Emilio Leofreddi DREAMS 2005

un tappeto come arte di emilio Leofreddi
 

03/10/2005

"La civiltà è sempre un fiore tenero e costantemente in pericolo. Battiamoci per darle luce, sole, vita "  Fosco Maraini

Il viaggio nello spazio, nel tempo e nell’io, sul binario fecondo dell’arte, sono il tema dominante dell'opera "DREAMS 2005 (diario di viaggio)"  dell’artista romano Emilio Leofreddi.
Un viaggio via terra, con il suo percorso e i suoi tempi, un evento che diviene un "work in progress" di  ricerca e di incontro. Un viaggio come opera d’arte, come opere d’arte. Un’idea che si fa materia e viene tessuta per diventare un luogo privilegiato: un tappeto.

Emilio Leofreddi è in partenza per l’India, il suo passaporto il talento, il suo progetto un’idea straordinaria: realizzare un diario di viaggio per immagini.  Le opere di "Dreams 2005", realizzate durante il soggiorno indiano,  saranno infatti trasformate in opere su tappeto.
Abbiamo incontrato questo artista viaggiatore, che con grazia e sensibilità ci  ha illustrato il suo progetto… convinti ed intenzionati per i prossimi mesi, a seguire i suoi sogni.

Da un viaggio parte l’idea per un progetto grande e strutturato…

E.L. “L'idea di "Dreams 2005 (diario di viaggio)", di un viaggio come opera d'arte, viene dall'esigenza di un viaggiatore impenitente d'incontro e di confronto con altre realtà e maturata dopo aver letto "Un indovino mi disse" di Terzani..."Dreams 2005" è un progetto che realizzerò durante il viaggio ed il soggiorno di 6 mesi in India come ricerca e come diario di viaggio per immagini....un viaggio con la sua progettazione la partenza la scoperta ed il ritorno, con le opere per un'esposizione, come completamento; la mostra che ne verrà fuori sarà una mostra nomade e leggera con le sue tende da viaggio ed i tappeti come letto”.  

Perché “Dreams”?
E.L. “Quante volte ci troviamo in viaggio e diciamo ‘sembra un sogno!’? "Dreams" perché le opere che realizzerò, durante il viaggio in India, su dei tappeti ‘volanti’, saranno come immagini oniriche, da sogno... ed il viaggio è un sogno lucido dove tutti i sensi però sono sempre vigili e ricettivi, che attiva le nostre percezioni i colori gli odori e ci permette di conoscere delle persone che forse non avremmo mai incontrato”.

Un viaggio via terra, dove assaporerai le distanze con tempi ed ritmi diversi , senza fagocitarle attraverso un aeroplano...
E.L. “Beh posso usare i miei tappeti ‘volanti’. Nel '77 feci il mio primo viaggio in India via terra, otto mesi andata e ritorno, con vari mezzi, anche sui mitici "Magic Bus". In un mondo sempre più veloce riuscire a trovare (ritrovare?) il proprio ritmo dettato non dalla velocità ma dal tempo creativo e dall'incontro con altre culture è la mia priorità in questo momento. Il viaggio è curiosità, ricerca della propria dimensione-ritmo in un mondo sempre più mordi e fuggi e disattento all'altro. Il viaggio è come un cavallo purosangue che devi cavalcare e domare con le sue accelerazioni, impennate”.

L’approccio ad un luogo, il viaggio, è nei tuoi occhi o è una sorpresa che si lascia incontrare?
E.L. “Penso che il viaggio sia sempre una grande sorpresa per quanto idealizzato o pianificato e, in un certo modo, riflette il tuo essere in quel preciso momento...a questo proposito vorrei citare Terzani: «Avevo salutato tutti ed ero già preso dalla solita gioia di mettermi in cammino. Adoro questo mescolarmi alla folla, questo diventare un viaggiatore qualsiasi, libero dal proprio ruolo, dall'immagine che uno ha di sé e che è a volte una gabbia stretta quanto il corpo»...”.

India e occidente, due realtà completamente differenti dove credi che troverai delle assonanze?
E.L. “Da sempre, sin dai tempi più remoti ci sono contaminazioni o assonanze tra Oriente ed Occidente. A maggior ragione oggi con parabole satelliti e voli low cost, vedi la musica Bangra Buddha Bar e l'hip hop indiano o Bollywood e nelle arti visive vedi i Buddha distrutti dai taliban con chiare influenze greche o le miniature Mogol....per il mio progetto cerco delle assonanze tra pubblicità e arte antica,tra pixel digitali e tappeti tibetani “.

Himalaya e Bollywood, paradiso ed inferno, aria e fuoco. Così dividerai il tuo viaggio…
E.L. "L'Himalaya evoca una dimensione mistica mentre Bollywood o Bombay  una lussuriosa, però lo studio per lavorare l'ho preso a Goa (Anjuna). Il progetto "Dreams 2005 (diario di viaggio)" si svilupperà durante tutto il viaggio attraverso l'India. La metafora di Himalaya e Bollywood è legata a due momenti principali di ogni viaggio: la disintossicazione dal quotidiano ed il tuffarsi nella nuova realtà, che sono complementari, sono ying e yang”.

Il tuo viaggio sarà un’esperienza che includerà incontri, discipline e tecniche diverse (foto, video, scritti, disegni e realizzazione di opere). Un viaggio nel viaggio…
E.L. “Ho sempre lavorato con media diversi per realizzare i miei progetti, e l'interazione tra varie discipline artistiche comporta anche un notevole equilibrio. In questo progetto però, i dipinti ed i tappeti, il video, il libro saranno complementari non necessariamente assemblati in mostra. Comunque sarà una bella esperienza con un bel gruppo di amici...”.
Il tempo in India è considerato come una struttura circolare, dal flusso incessante, un concetto che stride con la nostra concezione schizofrenica e spezzata…
E.L. "Diciamo che per un occidentale, all'inizio, può apparire sconcertante. Ci sono gli indiani in città che corrono sempre a suon di clacson per arrivare poco più in là,  e ci sono gli indiani che passano giorni interi in riva al Gange a meditare o solo a bagnarsi, ma è un ritmo che è un tutt'uno con la respirazione, con il battito del cuore...è il nostro ‘Dub’ ”.

Perché proprio il tappeto?
E.L. “Realizzerò i lavori su tappeti tibetani; i tibetani nomadi usavano i tappeti per sedersi per dormire per pregare: in questo senso i miei tappeti sono legati all'idea del viaggio. Ma ciò che mi affascina dei tappeti è la tradizione antichissima e la serialità da poster, la definizione dell'immagine data dalla quantità di nodi per centimetro quadrato come i nostri pixel digitali (300 dpi); questa è la mia ricerca su questo oggetto stupendo...e questa ricerca la sto portando avanti con una Ong tibetana. Il "Tibetan Children Village" di Dharamsala, che si occupa dell'educazione di bambini orfani o scappati recentemente dal Tibet, con più di 11.000 bambini in India, si auto-finanzia con la manifattura antica di arte tibetana, compresa quella della tessitura dei tappeti ”.

A cosa ti sei ispirato per la creazione di questi lavori?
E.L. “All'immaginario globalizzato dato dalla pubblicità, altro sogno, e dalla Mtv indiana”.

Tu sei l’artista e l’artefice, ma molte persone parteciperanno al tuo progetto…
E.L. “E' come una jazz band di amici dove ognuno realizza il suo assolo sul tema centrale, a proposito le musiche saranno di Tonj Acquaviva (Agricantus) che di oriente e contaminazioni se ne intende! Il video sarà girato con Paolo Brunatto, regista di road movie che ha vinto il "Premio Chatwin" nel 2002 ed il libro avrà i contributi di Raimondo Bultrini, inviato per l'estremo oriente de "La Repubblica", Pietro Roccasecca e Barbara Tosi, storici dell'arte. Ma gli artefici di tutto penso siano Santo Ficara, gallerista di Firenze, e Marina, mia moglie, che hanno sostenuto e creduto da subito al progetto”.

Cosa metterai in valigia?
E.L. “All'andata solo i viveri per 6 mesi (compresa musica e libri), al ritorno vedremo...”.

Sei emozionato?
E.L. “Certamente. Per la partenza e per la complessità del progetto, la tensione emotiva è alta,  però mi sento come un festival di fuochi d'artificio”.

Ciao Emilio…

Il blog di Emilio Leofreddi

* in sottofondo "AIRIS" musiche di Tonj Acquaviva