Il Giappone illuminato di Kanako Otsuji
Kanako Otsuji
29/01/2008
Kanako Otsuji, eletta nel distretto di Osaka nel 2003, è la più giovane politica mai esistita nella storia giapponese. A soli 28 anni è tra le sole sette donne a possedere un seggio in Parlamento, ma i suoi primati non finiscono qui. Sebbene - infatti - non fosse ancora noto, sarebbe presto divenuta la prima deputata omosessuale della storia nazionale. Appena eletta, si fa convincere dai capi di partito a non fare della propria sessualità un oggetto di rivendicazione. Ma, ad agosto 2005, partecipa in veste pubblica al Gay Pride della capitale, il “Tokyo Gay and Lesbian Parade”, e il suo destino personale si lega a filo doppio con quello della mentalità pubblica. Per l’occasione, esce l’opera autografa “Venir fuori: un viaggio per trovare la vera me stessa”, dove racconta del travagliato percorso verso l’auto-confessione dei propri gusti sessuali, avvenuta a 23 anni.
Già dagli esordi il programma del primo partito d’opposizione includeva temi come pace, inquinamento, diritti umani, con particolare riguardo a minoranze e “questione femminile”. Ma, dal momento del coming out, la lotta contro il pregiudizio omosessuale ne diventa punto focale. Primo obbiettivo, come dichiara commossa ai microfoni del “Gayjapannesnews” (celebre testata gay), convincere la comunità gay nazionale a non vergognasi della propria sessualità. Prima conquista, il decreto legge a favore delle coppie di fatto per il diritto agli alloggi pubblici fino allora riservati a quelle sposate. Kanako si guadagna il favore di gioventù illuminata, gay e transgender, contro la tradizione maschilista e conservatrice del Giappone e del governo liberal-democratico guidato dal premier Shinzo Abe.
Il 2007 è l’anno del documento, presentato all’amministrazione di Osaka, per tutela e riconoscimento ad assistenza e sostegno per giovani in crisi identitaria e di genere. L’obiettivo è distruggere l’emarginazione che vede l’omosessualità come patologia, grazie a strutture che aiutino la naturale coscienza sessuale dell’individuo. Per le elezioni dello stesso anno, che potrebbero riconfermarle il mandato, Osaka rinuncia alla candidatura e punta al seggio in Senato per le Legislative di luglio. Alla vigilia, in piena campagna elettorale, compie un atto eroico. Nella cornice ufficiale del “Nagoya Revolution Festival”, sposa Maki Rimura, sua compagna da 4 anni. Il primo matrimonio lesbo del Giappone (non riconosciuto legalmente) certo non le conquista il Senato. Le elezioni, tuttavia, mostrano il nuovo volto politico che Kanako ha contribuito a ridisegnare nel suo paese. Il partito democratico, nonostante la sconfitta, ne esce considerevolmente rafforzato, mentre il conservatore Abe perde ben 14 seggi.
Sebbene rammaricata, Otsuji non si arrende e dichiara tra le lacrime di volersi concentrare, a dispetto del risultato elettorale, sulla valenza ideologica della propria battaglia. Abituare il popolo giapponese alla realtà omosessuale e consacrarla, sulle note di “Running to the rainbow” (colonna sonora del suo matrimonio e della campagna elettorale), sull’altare di una nuova mentalità.
Già dagli esordi il programma del primo partito d’opposizione includeva temi come pace, inquinamento, diritti umani, con particolare riguardo a minoranze e “questione femminile”. Ma, dal momento del coming out, la lotta contro il pregiudizio omosessuale ne diventa punto focale. Primo obbiettivo, come dichiara commossa ai microfoni del “Gayjapannesnews” (celebre testata gay), convincere la comunità gay nazionale a non vergognasi della propria sessualità. Prima conquista, il decreto legge a favore delle coppie di fatto per il diritto agli alloggi pubblici fino allora riservati a quelle sposate. Kanako si guadagna il favore di gioventù illuminata, gay e transgender, contro la tradizione maschilista e conservatrice del Giappone e del governo liberal-democratico guidato dal premier Shinzo Abe.
Il 2007 è l’anno del documento, presentato all’amministrazione di Osaka, per tutela e riconoscimento ad assistenza e sostegno per giovani in crisi identitaria e di genere. L’obiettivo è distruggere l’emarginazione che vede l’omosessualità come patologia, grazie a strutture che aiutino la naturale coscienza sessuale dell’individuo. Per le elezioni dello stesso anno, che potrebbero riconfermarle il mandato, Osaka rinuncia alla candidatura e punta al seggio in Senato per le Legislative di luglio. Alla vigilia, in piena campagna elettorale, compie un atto eroico. Nella cornice ufficiale del “Nagoya Revolution Festival”, sposa Maki Rimura, sua compagna da 4 anni. Il primo matrimonio lesbo del Giappone (non riconosciuto legalmente) certo non le conquista il Senato. Le elezioni, tuttavia, mostrano il nuovo volto politico che Kanako ha contribuito a ridisegnare nel suo paese. Il partito democratico, nonostante la sconfitta, ne esce considerevolmente rafforzato, mentre il conservatore Abe perde ben 14 seggi.
Sebbene rammaricata, Otsuji non si arrende e dichiara tra le lacrime di volersi concentrare, a dispetto del risultato elettorale, sulla valenza ideologica della propria battaglia. Abituare il popolo giapponese alla realtà omosessuale e consacrarla, sulle note di “Running to the rainbow” (colonna sonora del suo matrimonio e della campagna elettorale), sull’altare di una nuova mentalità.
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