Inaugurato il nuovo impianto di OSRAM per la Basilica
Fiat lux: San Pietro come non l’avete mai vista
La Cupola di San Pietro con la nuova illuminazione OSRAM. Photo Archivio Fotografico Fabbrica di San Pietro. Courtesy OSRAM
Francesca Grego
28/01/2019
Roma - Nuova luce per la Cattedrale della Cristianità: è stato inaugurato venerdì 25 gennaio l’innovativo impianto di illuminazione della Basilica di San Pietro, frutto della collaborazione dell’azienda tedesca OSRAM con il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e la Reverenda Fabbrica di San Pietro.
Grazie a più di 780 apparecchi speciali e 100 mila LED la madre di tutte le chiese ha davvero cambiato aspetto. Risplendono di nuova luce le navate e l’oro degli angeli in gloria che Gian Lorenzo Bernini mise a guardia della Cattedra del primo pontefice, l’imponente Baldacchino barocco e la Pietà michelangiolesca, fino ai marmi policromi del pavimento.
Ma soprattutto possono finalmente essere ammirate nei minimi dettagli le decorazioni dei soffitti e i mosaici più estesi del mondo, che dall’immensa cupola centrale alle navate laterali coprono una superficie di 10 mila metri quadrati. Capolavori finora nascosti anche chi viveva la chiesa quotidianamente, come Sua Eminenza il Cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica, che durante la presentazione ha confidato ai giornalisti: “Scene come l’Annunciazione e la Visita di Maria a Sant’Elisabetta hanno subito attratto la mia attenzione riempiendomi di stupore. E lo stupore e l’ammirazione dei pellegrini sarà d’ora in poi un corale e silenzioso grazie”.
E poi sono una gioia per gli occhi la Cappella della Pietà e quella di San Michele Arcangelo, la Cappella Clementina e quella della Madonna del Soccorso, senza contare le geometrie dorate delle volte e le figure della Cupola Maggiore, vero e proprio inno al divino che il Cavalier d’Arpino tradusse in un grandioso programma iconografico.
D’ora in avanti, inoltre, un sistema di controllo digitale permetterà di adattare con eccezionale flessibilità gli scenari luminosi alle diverse occasioni liturgiche, spaziando tra la sontuosa illuminazione totale, che valorizza la bellezza e le proporzioni della Basilica eliminando i fenomeni di abbagliamento, e suggestivi effetti di luce localizzati, da apprezzare mentre l’immensa mole della chiesa resta immersa nella penombra.
Ma le novità non si fermano al dominio dello sguardo. Come ha spiegato il direttore esecutivo del progetto per OSRAM Italia Carlo Maria Bogani, “l’efficienza dei nuovi dispositivi ha consentito una sensibile riduzione dei consumi energetici: fino al 90% rispetto alla soluzione precedente, oltre a una sostanziale riduzione degli apparecchi”, che si mimetizzano e si integrano all’interno degli elementi architettonici. Un’innovazione che non solo porta tecnologie all’avanguardia nel tempio della Cristianità, ma si allinea anche con le indicazioni della Laudato Si, l’enciclica a cui nel 2015 Papa Francesco ha affidato le preoccupazioni della Chiesa sul futuro dell’ambiente.
Sviluppato da OSRAM nel corso di due anni, oltre che per le esigenze dei 27 mila fedeli e turisti che visitano quotidianamente San Pietro, il nuovo impianto è pensato per ottimizzare la resa di riprese cinematografiche e televisive in alta ed altissima definizione: grazie all’ampio light budget, all’elevato indice di resa cromatica e alla diffusa intensità radiante, anche chi è impossibilitato a raggiungere la Basilica personalmente potrà ammirarne la stupefacente bellezza in ogni dettaglio con le ultime tecnologie video in 4 e 8K.
“La tecnologia di illuminazione della basilica di San Pietro è un capolavoro di cui siamo orgogliosi. Il progetto dimostra che far convivere storia e tecnologia è possibile, se si possiedono le conoscenze giuste. Se 500 anni di storia sono visibili in tutto il loro splendore, è merito della luce LED digitale”, ha commentato Olaf Berlien, CEO di OSRAM Licht AG.
Per l’azienda di Monaco di Baviera questa esperienza giunge a coronamento di un percorso che dal 2014
l’ha portata a illuminare con impianti ad hoc la Cappella Sistina, le Stanze di Raffaello ai Musei Vaticani e il Colonnato di Piazza San Pietro, per limitarci a Roma.
Se invece guardiamo a tutta la penisola, l’illuminazione per Piazza dei Miracoli a Pisa, per i Teleri del Tintoretto nella Scuola Grande di San Rocco a Venezia, per 14 basiliche a Milano e per la Cappella Teodolinda del Duomo di Monza sono tutti esempi di una nuova attenzione ai progetti di valorizzazione del patrimonio culturale attraverso la luce.
Leggi anche:
• Le Stanze di Raffaello sotto una nuova luce
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Grazie a più di 780 apparecchi speciali e 100 mila LED la madre di tutte le chiese ha davvero cambiato aspetto. Risplendono di nuova luce le navate e l’oro degli angeli in gloria che Gian Lorenzo Bernini mise a guardia della Cattedra del primo pontefice, l’imponente Baldacchino barocco e la Pietà michelangiolesca, fino ai marmi policromi del pavimento.
Ma soprattutto possono finalmente essere ammirate nei minimi dettagli le decorazioni dei soffitti e i mosaici più estesi del mondo, che dall’immensa cupola centrale alle navate laterali coprono una superficie di 10 mila metri quadrati. Capolavori finora nascosti anche chi viveva la chiesa quotidianamente, come Sua Eminenza il Cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica, che durante la presentazione ha confidato ai giornalisti: “Scene come l’Annunciazione e la Visita di Maria a Sant’Elisabetta hanno subito attratto la mia attenzione riempiendomi di stupore. E lo stupore e l’ammirazione dei pellegrini sarà d’ora in poi un corale e silenzioso grazie”.
E poi sono una gioia per gli occhi la Cappella della Pietà e quella di San Michele Arcangelo, la Cappella Clementina e quella della Madonna del Soccorso, senza contare le geometrie dorate delle volte e le figure della Cupola Maggiore, vero e proprio inno al divino che il Cavalier d’Arpino tradusse in un grandioso programma iconografico.
D’ora in avanti, inoltre, un sistema di controllo digitale permetterà di adattare con eccezionale flessibilità gli scenari luminosi alle diverse occasioni liturgiche, spaziando tra la sontuosa illuminazione totale, che valorizza la bellezza e le proporzioni della Basilica eliminando i fenomeni di abbagliamento, e suggestivi effetti di luce localizzati, da apprezzare mentre l’immensa mole della chiesa resta immersa nella penombra.
Ma le novità non si fermano al dominio dello sguardo. Come ha spiegato il direttore esecutivo del progetto per OSRAM Italia Carlo Maria Bogani, “l’efficienza dei nuovi dispositivi ha consentito una sensibile riduzione dei consumi energetici: fino al 90% rispetto alla soluzione precedente, oltre a una sostanziale riduzione degli apparecchi”, che si mimetizzano e si integrano all’interno degli elementi architettonici. Un’innovazione che non solo porta tecnologie all’avanguardia nel tempio della Cristianità, ma si allinea anche con le indicazioni della Laudato Si, l’enciclica a cui nel 2015 Papa Francesco ha affidato le preoccupazioni della Chiesa sul futuro dell’ambiente.
Sviluppato da OSRAM nel corso di due anni, oltre che per le esigenze dei 27 mila fedeli e turisti che visitano quotidianamente San Pietro, il nuovo impianto è pensato per ottimizzare la resa di riprese cinematografiche e televisive in alta ed altissima definizione: grazie all’ampio light budget, all’elevato indice di resa cromatica e alla diffusa intensità radiante, anche chi è impossibilitato a raggiungere la Basilica personalmente potrà ammirarne la stupefacente bellezza in ogni dettaglio con le ultime tecnologie video in 4 e 8K.
“La tecnologia di illuminazione della basilica di San Pietro è un capolavoro di cui siamo orgogliosi. Il progetto dimostra che far convivere storia e tecnologia è possibile, se si possiedono le conoscenze giuste. Se 500 anni di storia sono visibili in tutto il loro splendore, è merito della luce LED digitale”, ha commentato Olaf Berlien, CEO di OSRAM Licht AG.
Per l’azienda di Monaco di Baviera questa esperienza giunge a coronamento di un percorso che dal 2014
l’ha portata a illuminare con impianti ad hoc la Cappella Sistina, le Stanze di Raffaello ai Musei Vaticani e il Colonnato di Piazza San Pietro, per limitarci a Roma.
Se invece guardiamo a tutta la penisola, l’illuminazione per Piazza dei Miracoli a Pisa, per i Teleri del Tintoretto nella Scuola Grande di San Rocco a Venezia, per 14 basiliche a Milano e per la Cappella Teodolinda del Duomo di Monza sono tutti esempi di una nuova attenzione ai progetti di valorizzazione del patrimonio culturale attraverso la luce.
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