Dal 22 settembre al 24 novembre al MARCA
A Catanzaro gli ovali di Turi Simeti

Turi Simeti, Un ovale giallo, 2016, 25x25 cm. Courtesy Archivio Turi Simeti
Samantha De Martin
18/08/2017
Catanzaro - Un viaggio dagli anni Sessanta ad oggi tra ovali disposti a cerchio, in fila, in quadrato o in diagonale che si concedono ai grandi formati e a un'ampia varietà di colori.
L'iter creativo di Turi Simeti ha inizio da un collage di carte bruciate realizzato nel 1961 e si snoda fino al 2017, sempre caratterizzato dalla monocromia, da quella rigorosa aspirazione riduzionista e dalla volontà di azzeramento della tradizione e dei codici precostituiti, che contraddistinguono il percorso dell'artista. Il pittore di Alcamo, classe 1929, che in seguito all'incontro con Alberto Burri ha scoperto l'ovale - forma in rilievo divenuta l'icona della sua pittura tridimensionale - è al centro dell'antologica che sarà ospitata al Museo delle Arti di Catanzaro (MARCA) dal 22 settembre al 24 novembre.
Organizzato dalla Fondazione Rocco Guglielmo, in collaborazione con l'artista e con l'Archivio Turi Simeti, il percorso espositivo, che abbraccia oltre cinquant'anni di carriera, si sviluppa a partire da una decina di lavori degli esordi fino ad arrivare alle opere più recenti, come il Trittico rosso, giallo nero del 2017, i 5 ovali bianchi del 2016 o le 5 file di piccoli ovali grigi del 2016.
La mostra, dal titolo Opere 1961-2017, ripercorre il ruolo dell'artista siciliano che, staccandosi gradualmente dall'uniformità della tela, approda alla realizzazione di opere piene di profondità e movimento. Quello che emerge è il ruolo di Simeti nell'ambito delle più interessanti ricerche degli anni del boom economico tra Roma e Milano.
L'attività dell'artista - che nella Capitale ha frequentato gli studi di Tano Festa, Mario Schifano e Alberto Burri - «pone l'attenzione al dato di superficie concepito come campo sensoriale, ben lontano da un'impostazione meramente oggettuale e positivistica della tela».
Allo studio bidimensionale Simeti risponde con il perfezionamento del luogo della pittura che diventa tridimensionale, all'inizio attraverso applicazioni sulla tela di elementi a rilievo e, successivamente, con l'estroflessione che segna il primo passo verso una specie di pittura-oggetto, una ideale dialettica tra le spinte di una struttura interna e le forme che tendono all'esterno.
La mostra dedicata a Simeti - i cui lavori sono conservati in importanti collezioni di tutto il mondo, dalla Fondazione Prada al Museu de Arte Moderna di Rio de Janeiro - rappresenta una sorta di prosecuzione dell'omaggio recentemente rivolto al maestro siciliano dal polo museale regionale d'Arte moderna e contemporanea Palazzo Belmonte Riso di Palermo.
Leggi anche:
• Turi Simeti. Grandi opere
L'iter creativo di Turi Simeti ha inizio da un collage di carte bruciate realizzato nel 1961 e si snoda fino al 2017, sempre caratterizzato dalla monocromia, da quella rigorosa aspirazione riduzionista e dalla volontà di azzeramento della tradizione e dei codici precostituiti, che contraddistinguono il percorso dell'artista. Il pittore di Alcamo, classe 1929, che in seguito all'incontro con Alberto Burri ha scoperto l'ovale - forma in rilievo divenuta l'icona della sua pittura tridimensionale - è al centro dell'antologica che sarà ospitata al Museo delle Arti di Catanzaro (MARCA) dal 22 settembre al 24 novembre.
Organizzato dalla Fondazione Rocco Guglielmo, in collaborazione con l'artista e con l'Archivio Turi Simeti, il percorso espositivo, che abbraccia oltre cinquant'anni di carriera, si sviluppa a partire da una decina di lavori degli esordi fino ad arrivare alle opere più recenti, come il Trittico rosso, giallo nero del 2017, i 5 ovali bianchi del 2016 o le 5 file di piccoli ovali grigi del 2016.
La mostra, dal titolo Opere 1961-2017, ripercorre il ruolo dell'artista siciliano che, staccandosi gradualmente dall'uniformità della tela, approda alla realizzazione di opere piene di profondità e movimento. Quello che emerge è il ruolo di Simeti nell'ambito delle più interessanti ricerche degli anni del boom economico tra Roma e Milano.
L'attività dell'artista - che nella Capitale ha frequentato gli studi di Tano Festa, Mario Schifano e Alberto Burri - «pone l'attenzione al dato di superficie concepito come campo sensoriale, ben lontano da un'impostazione meramente oggettuale e positivistica della tela».
Allo studio bidimensionale Simeti risponde con il perfezionamento del luogo della pittura che diventa tridimensionale, all'inizio attraverso applicazioni sulla tela di elementi a rilievo e, successivamente, con l'estroflessione che segna il primo passo verso una specie di pittura-oggetto, una ideale dialettica tra le spinte di una struttura interna e le forme che tendono all'esterno.
La mostra dedicata a Simeti - i cui lavori sono conservati in importanti collezioni di tutto il mondo, dalla Fondazione Prada al Museu de Arte Moderna di Rio de Janeiro - rappresenta una sorta di prosecuzione dell'omaggio recentemente rivolto al maestro siciliano dal polo museale regionale d'Arte moderna e contemporanea Palazzo Belmonte Riso di Palermo.
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