A Roma fino al 3 luglio
Il trionfo di Genova barocca alle Scuderie del Quirinale
Antoon van Dyck, Elena Grimaldi Cattaneo, 1623, Olio su tela, 138.5 x 242.9 cm, Washington D.C., National Gallery of Art, Widener Collection Courtesy National Gallery of Art, Washington
Samantha De Martin
29/03/2022
Roma - La “città regale, addossata a una collina alpestre, superba per uomini e per mura”, signora del mare, come Petrarca definì Genova, espugna Roma con il suo stuolo barocco di tele monumentali, argenti scolpiti, santi, dogi e nobili famiglie, testimoni della rigogliosa stagione che fu per la mondana città ligure il Seicento.
Dopo un rinvio di due anni dovuto alla pandemia la grande mostra Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco, organizzata dalle Scuderie del Quirinale e dalla National Gallery of Art di Washington con la speciale collaborazione del Comune e dei musei di Genova, sfodera al pubblico, fino al prossimo 3 luglio un Barocco cosmopolita e composito, simile a quello romano, ma più privato.
Il lungo secolo d’oro dell’arte genovese, la gloriosa stagione avviatasi a inizio Seicento e protrattasi fino a metà del secolo successivo, riconosciuta come una tra le più formidabili vicende della storia artistica di tutti i tempi, si racconta alle Scuderie del Quirinale attraverso un progetto corale e condiviso che ha visto il forzato annullamento della tappa negli States dovuto all’aggravarsi della pandemia nell’autunno scorso, per prendere invece forma nella capitale attraverso 120 opere in mostra.
Argenterie, pale d’altare, sculture in marmo o argento raggruppate secondo temi stilistici, e non cronologici, tessono un viaggio abbagliante che travolge e meraviglia con l’abbacinante sfilata che ha tutto lo sfarzo di una città grandiosa.
Pieter Paul Rubens, Giovan Carlo Doria,1606, Olio su tela, 188 x 265 cm Genova, Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola © Su concessione del Ministero della Cultura - Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola
In realtà il percorso espositivo romano trova riscontro nella mostra “gemella”, allestita fino al 10 luglio a Genova (per l’occasione le due città saranno collegate dallo storico treno Arlecchino). La partecipazione della città ligure al progetto Superbarocco è infatti contraddistinta dall’iniziativa La Forma della Meraviglia. Capolavori a Genova tra il 1600 e 1750 e da una serie di appuntamenti, accolti, in contemporanea alla mostra di Palazzo Ducale, in diversi musei e palazzi cittadini, che focalizzano con un taglio monografico l’attenzione su singole personalità artistiche.
A cominciare dal monumentale ritratto a cavallo di Giovan Carlo Doria, il più illustre mecenate del patriziato cittadino dell’epoca - realizzato da Pieter Paul Rubens dopo uno dei suoi soggiorni a Genova - una schiera di volti e di sguardi intensissimi accoglie il visitatore delle Scuderie trasportandolo nella loro ridente epoca. C’è il Sacrificio di Isacco di Orazio Gentileschi, il pittore romano che si trasferì per qualche anno nel capoluogo ligure, e c’è il Miracolo del beato Ignazio di Loyola, sempre di Rubens. Con capolavori come La cuoca Bernardo Strozzi si sofferma su alcuni aspetti della cultura fiamminga utilizzando la monumentale brocca d’argento per dar voce all’allegoria dei Quattro elementi. Se Van Dyck, che conquista i mecenati locali con il suo disegno raffinato e la compiaciuta eleganza, brilla in mostra con capolavori come Elena Grimaldi Cavalleroni Cattaneo, il Ratto di Elena dello scultore francese Pierre Puget del Museo di Sant’Agostino cattura lo sguardo con il suo forte sviluppo ascensionale.
Bernardo Strozzi, La cuoca, 1625 circa, Olio su tela, 186 x 176 cm, Genova, Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso © Musei di Strada Nuova- Palazzo Rosso
Oltre a testimonianze di assoluto valore storico-artistico, come il Presepe di Castiglione, proveniente dalla chiesa genovese di San Luca, un gruppo processionale di Anton Maria Maragliano da Pieve di Teco o l’Immacolata d’argento dal Museo del Tesoro della Cattedrale di Genova, non manca un corpus cospicuo ed eterogeneo, le cui tecniche e materie compongono un ventaglio decisamente ampio e variegato della produzione artistica della Superba tra Sei e Settecento, rappresentandone la raffinata qualità.
La città di Genova supporta la mostra non solo attraverso il prestito di una straordinaria selezione di opere d’arte appartenenti ai musei del Comune e dello Stato, nonché al Museo Diocesano e a quello dell’Accademia Ligustica, ma anche tramite l’entusiastico appoggio delle autorità civiche e della Regione Liguria, e con l’organizzazione di altre specifiche iniziative espositive in città organicamente collegate con la mostra al Palazzo Ducale.
Giovanni Aelbosca Belga, Bacile e versatoio con l’impresa di Giovanni Grimaldi sul Po, 1621 (bacile) e 1622 (versatoio), Argento lavorato a sbalzo, Londra, Victoria and Albert Museum © Victoria and Albert Museum, Londra
L’appellativo di Superba - a cui il titolo della mostra Superbarocco si richiama - designa Genova, una città che, sul finire del Cinquecento e gli esordi del Settecento, fu una delle grandi capitali economiche d’Europa. Lussi e fasti, declinati con grande determinazione dalle nobili famiglie genovesi, trovano posto tra i capolavori esposti, oggi conservati in grandi musei del mondo, ma anche provenienti da numerose, esclusive collezioni private che eccezionalmente hanno acconsentito a prestare i loro gioielli.
“Il criterio della mostra a Roma - ha spiegato Piero Boccardo, curatore del percorso assieme a Jonathan Bober e Franco Boggero - è la consapevolezza dell’unicità e dell’eccezionalità di Genova nel Sei e Settecento. Si parte dalla sua peculiare storia politica, sociale ed economica per approdare alla vicenda artistica. A Genova convergono artisti incredibili, talenti che guardano a ciò che di nuovo giunge da fuori. Esistono più correnti pittoriche nello stesso momento, ciascuna con la propria autonomia. Rispetto alla mostra genovese, il percorso romano si concentra sui variegati aspetti di questa stagione, una grande parabola di circa 150 anni, ancora vivace, che, dalle prime vedute di Rubens approda all’incompreso Alessandro Magnasco e che abbraccia arti diverse, dal ricamo al bronzo, dalla terracotta al marmo”.
Antoon van Dyck, Paola Adorno Brignole-Sale, 1627, Olio su tela, 198 x 286 cm, Genova, Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso © Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 20. L’ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura.
In occasione dell'esposizione le Scuderie del Quirinale coinvolgeranno i visitatori con un ricco programma di incontri collaterali dedicati alla rassegna e ai suoi temi portanti. Il programma è disponibile sul sito ufficiale delle Scuderie del Quirinale.
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• Superbarocco: il Secolo d'oro di Genova si svela tra mostre e percorsi in città
• Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco
Dopo un rinvio di due anni dovuto alla pandemia la grande mostra Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco, organizzata dalle Scuderie del Quirinale e dalla National Gallery of Art di Washington con la speciale collaborazione del Comune e dei musei di Genova, sfodera al pubblico, fino al prossimo 3 luglio un Barocco cosmopolita e composito, simile a quello romano, ma più privato.
Il lungo secolo d’oro dell’arte genovese, la gloriosa stagione avviatasi a inizio Seicento e protrattasi fino a metà del secolo successivo, riconosciuta come una tra le più formidabili vicende della storia artistica di tutti i tempi, si racconta alle Scuderie del Quirinale attraverso un progetto corale e condiviso che ha visto il forzato annullamento della tappa negli States dovuto all’aggravarsi della pandemia nell’autunno scorso, per prendere invece forma nella capitale attraverso 120 opere in mostra.
Argenterie, pale d’altare, sculture in marmo o argento raggruppate secondo temi stilistici, e non cronologici, tessono un viaggio abbagliante che travolge e meraviglia con l’abbacinante sfilata che ha tutto lo sfarzo di una città grandiosa.
Pieter Paul Rubens, Giovan Carlo Doria,1606, Olio su tela, 188 x 265 cm Genova, Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola © Su concessione del Ministero della Cultura - Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola
In realtà il percorso espositivo romano trova riscontro nella mostra “gemella”, allestita fino al 10 luglio a Genova (per l’occasione le due città saranno collegate dallo storico treno Arlecchino). La partecipazione della città ligure al progetto Superbarocco è infatti contraddistinta dall’iniziativa La Forma della Meraviglia. Capolavori a Genova tra il 1600 e 1750 e da una serie di appuntamenti, accolti, in contemporanea alla mostra di Palazzo Ducale, in diversi musei e palazzi cittadini, che focalizzano con un taglio monografico l’attenzione su singole personalità artistiche.
A cominciare dal monumentale ritratto a cavallo di Giovan Carlo Doria, il più illustre mecenate del patriziato cittadino dell’epoca - realizzato da Pieter Paul Rubens dopo uno dei suoi soggiorni a Genova - una schiera di volti e di sguardi intensissimi accoglie il visitatore delle Scuderie trasportandolo nella loro ridente epoca. C’è il Sacrificio di Isacco di Orazio Gentileschi, il pittore romano che si trasferì per qualche anno nel capoluogo ligure, e c’è il Miracolo del beato Ignazio di Loyola, sempre di Rubens. Con capolavori come La cuoca Bernardo Strozzi si sofferma su alcuni aspetti della cultura fiamminga utilizzando la monumentale brocca d’argento per dar voce all’allegoria dei Quattro elementi. Se Van Dyck, che conquista i mecenati locali con il suo disegno raffinato e la compiaciuta eleganza, brilla in mostra con capolavori come Elena Grimaldi Cavalleroni Cattaneo, il Ratto di Elena dello scultore francese Pierre Puget del Museo di Sant’Agostino cattura lo sguardo con il suo forte sviluppo ascensionale.
Bernardo Strozzi, La cuoca, 1625 circa, Olio su tela, 186 x 176 cm, Genova, Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso © Musei di Strada Nuova- Palazzo Rosso
Oltre a testimonianze di assoluto valore storico-artistico, come il Presepe di Castiglione, proveniente dalla chiesa genovese di San Luca, un gruppo processionale di Anton Maria Maragliano da Pieve di Teco o l’Immacolata d’argento dal Museo del Tesoro della Cattedrale di Genova, non manca un corpus cospicuo ed eterogeneo, le cui tecniche e materie compongono un ventaglio decisamente ampio e variegato della produzione artistica della Superba tra Sei e Settecento, rappresentandone la raffinata qualità.
La città di Genova supporta la mostra non solo attraverso il prestito di una straordinaria selezione di opere d’arte appartenenti ai musei del Comune e dello Stato, nonché al Museo Diocesano e a quello dell’Accademia Ligustica, ma anche tramite l’entusiastico appoggio delle autorità civiche e della Regione Liguria, e con l’organizzazione di altre specifiche iniziative espositive in città organicamente collegate con la mostra al Palazzo Ducale.
Giovanni Aelbosca Belga, Bacile e versatoio con l’impresa di Giovanni Grimaldi sul Po, 1621 (bacile) e 1622 (versatoio), Argento lavorato a sbalzo, Londra, Victoria and Albert Museum © Victoria and Albert Museum, Londra
L’appellativo di Superba - a cui il titolo della mostra Superbarocco si richiama - designa Genova, una città che, sul finire del Cinquecento e gli esordi del Settecento, fu una delle grandi capitali economiche d’Europa. Lussi e fasti, declinati con grande determinazione dalle nobili famiglie genovesi, trovano posto tra i capolavori esposti, oggi conservati in grandi musei del mondo, ma anche provenienti da numerose, esclusive collezioni private che eccezionalmente hanno acconsentito a prestare i loro gioielli.
“Il criterio della mostra a Roma - ha spiegato Piero Boccardo, curatore del percorso assieme a Jonathan Bober e Franco Boggero - è la consapevolezza dell’unicità e dell’eccezionalità di Genova nel Sei e Settecento. Si parte dalla sua peculiare storia politica, sociale ed economica per approdare alla vicenda artistica. A Genova convergono artisti incredibili, talenti che guardano a ciò che di nuovo giunge da fuori. Esistono più correnti pittoriche nello stesso momento, ciascuna con la propria autonomia. Rispetto alla mostra genovese, il percorso romano si concentra sui variegati aspetti di questa stagione, una grande parabola di circa 150 anni, ancora vivace, che, dalle prime vedute di Rubens approda all’incompreso Alessandro Magnasco e che abbraccia arti diverse, dal ricamo al bronzo, dalla terracotta al marmo”.
Antoon van Dyck, Paola Adorno Brignole-Sale, 1627, Olio su tela, 198 x 286 cm, Genova, Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso © Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 20. L’ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura.
In occasione dell'esposizione le Scuderie del Quirinale coinvolgeranno i visitatori con un ricco programma di incontri collaterali dedicati alla rassegna e ai suoi temi portanti. Il programma è disponibile sul sito ufficiale delle Scuderie del Quirinale.
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