Nel cuore di Roma un atto di mecenatismo della Maison Bulgari

L'Area sacra di Largo Argentina: una storia millenaria da riscoprire

Testa di statua colossale di divinità femminile, forse Feronia | Courtesy Zetema
 

Samantha De Martin

21/06/2023

Roma - Tra il 1926 e il 1929, nel cuore di Roma, i lavori di demolizione del quartiere compreso tra via del Teatro Argentina e corso Vittorio Emanuele II restituirono un’ampia piazza lastricata caratterizzata da quattro templi: il tempio C (inizi III sec. a.C.), dedicato probabilmente a Feronia, il tempio A (metà III sec. a.C.) in onore di Giuturna, il tempio D (inizi II sec. a.C.), dedicato alle Ninfe o ai Lari Permarini e il tempio B (fine II sec. a.C.), dedicato alla Fortuna huiusce diei.
Il complesso dei Portici di Pompeo, adiacente all’area sacra, nella cui Curia fu ucciso Giulio Cesare, risale invece alla metà del I sec. a.C. Se l’incendio dell’80 d.C. che devastò gran parte del Campo Marzio portò a una profonda trasformazione dell’area sotto l’imperatore Domiziano, con il V secolo ebbe inizio il processo di abbandono e trasformazione degli edifici. L’area potrebbe essere stata occupata da un complesso monastico, mentre tra l’VIII e il IX secolo vennero realizzate strutture forse pertinenti a case aristocratiche. Al IX secolo risalgono le prime testimonianze dell’impianto di una chiesa sulla quale in età barocca si impostò un nuovo edificio sacro, poi andato completamente distrutto.
Adesso la storia millenaria dell’Area Sacra di Largo Argentina si potrà sfogliare attraverso una camminata accessibile a tutti grazie a un nuovo percorso che, per la prima volta, consentirà di visitare il sito in modo sistematico, individuandone le fasi di vita, dall’età repubblicana attraverso l’epoca imperiale e medievale, fino alla riscoperta avvenuta con le demolizioni degli anni Venti.


Frammenti di decorazione architettonica dell'area espositiva orientale di Largo Argentina | Courtesy Zetema

I lavori, condotti sotto la direzione scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, sono stati resi possibili grazie al mecenatismo della Maison Bulgari. Adesso a distanza ravvicinata si potrà apprezzare la maestosità dei resti dei templi con i dettagli, i materiali e le varie fasi costruttive, camminando allo stesso livello di strutture che per decenni cittadini e turisti hanno osservato dal piano stradale.

“Siamo orgogliosi di aver contribuito a rendere finalmente fruibile ai cittadini e ai turisti questo gioiello archeologico e architettonico, preziosa testimonianza dell’affascinante sovrapposizione di epoche e stili che rende la Città Eterna unica al mondo – commenta Jean-Christophe Babin, amministratore delegato del Gruppo Bulgari –. Un progetto che ci ha consentito di onorare, ancora una volta, il profondo legame che abbiamo con Roma, da sempre inesauribile fonte di ispirazione e crocevia millenario di arti, culture e tradizioni”.

Da via di San Nicola de’ Cesarini il visitatore potrà raggiungere l'area archeologica, dotata adesso di una nuova illuminazione, grazie a un percorso su passerella completamente privo di barriere architettoniche, mentre una piattaforma elevatrice renderà il sito fruibile anche dalle persone con mobilità ridotta.


Veduta dell’area sacra di Largo Argentina | Courtesy Zetema

Ma la principale novità riguarda il portico della Torre del Papito e i locali al di sotto del piano stradale di via di San Nicola de’ Cesarini dove sono state allestite due aree espositive con una selezione di reperti provenienti dagli scavi e dalle demolizioni del secolo scorso. Sarcofagi, frammenti di epigrafi, decorazioni architettoniche e due teste di statue colossali di divinità venerate nell’area si potranno ammirare in tutto il loro fascino.
Alcuni pannelli illustrativi con testi in italiano e in inglese e un ricco corredo fotografico distribuiti lungo l’intero percorso di visita ripercorreranno la storia del sito e le trasformazioni avvenute nel corso dei secoli.
All'area si potrà accedere da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19 con ultimo ingresso un'ora prima della chiusura