Dagli Stati Uniti il patrimonio ritrovato

Anfore, monete e un frammento della nave di Caligola: tornano in Italia importanti reperti

Cratere apulo a figure rosse, 360-350 a.C., attribuito all’artista Python. Frutto di scavi clandestini in Campania, sarà presto nuovamente in Italia dagli Stati Uniti
 

Samantha De Martin

23/10/2017

Roma - C’è anche un frammento della pavimentazione di una delle navi di Caligola tra i reperti archeologici provenienti da scavi clandestini e frutto di furti avvenuti in Italia, che, dagli Stati Uniti, si apprestano a far ritorno a casa.
Ad annunciarlo è stato il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, nel corso di una conferenza stampa tenutasi al Consolato generale d’Italia a New York, alla presenza, tra gli altri, del Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, Fabrizio Parrulli.

«Grazie alla preziosa attività investigativa del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) e alla fattiva collaborazione delle autorità statunitensi - ha spiegato Franceschini - presto ritorneranno in Italia anche due vasi a figure rosse del V - IV secolo a.C. e diversi reperti numismatici, libri antichi e manoscritti. Tutti saranno ricollocati nei luoghi di provenienza dai quali l’attività criminale li aveva sottratti».

In particolare, il frammento in marmo romano a mosaico con serpentino e porfido, risalente al II secolo d.C. - parte del ponte di comando di una delle due navi da cerimonia dell’imperatore Caligola, rinvenute nei fondali del lago di Nemi durante una campagna di scavo archeologico condotta tra il 1928 e il 1932 - era stato sottratto, nel secondo dopoguerra, dal Museo delle Navi Romane dove era custodito. Individuato presso la collezione privata di una cittadina italiana residente negli USA, è stato sequestrato dal Procuratore Distrettuale di New York sulla base delle prove fornite dal Comando Carabinieri TPC.

Tra i capolavori che potranno essere nuovamente ammirati in Italia ci sono anche un cratere apulo a figure rosse risalente al 360-350 a.C. attribuito all’artista Python - frutto di scavi clandestini in Campania, illecitamente esportato da un noto trafficante internazionale italiano, per essere poi individuato presso il Metropolitan Museum di New York - e un’anfora attica a figure rosse, del V secolo a.C., attribuita al pittore di Charmides, provento di scavi clandestini in Puglia prima del 1983.

Tra i preziosi "gioielli" che si apprestano a riattraversare l’Oceano, anche un bronzetto raffigurante Herakles, del IV-III secolo a.C., un bronzetto nuragico che ritrae un bue preistorico, dell’VIII secolo a.C. - portato clandestinamente dalla Sardegna a New York - un volume della fine del XVI secolo, scritto da Bernardino Telesio, e circa 200 monete romane risalenti al periodo dell’imperatore Costantino.

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