Golpe. Io so. Dedicato a Pier Paolo Pasolini

Davide Dormino, Le sedie del Biondo Tevere, 2013. Sedie e ferro I Ph. Alessandro Giampaoli

 

Dal 03 Dicembre 2022 al 05 Marzo 2023

Pergola | Pesaro e Urbino

Luogo: Museo dei Bronzi Dorati

Indirizzo: Largo San Giacomo 1

Orari: 10-12.30 / 15.30-18.30. Lunedì chiuso

Curatori: Massimo Mattioli

Enti promotori:

  • Comune di Pergola

Costo del biglietto: intero 7 €, ridotto 6 € (>65, Coop,TCI, FAI, giornalisti, Dip. MiC, gruppi>10), ridotto 4 € (15-18, Univer., Scuole Sec. II°), ridotto 2 € (6-14, Prim. e Sec.I°) - famiglie16€ (2+2), gratuito (0-5, ICOM, disabili e invalidi)

Telefono per informazioni: +39 0721 734090

E-Mail info: museo.bronzidorati@libero.it


Nell’anno del centenario della nascita, quattro artisti rendono omaggio al grande intellettuale nella mostra “Golpe. Io so. Dedicato a Pier Paolo Pasolini” a cura di Massimo Mattioli. L’esposizione è allestita nei suggestivi spazi del Museo dei Bronzi Dorati di Pergola, nel trecentesco ex-convento di San Giacomo.

A proporre nuovi sguardi sul poeta e sulla sua opera sono gli artisti Elena BellantoniDavide DorminoRocco DubbiniGiovanni Gaggia. L’inaugurazione è prevista per sabato 3 dicembre 2022 alle ore 11, e la mostra sarà visibile dal 3 dicembre 2022 al 5 marzo 2023.

Un uomo dal pensiero corsaro, Pasolini, che ha visto in questi mesi una nazione ammirare la sua arte e la sua personalità celebrate attraverso mostre ed eventi in tutta Italia. Quello che resta un campo ancora da esplorare nella sua complessità è l’influenza avuta dal suo approccio libertario ed emancipato sulle generazioni di creativi che di questo si sono nutriti. 
È questo ciò cui si propone di dare un contributo la mostra “Golpe. Io so dedicato a Pier Paolo Pasolini”, che individua decisivi segnali nell’opera di quattro artisti italiani attivi su diversi medium espressivi. 

Elemento cardine della lezione pasoliniana è l’anelito e la convinta pratica della LIBERTÀ, vissuta dallo scrittore e giornalista come elemento imprescindibile dell’esistenza, da difendere anche a costo dell’ostracismo culturale e politico, di ostacoli posti alla circolazione e all’accettazione delle sue idee e delle sue opere, fino alle sofferenze personali e alla morte.

Il titolo stesso del progetto, ideato dagli artisti Giovanni Gaggia e Rocco Dubbini e curato da Massimo Mattioli, trae spunto da un celebre articolo di Pasolini pubblicato sul Corriere della Sera, nel quale egli stracciava i veli d’ipocrisia su certe verità nascoste dietro a drammi che hanno segnato la storia italiana nei difficili anni 70. Con ciò rivendicando la propria incomprimibile libertà d’intellettuale, ma al tempo stesso inimicandosi larga parte dell’opinione pubblica e delle sfere politiche nazionali. E “Golpe” è anche il titolo dell’opera che per certi versi riassume il senso profondo del progetto espositivo, creata a quattro mani da Dubbini e Gaggia, che in questo omaggio evocano il ruolo della Marina Militare, che secondo molti pensatori si fece emblema libertario negando il proprio appoggio al Golpe Borghese.
L’indipendenza di giudizio torna in tutte le opere esposte, spesso come diretto omaggio a Pier Paolo Pasolini. Come nella fotografia “Le ceneri di Gramsci”, di Elena Bellantoni, nella quale l’artista si identifica nello stesso Pasolini, vestendo i suoi panni e – dove possibile – assumendo le sue sembianze per ricreare lo scenario del suo omaggio alla tomba del grande filosofo e pensatore comunista. O come nell’installazione “Le sedie del biondo Tevere”, di Davide Dormino, il quale recupera le sedie originali che accolsero l’ultima cena di Pasolini nella trattoria romana Biondo Tevere, nella sera in cui fu ucciso.
Articolata è la presenza in mostra di Gaggia, con opere che vanno da una serie di interpretazioni pittoriche del volto dell’intellettuale a una serie di ricami, sua personale testimonianza di resistenza alla “censura” istituzionale e alla libertà compressa. E altrettanto lo è quella di Dubbini, che fra l’altro richiama lo stretto legame di Pasolini con la madre nella profonda installazione “Mantra”.

La mostra, già presentata a novembre a Rimini alla Galleria Zamagni con grande successo di pubblico e ampio seguito sulla stampa nazionale e di settore, è accompagnata dal catalogo NFC edizioni, con testi del curatore Massimo Mattioli.

Luogo - Il museo ha  sede  nel  trecentesco  ex-convento  di  San Giacomo e raccoglie opere di rilevante   interesse  storico-artistico provenienti dal territorio  del Comune. Le quattro sezioni che costituiscono il polo museale si  articolano intorno al chiostro in una sorta di percorso circolare. Inaugurato il 9 ottobre 1999, il museo accoglie i Bronzi Dorati, l'unico gruppo di bronzo dorato giunto dall'età romana ai nostri giorni. La sezione archeologica si completa con mosaici policromi e corredi di tombe di età romana rinvenuti nella zona.




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