A Roma fino al 3 febbraio

Pellegrini di speranza grazie all'arte. Al Pantheon l’Oculus-Spei di Annalaura di Luggo

Oculus Spei, backstage | Courtesy Annalaura di Luggo
 

Samantha De Martin

03/12/2024

Roma - “Spes non confundit”. Intorno a questa dichiarazione con la quale papa Francesco apre la bolla papale del Giubileo del 2025, Annalaura di Luggo costruisce la sua nuova installazione in uno dei monumenti simbolo della capitale.
Dopo Collòculi alle Terme di Diocleziano - monumentale interpretazione scultorea dell’occhio umano, realizzata in alluminio riciclato, al cui interno era stata posta un’iride interattiva - l’artista napoletana che si muove prevalentemente tra ricerca multimediale, fotografia, video e regia, torna a Roma con Oculus-Spei, un’installazione multimediale interattiva con il patrocinio morale del Giubileo e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

La rappresentazione visiva del fascio di luce dell’Oculus del Pantheon diventa per Annalaura la chiave per aprire cinque Porte Sante ideali. Invitato a bussare concretamente a queste Porte, il pubblico è traghettato in un’altra dimensione, affiancato da persone con disabilità che, alla maniera di moderni “Virgilio”, illuminati e trasfigurati dalla luce, accendono uno “sguardo inedito” sulla bellezza interiore.
Inaugurata oggi, martedì 3 dicembre in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità nei Musei, l’iniziativa, che andrà avanti fino al 3 febbraio, è promossa da Pantheon e Castel Sant'Angelo - Direzione Musei nazionali della città di Roma con il coordinamento scientifico di Gabriella Musto e la curatela del teorico e storico dell’arte contemporanea Ivan D’Alberto.


Oculus Spei, backstage | Courtesy Annalaura di Luggo

L’artista invita i visitatori a compiere un percorso spirituale, e culturale al tempo stesso, attraverso la scoperta dei quattro angoli del mondo, simbolicamente rappresentati dalle quattro vele che caratterizzano il logo del Giubileo. Culmine di questo viaggio è la quinta porta, quella del Carcere di Rebibbia, che Papa Francesco ha scelto come Porta Santa aggiuntiva del Giubileo. Qui grazie a un sistema di telecamere gesture recognition in tempo reale, l’ospite è posto di fronte a se stesso all’interno di uno spazio trasformativo dove, ancora una volta, la luce attiva una riflessione profonda sulla nostra condizione di esseri umani.

E se, come ha dichiarato il pittore tedesco Gerhard Richter, “L’Arte è una forma di speranza”, il viaggio tra le Porte Sante cucito da Annalaura Di Luggo - che vuole essere anche una forma di resistenza ai progressivi processi di omologazione della società contemporanea sempre più stregata da luoghi comuni - diventa metafora di una spiritualità universale nel segno di un impegno per le pari dignità di tutti, nell’ottica di una solidarietà espressa attraverso il linguaggio dell’arte.

Così Oculus-Spei diventa una lente d’ingrandimento sul valore dell’arte concepita come “sguardo” critico dissolvente che con lucidità disvela le molteplici contraddizioni del reale. Ma l’installazione si fa sinonimo anche di “sguardo” rinnovato che può aprire la vista (interiore) a possibili orizzonti. Annalaura di Luggo ci induce ad analizzare analiticamente i temi trattati non negando mai la matrice cristiana del suo lavoro, con la consapevolezza che l’arte sia in grado di travalicare quel conformismo dilagante che seduce costantemente il presente.


Oculus Spei, backstage | Courtesy Annalaura di Luggo

Le cinque “porte” si fanno forme enigmatiche che seducono l’immaginario di chi le osserva. Assomigliano a totem arcaici che, una volta disvelate, offrono una rivelazione epifanica.
La “forza generatrice” dell’arte, che assurge davvero a strumento di speranza, si materializza sulla superficie del monolite, una sorta di deus ex machina pronto ad accompagnare l’uomo verso un percorso di conoscenza.

Dal 4 dicembre l’installazione sarà accessibile durante i consueti orari di visita del Pantheon, previo acquisto del biglietto di ingresso. Per informazioni: dms-rm.pantheon@cultura.gov.it e per prenotare la propria visita: www.museiitaliani.it/musei