Barche. Mostra postuma di Ireneo Ravalico

Ireneo Ravalico, 3 barche vicine e tante lontane, 1990
Dal 14 Ottobre 2020 al 03 Novembre 2020
Trieste
Luogo: Sala Comunale d'Arte
Indirizzo: piazza Unità d'Italia 4
Orari: feriale e festivo: 10.00 - 13.00 e 17.00 - 20.00
Enti promotori:
- Comune di Trieste
Sito ufficiale: http://www.triestecultura.it
Si ripropone dopo cinque anni alla Sala comunale d’Arte di Trieste il pittore Ireneo Ravalico (1922-2014).
Mercoledì 14 ottobre, alle ore 10, nella Sala Comunale d'Arte di Piazza dell'Unità d'Italia 4, apre la sua mostra postuma dal titolo “Barche”.
In questa mostra, è privilegiato un tema caro al pittore, quello del mare e delle barche. Il mare permette al pittore una particolare articolazione dei colori marini. Esso regala il miracolo dei riflessi, rovescia e disarticola la visione del reale, consente di giocare con la variazione delle onde e delle luci, di rappresentare gli oggetti semisommersi e instabili come le boe, le corde e naturalmente le barche. Acqua stabile, calma. Nessuna sfida, ma una tranquilla accettazione della bellezza possente e contenuta del mare, della sua capacità di accogliere e generare la vita.
Le barche per questo pittore sono il corrispettivo delle sue nuvole per il cielo. Popolano non solo il mare ma anche la terra, le rive, le banchine e gli squeri, quando esse sono tirate in secco per venir restaurate o ridipinte dalla cura degli uomini. Sono oggetti vivi, anche se stanno immobili in mare, ormeggiate vicino ai moli o in rada. Molto raramente sono in movimento, come il rimorchiatore in navigazione. Non danno l’idea di essere strumenti di lavoro o di svago, ma soprattutto oggetti estetici che incarnano bellezza e libertà. Lo si vede quando il pittore le contempla e inquadra dal basso, con le chiglie sospese sugli invasi a riva, come fossero farfalle colorate che si sono improvvisamente posate e riprenderanno presto il volo sul mare e sotto il cielo. Intanto offrono al pittore le loro forme e i magici colori, come per un bambino che si incanta e si impossessa di aspetti del reale stupefacenti e ricchi della possibilità di evadere e di sognare. La componente poetica è un fatto per chiunque veda queste barche. Barche come belle donne, cui i pescatori danno per lo più i nomi dolci di chi li aspetta a casa o in porto. Quando sono ferme in mare le barche riacquistano finalmente il loro ambiente. Sono però prive di uomini che le guidino. Portano solo la cifra significante del pittore. Sono oggetti indipendenti che vivono di colori, di forme e di riflessi. Sono integrazioni del mare che gli danno la dimensione dello spazio e delle distanze. Ma restano oggetti affascinanti che fanno dimenticare la loro provenienza e funzione. Risonanze, evocazioni, pure funzioni estetiche. Le barche e le navi di Ireneo portano dentro, nascosto, il carico dei ricordi, i segni sottili di un modo di vedere e sentire la vita di un uomo.
La critica d'arte giornalistica in merito alla produzione di Ireneo – scrive Fabrizio Stefanini - ha più volte usato il termine metafisico. Giulio Montenero è il critico che ha letto più e meglio questa particolare prospettiva interpretativa. Se infatti è plausibile che alcuni tratti di poetica e di stile presentino delle affinità con la “scuola” metafisica, era il pittore stesso a non condividere questo riferimento. La sua pittura matura non è mai immediata, ma nasce filtrata da una mediazione intellettuale che riflette scelte di contenuto e di stile oltre che una personale visione della vita. Fin dagli inizi, infatti, il pittore si è ispirato al vero ma ha mostrato la tendenza a esprimere, è stato detto, l'essenza archetipica, i modelli universali della realtà fisica. In base a questo modo di pensare e di sentire, in molte opere l’immobilità formale e ordinata della realtà raffigurata dà l'impressione di collocarsi in uno spazio atemporale, appunto “metafisico”. Le cose reali sembrano risuonare e significare oltre la loro apparenza, oltre la quotidianità esperienziale: tendono a acquistare cioè un valore evocativo, quasi simbolico. L'armonia del mondo fisico nasconde e richiama ciò che lo precede e lo sostiene come un disegno ordinato e misterioso (per lui provvidenziale). Se ciò, in generale, può essere dell'arte intesa come interpretazione e trasfigurazione del reale, la sua pittura è più marcata di altre da questo realismo magico (un'altra formula che, più o meno appropriatamente, ha cercato di definire la cifra che connota la sua pittura).
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI

-
Dal 19 aprile 2025 al 12 ottobre 2025 Jesolo | JMuseo
Loving Picasso
-
Dal 19 aprile 2025 al 05 ottobre 2025 Riccione | Villa Mussolini
MARE MAGNUM. Da Ferdinando Scianna a Martin Parr. I fotografi Magnum e le spiagge
-
Dal 17 aprile 2025 al 14 settembre 2025 Roma | Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese
TRA MITO E SACRO. Opere dalle collezioni capitoline di arte contemporanea
-
Dal 17 aprile 2025 al 06 luglio 2025 Perugia | Palazzo della Penna - Centro per le Arti Contemporanee
Afro Burri Capogrossi. Alfabeto senza parole
-
Dal 16 aprile 2025 al 13 maggio 2025 Milano | Centro Culturale di Milano
Esodo Pratelli. Dal futurismo al "Novecento" e oltre
-
Dal 16 aprile 2025 al 07 settembre 2025 Torino | GAM – Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea
Giosetta Fioroni