Queer Vision. L’insolito sguardo

Simona Atzori © Paolo Ranzani
Dal 19 November 2015 al 22 November 2015
Torino
Luogo: Conserveria Torino
Indirizzo: piazza Emanuele Filiberto 11a
Orari: dalle 10,00 alle 14,00 e dalle 17,00 a mezzanotte
Enti promotori:
- Comune di Torino
Sito ufficiale: http://www.divinequeer.it
Apre il 19 novembre la mostra fotografica Queer Vision. L’insolito sguardo alla Conserveria Torino in piazza Emanuele Filiberto 11 A.
Per quattro giorni, fino al 22 novembre, la visione queer di sedici fotografi, tra dissonanza e narrazione: Lina Pallotta, Shobha Battaglia, Soraya, Vittorio Gui, Giangiacomo Feriozzi, Monica Carocci, Rosangela Betti, Nathalie Zegza, Salvatore Svadas, Paolo Ranzani, Tiziana Annone. Fabrizio delle Grotti, Daniele Colucciello, Maren Ollman, Vèronique Torgue. Alcuni di essi saranno presenti nel corso della mostra.
Organizzata da Veet Sandeh, in collaborazione con Azimuth Culturale e la Conserveria, patrocinata dal Comune di Torino e dalla Regione Piemonte, la mostra fa parte del calendario del mese di novembre dedicato alle tematiche transgender, promosso dallo sportello LGBT del Comune.
Sedici artisti, esposti in una inconsueta formula collettiva, offrono al visitatore visioni personali del mondo Queer, talvolta divergenti, talaltra convergenti. Dal poetico al rivelatorio, dal giocoso al provocatorio, dalla riflessione alla spettacolarizzazione: sensazioni fissate in un’istantanea che dialogano tra loro, stimolando emozioni e riflessioni in chi guarda.
La mostra nasce in concomitanza con la rassegna cinematografica DQFF Divine Queer Film Festival, in scena al Bla Bla di via Po, dal 13 al 15 novembre. Analogamente agli autori dei film in rassegna, i fotografi di Queer Vision attraversano la tematica Queer esplorando i temi fluttuanti di identità di genere, disabilità e migrazione. Le immagini, così come la altre forme artistiche della rassegna Divine Queer Film Festival, si propongono di infrangere pregiudizi, tabù e paure relativamente alle storie di persone transessuali/transgender, disabili e migranti. La rassegna, attraverso documentari, foto e musica, diventa opportunità di informazione, comunicazione e formazione su realtà ancora oggetto di stereotipi e pregiudizi.
“Nell’immaginario collettivo le persone transessuali/transgender sono ancora legate a vecchi retaggi delineati da una società legata al pregiudizio, che stenta a uniformarsi all’idea europea di parità” spiega Veet Sandeh, organizzatrice della mostra e figura storica della difesa dei diritti transgender a Torino. “Queer ha molti significati: insolito, bizzarro, strambo, termine che contiene tutti quegli esseri che non si identificano con una sessualità binaria maschio/femmina o che non si riconoscono in tutte le definizioni imposte dalla società. C’è una moltitudine di esseri umani che con fatica affrontano quotidianamente una battaglia per la visibilità e l’autodeterminazione, mentre dall’altra parte del mondo Paesi come l’India introduce nei passaporti il terzo genere sessuale e dove gli Hijras trovano sempre più spazio in una società arcaica, qui in Italia, invece assistiamo ancora ad atti transfobici e discriminazioni da medioevo. Paure motivate da un’ignoranza e non da una conoscenza, da un sapere acquisito e non da un’esperienza diretta”.
All’inaugurazione, il 19 novembre alle 18,00 le opere saranno cedute al miglior offerente per finanziare il DQFF.
Per quattro giorni, fino al 22 novembre, la visione queer di sedici fotografi, tra dissonanza e narrazione: Lina Pallotta, Shobha Battaglia, Soraya, Vittorio Gui, Giangiacomo Feriozzi, Monica Carocci, Rosangela Betti, Nathalie Zegza, Salvatore Svadas, Paolo Ranzani, Tiziana Annone. Fabrizio delle Grotti, Daniele Colucciello, Maren Ollman, Vèronique Torgue. Alcuni di essi saranno presenti nel corso della mostra.
Organizzata da Veet Sandeh, in collaborazione con Azimuth Culturale e la Conserveria, patrocinata dal Comune di Torino e dalla Regione Piemonte, la mostra fa parte del calendario del mese di novembre dedicato alle tematiche transgender, promosso dallo sportello LGBT del Comune.
Sedici artisti, esposti in una inconsueta formula collettiva, offrono al visitatore visioni personali del mondo Queer, talvolta divergenti, talaltra convergenti. Dal poetico al rivelatorio, dal giocoso al provocatorio, dalla riflessione alla spettacolarizzazione: sensazioni fissate in un’istantanea che dialogano tra loro, stimolando emozioni e riflessioni in chi guarda.
La mostra nasce in concomitanza con la rassegna cinematografica DQFF Divine Queer Film Festival, in scena al Bla Bla di via Po, dal 13 al 15 novembre. Analogamente agli autori dei film in rassegna, i fotografi di Queer Vision attraversano la tematica Queer esplorando i temi fluttuanti di identità di genere, disabilità e migrazione. Le immagini, così come la altre forme artistiche della rassegna Divine Queer Film Festival, si propongono di infrangere pregiudizi, tabù e paure relativamente alle storie di persone transessuali/transgender, disabili e migranti. La rassegna, attraverso documentari, foto e musica, diventa opportunità di informazione, comunicazione e formazione su realtà ancora oggetto di stereotipi e pregiudizi.
“Nell’immaginario collettivo le persone transessuali/transgender sono ancora legate a vecchi retaggi delineati da una società legata al pregiudizio, che stenta a uniformarsi all’idea europea di parità” spiega Veet Sandeh, organizzatrice della mostra e figura storica della difesa dei diritti transgender a Torino. “Queer ha molti significati: insolito, bizzarro, strambo, termine che contiene tutti quegli esseri che non si identificano con una sessualità binaria maschio/femmina o che non si riconoscono in tutte le definizioni imposte dalla società. C’è una moltitudine di esseri umani che con fatica affrontano quotidianamente una battaglia per la visibilità e l’autodeterminazione, mentre dall’altra parte del mondo Paesi come l’India introduce nei passaporti il terzo genere sessuale e dove gli Hijras trovano sempre più spazio in una società arcaica, qui in Italia, invece assistiamo ancora ad atti transfobici e discriminazioni da medioevo. Paure motivate da un’ignoranza e non da una conoscenza, da un sapere acquisito e non da un’esperienza diretta”.
All’inaugurazione, il 19 novembre alle 18,00 le opere saranno cedute al miglior offerente per finanziare il DQFF.
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