Rieti, gli interventi dopo il terremoto
Al via il recupero dei tesori di Amatrice
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La Torre Civica di Amatrice prima del terremoto.
Francesca Grego
30/01/2017
Rieti - A cinque mesi dal terremoto che ha devastato l’intero abitato di Amatrice, lo sciame sismico non accenna a quietarsi, ma la Città delle Cento Chiese riparte con determinazione dai propri edifici storici.
Al crollo della parete della chiesa di Sant’Agostino, verificatosi in seguito alle scosse della notte tra sabato e domenica, si provvederà in seguito: dopo la messa in sicurezza e l’avvio dei lavori per il recupero della Torre Civica, simbolo della vita cittadina già dal XIII secolo, oggi tocca al campanile della chiesa sconsacrata di Sant’Emidio. Prima del terremoto l’edificio trecentesco ospitava il Museo Civico, le cui preziose opere d’arte sono fortunatamente in salvo: dal reliquiario della Madonna di Filetta alle croci di Pinaco-Arafranca e Preta, pregevoli esempi di oreficeria quattrocentesca, ma soprattutto la celebre Sacra Famiglia di Cola Filotesio, l’architetto e pittore rinascimentale noto in tutta Italia come Cola dell’Amatrice.
È previsto per domani l’avvio del cantiere della chiesa medievale di San Francesco, in assoluto il più illustre monumento dell’area, che il 24 agosto ha visto il crollo della parte superiore della facciata, la perdita del rosone, e gravi danneggiamenti all’interno dell’unica navata. A dar lustro alla basilica erano anche gli affreschi dell’Albero di Jesse e del Giudizio Universale, oltre alle le Storie della Vergine, del Cristo e dei Santi Francescani. Risalenti al XIV e XV secolo, furono riportati alla luce nei primi decenni del Novecento: oggi sono nuovamente bisognosi di cure.
Al crollo della parete della chiesa di Sant’Agostino, verificatosi in seguito alle scosse della notte tra sabato e domenica, si provvederà in seguito: dopo la messa in sicurezza e l’avvio dei lavori per il recupero della Torre Civica, simbolo della vita cittadina già dal XIII secolo, oggi tocca al campanile della chiesa sconsacrata di Sant’Emidio. Prima del terremoto l’edificio trecentesco ospitava il Museo Civico, le cui preziose opere d’arte sono fortunatamente in salvo: dal reliquiario della Madonna di Filetta alle croci di Pinaco-Arafranca e Preta, pregevoli esempi di oreficeria quattrocentesca, ma soprattutto la celebre Sacra Famiglia di Cola Filotesio, l’architetto e pittore rinascimentale noto in tutta Italia come Cola dell’Amatrice.
È previsto per domani l’avvio del cantiere della chiesa medievale di San Francesco, in assoluto il più illustre monumento dell’area, che il 24 agosto ha visto il crollo della parte superiore della facciata, la perdita del rosone, e gravi danneggiamenti all’interno dell’unica navata. A dar lustro alla basilica erano anche gli affreschi dell’Albero di Jesse e del Giudizio Universale, oltre alle le Storie della Vergine, del Cristo e dei Santi Francescani. Risalenti al XIV e XV secolo, furono riportati alla luce nei primi decenni del Novecento: oggi sono nuovamente bisognosi di cure.
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