Paolo Mazzanti. Energy of time - Concentric viewing
Dal 03 Agosto 2013 al 25 Agosto 2013
Pesaro | Pesaro e Urbino
Luogo: Palazzo Lazzarini
Indirizzo: via Rossini 53
Orari: 10-13/ 17-20
Telefono per informazioni: +39 0721 30043
E-Mail info: mazzanti.info@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.turismo.pesarourbino.it
”......Lo sguardo aguzzo, ravvicinato e preciso di una fenomenologia apparentemente condivisa pone l’accento sul senso di Tempo. Quel tempo incastonato in un continuum culturale, frutto di una meditata lentezza che con energia si sprigiona nella sintesi di un momento.Immagini profonde e misteriose di segmenti di architetture che compongono un mosaico di visioni che con forza centripeta ci costringono ad una visione verso l’alto. Ombre, ripetizioni, accostamenti e sfondamenti prospettici accompagnano l’osservatore in un percorso di avvicinamento quasi da capogiro...”
Ogni regola non è che un mezzo.È subordinata allo scopo che aiuta ad ottenere. Perciò non le si deve obbedienza superstiziosa e meccanica. È una autorità che è lì solo per servire e può addirittura esserci qualche vantaggio ad evitarla. (R. Caillois, ad vocem, Regola, in «Vocabolario estetico», Bompiani, Milano 1991, p. 26)
Dalla nozione di “tipo” in architettura si evince un modo in cui la società trasmette, attraverso l’opera mediatrice dell’architetto, le sue conquiste culturali che attraverso una forma emergono alla coscienza e divengono storia. Energia del tempo.interpretativi della nozione di Tipo, o meglio tre diversi atteggiamenti di ricerca. Il primo di carattere storico-culturale, che conduce all’esame del tipo inquadrato in sua varia fenomenologia. Il secondo fa riferimento ad indagini architettoniche di natura teoretica, il concetto idee platoniche, alla categoria aristotelica del generale, allo schema kantiano, ecc.). ed indaga i caratteri1 del suo esplicarsi.Evidentemente le tre posizioni critiche ammettono interferenze reciproche, lasciando ampie possibilità interpretative. Così come il lavoro proposto da Mazzanti.tendenze, ancora attuali, che sembrano suggerire nuove ed interessanti “aperture” In estrema sintesi si ritiene che lo studio dei tipi sia ancora oggi uno strumento utile e necessario alla progettazione, una pratica che dovrebbe precedere le fasi poietiche della messa in forma di una intuizione iniziale. E ancora, la conoscenza delle esperienze precedenti alimenta ciò che normalmente si chiama idea, rendendola colta e pertinente alla domanda a cui cerchiamo di dare risposta attraverso il progetto di architettura.
Prima di proseguire con la lettura delle immagini proposte da Mazzanti, si richiama l’attenzione al significato, etimologico e semantico, della parola “tipo”.
Queste premesse ci aiutano a leggere le immagini in mostra: una visione concentrica che l’autore, avvezzo a studi di architettura, propone di città come Milano, Urbino e Venezia insolite.Lo sguardo aguzzo, ravvicinato e preciso di una fenomenologia apparentemente condivisa pone l’accento sul senso di Tempo. Quel tempo incastonato in un continuum culturale, frutto di una meditata lentezza che con energia si sprigiona nella sintesi di un momento.Immagini profonde e misteriose di segmenti di architetture che compongono un mosaico di visioni che con forza centripeta ci costringono ad una visione verso l’alto.Ombre, ripetizioni, accostamenti e sfondamenti prospettici accompagnano l’osservatore in un percorso di avvicinamento quasi da capogiro. Concentrico perché l’autore ci porta, in maniera paratattica, verso la sua visione di tempo. Un Tempo che non ha inizio né fine, un Tempo che si avvicina ma è lontano, un Tempo lento eppure vorticoso nella moltitudine degli scatti; una energia solitaria perché è un punto di vista e in quanto tale opinabile e al contempo condivisa perché argomentata da una scelta. Ogni scelta è già progetto. E questo progetto è un insegnamento. Il Progetto ha bisogno di tempo, che non può fuggire causa perdita di Qualità. Quella Energia del tempo che dà ragione (o torto) ad un progetto sia esso architettonico, didattico, culturale.Allo spettatore l’arbitrio di ritrovarsi in queste visioni e appropriarsene in un immaginario collettivo e condiviso, appunto. Come architetto vi ritrovo quel significato di tipo, prolifico di significati riproponendo all’autore quel sistema di riferimenti imprescindibile per qualsiasi Progetto. Perché progetto è sinonimo di visione. Un frammento di tempo hinc et nunc.
Esther Giani Architetto e Docente alla Facoltà di Architettura dell’Università IUAV di Venezia,
“Caratteri tipologici e distributivi degli edifici”
Curatore di eventi e mostre internazionali.
Ogni regola non è che un mezzo.È subordinata allo scopo che aiuta ad ottenere. Perciò non le si deve obbedienza superstiziosa e meccanica. È una autorità che è lì solo per servire e può addirittura esserci qualche vantaggio ad evitarla. (R. Caillois, ad vocem, Regola, in «Vocabolario estetico», Bompiani, Milano 1991, p. 26)
Dalla nozione di “tipo” in architettura si evince un modo in cui la società trasmette, attraverso l’opera mediatrice dell’architetto, le sue conquiste culturali che attraverso una forma emergono alla coscienza e divengono storia. Energia del tempo.interpretativi della nozione di Tipo, o meglio tre diversi atteggiamenti di ricerca. Il primo di carattere storico-culturale, che conduce all’esame del tipo inquadrato in sua varia fenomenologia. Il secondo fa riferimento ad indagini architettoniche di natura teoretica, il concetto idee platoniche, alla categoria aristotelica del generale, allo schema kantiano, ecc.). ed indaga i caratteri1 del suo esplicarsi.Evidentemente le tre posizioni critiche ammettono interferenze reciproche, lasciando ampie possibilità interpretative. Così come il lavoro proposto da Mazzanti.tendenze, ancora attuali, che sembrano suggerire nuove ed interessanti “aperture” In estrema sintesi si ritiene che lo studio dei tipi sia ancora oggi uno strumento utile e necessario alla progettazione, una pratica che dovrebbe precedere le fasi poietiche della messa in forma di una intuizione iniziale. E ancora, la conoscenza delle esperienze precedenti alimenta ciò che normalmente si chiama idea, rendendola colta e pertinente alla domanda a cui cerchiamo di dare risposta attraverso il progetto di architettura.
Prima di proseguire con la lettura delle immagini proposte da Mazzanti, si richiama l’attenzione al significato, etimologico e semantico, della parola “tipo”.
Queste premesse ci aiutano a leggere le immagini in mostra: una visione concentrica che l’autore, avvezzo a studi di architettura, propone di città come Milano, Urbino e Venezia insolite.Lo sguardo aguzzo, ravvicinato e preciso di una fenomenologia apparentemente condivisa pone l’accento sul senso di Tempo. Quel tempo incastonato in un continuum culturale, frutto di una meditata lentezza che con energia si sprigiona nella sintesi di un momento.Immagini profonde e misteriose di segmenti di architetture che compongono un mosaico di visioni che con forza centripeta ci costringono ad una visione verso l’alto.Ombre, ripetizioni, accostamenti e sfondamenti prospettici accompagnano l’osservatore in un percorso di avvicinamento quasi da capogiro. Concentrico perché l’autore ci porta, in maniera paratattica, verso la sua visione di tempo. Un Tempo che non ha inizio né fine, un Tempo che si avvicina ma è lontano, un Tempo lento eppure vorticoso nella moltitudine degli scatti; una energia solitaria perché è un punto di vista e in quanto tale opinabile e al contempo condivisa perché argomentata da una scelta. Ogni scelta è già progetto. E questo progetto è un insegnamento. Il Progetto ha bisogno di tempo, che non può fuggire causa perdita di Qualità. Quella Energia del tempo che dà ragione (o torto) ad un progetto sia esso architettonico, didattico, culturale.Allo spettatore l’arbitrio di ritrovarsi in queste visioni e appropriarsene in un immaginario collettivo e condiviso, appunto. Come architetto vi ritrovo quel significato di tipo, prolifico di significati riproponendo all’autore quel sistema di riferimenti imprescindibile per qualsiasi Progetto. Perché progetto è sinonimo di visione. Un frammento di tempo hinc et nunc.
Esther Giani Architetto e Docente alla Facoltà di Architettura dell’Università IUAV di Venezia,
“Caratteri tipologici e distributivi degli edifici”
Curatore di eventi e mostre internazionali.
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