Michael Venezia. Venezia a Napoli
Dal 12 Gennaio 2024 al 24 Febbraio 2024
Napoli
Luogo: Alfonso Artiaco
Indirizzo: Piazzetta Nilo 7
Telefono per informazioni: +39 081 497 6072
E-Mail info: info@alfonsoartiaco.com
Sito ufficiale: http://www.alfonsoartiaco.com
Michael Venezia si è formato negli ambienti della New York minimalista concettuale di fine anni ’60 inizio anni ’70 con artisti come Robert Ryman, Dan Flavin e Sol LeWitt. Mentre questi ultimi hanno condotto la loro ricerca più verso la scultura e l’installazione, Venezia si è sempre dedicato alla pittura.
Ha iniziato la sua produzione realizzando lavori a sviluppo verticale ed è stato tra i primi artisti a lavorare con la pistola a spray sulla tela, introducendo in quella dimensione di calcolata progettualità della composizione la casualità della pittura a spruzzo. Nel tempo la sua attenzione si è spostata dal centro ai margini.
Durante una visita al suo corniciaio di fiducia in Umbria, vicino alla sua residenza, l’artista vede sul pavimento un ceppo di quercia e decide di acquistarlo. Arrivato in studio, ne dipinge solamente un lato lungo. Così la base dell’opera si assottiglia. La pittura migra dall’ampia tela al pezzo di legno squadrato, memore del telaio. Per l’artista, il blocco di legno rappresenta una nuova superficie che restringe il campo visivo.
L’artista americano fa il suo primo ingresso in galleria con una serie di opere appartenenti alla cosiddetta Block Painting. Si pone l’accento sul fatto che i frammenti lignei non siano sculture, proprio perché l’area dipinta è una soltanto e lo sguardo tende a concentrarsi su di esso senza vagare alla ricerca della profondità, data dalla materia. L’artista, componendo le opere con tre elementi, fa esplicito riferimento ai trittici religiosi del periodo gotico, soprattutto quelli realizzati da Giotto e Cimabue.
I suoi lavori non si basano su un progetto predefinito ma sulla casualità. Infatti, i blocchi di legno spesso vengono dipinti in un primo momento e poi archiviati in attesa di essere ripresi dall’artista in seguito, anche dopo anni. Venezia si lascia guidare dall’intuito per unire i pezzi. L’opera si definisce quando l’artista sceglie la composizione. Lo spettatore vede momenti di vita e di ricerca che dialogano in una continuità che pare programmata, ma in realtà ogni parte è origine o evoluzione dell’altra.
Inaugurazione 12 gennaio dalle 19 alle 21
Ha iniziato la sua produzione realizzando lavori a sviluppo verticale ed è stato tra i primi artisti a lavorare con la pistola a spray sulla tela, introducendo in quella dimensione di calcolata progettualità della composizione la casualità della pittura a spruzzo. Nel tempo la sua attenzione si è spostata dal centro ai margini.
Durante una visita al suo corniciaio di fiducia in Umbria, vicino alla sua residenza, l’artista vede sul pavimento un ceppo di quercia e decide di acquistarlo. Arrivato in studio, ne dipinge solamente un lato lungo. Così la base dell’opera si assottiglia. La pittura migra dall’ampia tela al pezzo di legno squadrato, memore del telaio. Per l’artista, il blocco di legno rappresenta una nuova superficie che restringe il campo visivo.
L’artista americano fa il suo primo ingresso in galleria con una serie di opere appartenenti alla cosiddetta Block Painting. Si pone l’accento sul fatto che i frammenti lignei non siano sculture, proprio perché l’area dipinta è una soltanto e lo sguardo tende a concentrarsi su di esso senza vagare alla ricerca della profondità, data dalla materia. L’artista, componendo le opere con tre elementi, fa esplicito riferimento ai trittici religiosi del periodo gotico, soprattutto quelli realizzati da Giotto e Cimabue.
I suoi lavori non si basano su un progetto predefinito ma sulla casualità. Infatti, i blocchi di legno spesso vengono dipinti in un primo momento e poi archiviati in attesa di essere ripresi dall’artista in seguito, anche dopo anni. Venezia si lascia guidare dall’intuito per unire i pezzi. L’opera si definisce quando l’artista sceglie la composizione. Lo spettatore vede momenti di vita e di ricerca che dialogano in una continuità che pare programmata, ma in realtà ogni parte è origine o evoluzione dell’altra.
Inaugurazione 12 gennaio dalle 19 alle 21
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