Le avanguardie della Parigi fin de Siècle arrivano in laguna
Neo-impressionisti, Nabis e simbolisti alla corte di Peggy Guggenheim
PAUL SIGNAC Saint-Tropez. Fontaine des Lices, 1895, olio su tela, 65 x 81 cm, collezione privata
L.Sanfelice
23/09/2013
Venezia - Le maggiori avanguardie che incendiarono la scena artistica parigina alla fine dell’800, sono protagoniste della nuova mostra che inaugurerà il 28 settembre nei locali che custodiscono la Peggy Guggenheim Collection a Venezia.
Ponendo l’accento sui movimenti dei Neo-impressionisti, dei Nabis e dei simbolisti, l’indagine porterà in laguna un centinaio di opere tra dipinti, disegni, stampe e lavori su carta per raccontare il clima agitato di fin de siècle e il suo riflesso espressivo.
Continuando a lavorare sui temi classici esplorati dai predecessori impressionisti come i paesaggi, le vedute urbane e le attività ricreative, e allargando la sfera dell’interesse all’introspezione, gli esponenti delle nuove correnti introdussero tecniche differenti e rivoluzionarono l’approccio.
Se i neo-impressionisti lavorarono per sollecitare un’emozione ottica e raggiungere l’armonia attraverso un rigoroso impiego dei pigmenti e mediante studi sulla luce e sull’irradiazione, e i Nabis utilizzarono il colore in maniera profetica, come viatico verso mondi lontani ed emozioni pure, i simbolisti si spinsero oltre staccandosi dalla realtà per abbracciare suggestioni fantastiche, mitiche e macabre.
Indagando tali avanguardie la mostra a cura di Vivien Greene si concentra sul lavoro dei maggiori protagonisti dell’epoca: Paul Signac, Maximilien Luce, Maurice Denis, Pierre Bonnard, Félix Vallotton e Odilon Redon.
Ponendo l’accento sui movimenti dei Neo-impressionisti, dei Nabis e dei simbolisti, l’indagine porterà in laguna un centinaio di opere tra dipinti, disegni, stampe e lavori su carta per raccontare il clima agitato di fin de siècle e il suo riflesso espressivo.
Continuando a lavorare sui temi classici esplorati dai predecessori impressionisti come i paesaggi, le vedute urbane e le attività ricreative, e allargando la sfera dell’interesse all’introspezione, gli esponenti delle nuove correnti introdussero tecniche differenti e rivoluzionarono l’approccio.
Se i neo-impressionisti lavorarono per sollecitare un’emozione ottica e raggiungere l’armonia attraverso un rigoroso impiego dei pigmenti e mediante studi sulla luce e sull’irradiazione, e i Nabis utilizzarono il colore in maniera profetica, come viatico verso mondi lontani ed emozioni pure, i simbolisti si spinsero oltre staccandosi dalla realtà per abbracciare suggestioni fantastiche, mitiche e macabre.
Indagando tali avanguardie la mostra a cura di Vivien Greene si concentra sul lavoro dei maggiori protagonisti dell’epoca: Paul Signac, Maximilien Luce, Maurice Denis, Pierre Bonnard, Félix Vallotton e Odilon Redon.
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