in tutte le sale, ma soprattutto adatto alle singole esigenze che ogni sala potrebbe avere. Un ambiente ad esempio potrebbe avere la necessità di ospitare delle mostre temporanee con un'illuminazione puntiforme, ma quello stesso spazio potrebbe all’occorrenza diventare una sala congressi. In questo caso necessiterebbe di un’illuminazione generalizzata su tutti i partecipanti alle riunioni e di una illuminazione più concentrata nella parte anteriore dove solitamente viene posizionato il banco dei relatori. Questa è un po’ la sfida: riuscire a realizzare un progetto flessibile con corpi illuminanti in grado di essere versatili”.
Nei progetti degli impianti di illuminazione quali sono gli ostacoli maggiori?
“Quando siamo all’interno di strutture storiche, le pareti e i soffitti diventano intoccabili perché presentano molto spesso delle decorazioni. In questo caso la sfida è di riuscire a trovare un sistema di aggancio che sia a parete, a terra o a soffitto e che permetta di istallare le strutture portanti a cui si collegano i corpi illuminanti.”
Interno del Museo Palazzo Davanzati, Firenze
In quale direzione sta andando il settore delle aziende che si occupano dell’illuminazione dei luoghi d’arte?
“Purtroppo il comparto si sta in gran parte focalizzando sull'aspetto estetico del corpo illuminante e non tanto sulla sua funzionalità. Noi invece stiamo andando dalla parte opposta: stiamo cercando di dare una maggiore funzionalità all’oggetto e di renderlo meno visibile possibile. Questo grazie al fatto che la tecnologia oggi disponibile, va verso la miniaturizzazione, cioè a rendere gli apparecchi sempre più piccoli e sempre più performanti nel senso che consumano energia proporzionalmente sempre molto meno. È uno degli aspetti fondamentali del risparmio energetico. Cerchiamo di essere un’azienda ecosostenibile.”
Vedi anche:
• FOTO - L'arte della luce: Luce per l'arte
Non è affatto indifferente se sia una scultura o un dipinto a dover essere illuminato. “C’è una bella differenza se bisogna illuminare a Venezia una scultura di Antonio Canova al Museo Correr o un dipinto di Tintoretto a Ca' Rezzonico. Nel primo caso non mi occuperò di avere delle rese cromatiche particolari perché le sculture sono realizzate in marmo bianco, nel secondo caso invece devo trovare i LED più adatti che riescano a riprodurre la luce del Sole per coprire la vasta gamma dei colori utilizzati dall’artista nel dipinto e valorizzarlo” afferma Albano.
Meno soluzioni standard e più su misura: è questa la direzione nella quale stanno andando i musei quando si tratta di progettare il nuovo impianto di illuminazione. E poi sicuramente la differenza la fanno le dimensioni. “Un conto è se devo illuminare la Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale a Venezia: in questo caso parliamo di una superficie di centinaia di metri quadri. O invece se parliamo delle vetrine del Museo Egizio di Torino: in questo caso il museo ha bisogno di oggetti illuminanti molto piccoli, che spariscano. La luce si deve vedere ma non il corpo illuminante. Il visitatore deve essere attirato dal manufatto artistico. Nel mio settore, dico sempre, il bello non esiste, esiste il tecnicamente idoneo all’applicazione.”
Interno della Chiesa dei Girolamini, Napoli
In quale direzione si sta specializzando la Rimani?
“Grazie al passaparola, ci arrivano numerose richieste da parte dei parroci. L’esperienza che abbiamo acquisito nel corso degli anni in ambito museale torna molto utile nei luoghi di culto: le chiese italiane sono praticamente dei musei. Fermo restando che c’è un aspetto distintivo molto importante: le chiese sono luoghi di culto vivi. E il parroco, che è il gestore della chiesa, non solo richiede una gestione semplice, ma anche un effetto diverso di illuminazione a seconda della funzione: per il giorno di Natale o di Pasqua, per i Vespri, per le messe della domenica. La semplificazione della gestione degli impianti è di fondamentale importanza. Sfruttando l’evoluzione elettronica del controllo della luce, si può rende più facile l’impiego dell'impianto e attivare attraverso pochi pulsanti soluzioni differenti.”
Il controllo dell’impianto può essere gestito da remoto?
“Ci sono due sistemi principali wireless disponibili sul mercato: Dali e Casambi. Entrambi si comandano da telefonino, tablet o PC. II sistema Dali ha bisogno di un impianto dedicato e dell’intervento di una particolare tipologia di tecnici abilitati e in grado di programmare l’accensione e lo spegnimento delle luci, ma hanno un costo che si aggira a 100/150 € all’ora. Mentre il sistema Casambi è estremamente più facile e può essere applicato agli impianti esistenti.”
Quali sono le sfide maggiori che dovete affrontare nella progettazione dell’illuminazione degli interni dei palazzi storici?
“In questi casi, avendo a disposizione tanti spazi di diversa tipologia, la sfida maggiore è di riuscire a ottenere un sistema di illuminazione che sia uniforme in tutte le sale, ma soprattutto adatto alle singole esigenze che ogni sala potrebbe avere. Un ambiente ad esempio potrebbe avere la necessità di ospitare delle mostre temporanee con un'illuminazione puntiforme, ma quello stesso spazio potrebbe all’occorrenza diventare una sala congressi. In questo caso necessiterebbe di un’illuminazione generalizzata su tutti i partecipanti alle riunioni e di una illuminazione più concentrata nella parte anteriore dove solitamente viene posizionato il banco dei relatori. Questa è un po’ la sfida: riuscire a realizzare un progetto flessibile con corpi illuminanti in grado di essere versatili”.
Nei progetti degli impianti di illuminazione quali sono gli ostacoli maggiori?
“Quando siamo all’interno di strutture storiche, le pareti e i soffitti diventano intoccabili perché presentano molto spesso delle decorazioni. In questo caso la sfida è di riuscire a trovare un sistema di aggancio che sia a parete, a terra o a soffitto e che permetta di istallare le strutture portanti a cui si collegano i corpi illuminanti.”
Interno del Museo Palazzo Davanzati, Firenze
In quale direzione sta andando il settore delle aziende che si occupano dell’illuminazione dei luoghi d’arte?
“Purtroppo il comparto si sta in gran parte focalizzando sull'aspetto estetico del corpo illuminante e non tanto sulla sua funzionalità. Noi invece stiamo andando dalla parte opposta: stiamo cercando di dare una maggiore funzionalità all’oggetto e di renderlo meno visibile possibile. Questo grazie al fatto che la tecnologia oggi disponibile, va verso la miniaturizzazione, cioè a rendere gli apparecchi sempre più piccoli e sempre più performanti nel senso che consumano energia proporzionalmente sempre molto meno. È uno degli aspetti fondamentali del risparmio energetico. Cerchiamo di essere un’azienda ecosostenibile.”
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