Urban Survivors
![Stanley Greene, Kamrangirchar, Dacca, Bangladesh Stanley Greene, Kamrangirchar, Dacca, Bangladesh](http://www.arte.it/foto/600x450/1d/14038-Stanley_Greene_Kamrangirchar_Dacca_Bangladesh.jpg)
Stanley Greene, Kamrangirchar, Dacca, Bangladesh
Dal 15 Dicembre 2012 al 17 Febbraio 2013
Roma
Luogo: Museo di Roma in Trastevere
Indirizzo: piazza S. Egidio 1B
Orari: da martedì a domenica 10-20
Enti promotori:
- Medici Senza Frontiere (MSF)
- Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale
Costo del biglietto: intero € 6.50, ridotto € 5.50
Telefono per informazioni: +39 06 888061/ 335 8489761
E-Mail info: chiara.palombella@rome.msf.org
Sito ufficiale: http://www.museodiromaintrastevere.it
Medici Senza Frontiere (MSF), in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, allestisce presso il Museo di Roma in Trastevere la mostra multimediale “Urban Survivors” da venerdì 15 dicembre 2012 a domenica 17 febbraio 2013 (orari: martedì-domenica 10.00-20.00). L’esposizione ha l’obiettivo di mostrare gli enormi bisogni umanitari e medici di donne, uomini e bambini costretti a vivere in vere e proprie “bombe a orologeria” umanitarie. Martedì 18 dicembre si terrà un incontro con uno dei fotografi che hanno partecipato al progetto, Francesco Zizola, che racconterà la sua esperienza nella baraccopoli di Kibera (Nairobi).
“Urban Survivors” è frutto della collaborazione fra MSF e l’agenzia fotografica NOOR. I cinque fotografi di fama internazionale Stanley Greene, Alixandra Fazzina, Francesco Zizola, Jon Lowenstein e Pep Bonet hanno visitato i progetti dell’organizzazione medico-umanitaria in altrettante bidonville: Dhaka (Bangladesh), Karachi (Pakistan), Johannesburg (Sud Africa), Port-au-Prince (Haiti) e Nairobi (Kenya). Le fotografie e i video-documentari che hanno realizzato accendono un riflettore sulle fasce di popolazione più povera che emigrano in massa dalle regioni rurali verso le città, nella maggior parte dei casi finendo nelle bidonville che crescono in modo esponenziale.
I visitatori potranno entrare nel cuore di immense baraccopoli “invisibili” al mondo esterno e toccare con mano le condizioni di vita estreme e le sfide che MSF sta affrontando, ogni giorno, per assistere la popolazione: malnutrizione, acqua contaminata, mancanza di servizi igienico-sanitari, infezioni, HIV/AIDS.
“C’è un crescente bisogno di interventi umanitari nelle baraccopoli. Pertanto stiamo aumentando le nostre risorse per lavorare in molti di questi luoghi dove la situazione è estremamente grave ed esplosiva: attualmente abbiamo progetti in più di 20 città nel mondo. Sopravvivere è una sfida quotidiana, come evidenzia con forza la mostra Urban Survivors”, dichiara Kostas Moschochoritis, Direttore generale di MSF Italia.
In Asia, il fotografo Stanley Greene documenta la vita nella baraccopoli di Dacca (Bangladesh), tra malnutrizione infantile, assenza di servizi igienico-sanitari e vulnerabilità alle catastrofi naturali; Alixandra Fazzina racconta attraverso i suoi scatti la baraccopoli di Karachi (Pakistan) dove MSF assiste le persone affette da HIV/AIDS e tubercolosi. L’Africa è invece vista attraverso l’obiettivo dei fotografi Francesco Zizolache ha viaggiato a Nairobi (Kenya), fra gli abitanti di Kibera, la maggiore baraccopoli della capitale, e Pep Bonet che documenta la vita degli immigrati dello Zimbabwe presenti a Johannesburg(Sud Africa) e di coloro che vivono nellabaraccopoli della città, lottando contro HIV/AIDS e tubercolosi multiresistente ai farmaci.
Infine, Haiti, dove Jon Lowenstein racconta la violenza e le difficoltà di Martissant, baraccopoli della capitale Port-au-Prince, colpita anche dal colera.
“Urban Survivors” è frutto della collaborazione fra MSF e l’agenzia fotografica NOOR. I cinque fotografi di fama internazionale Stanley Greene, Alixandra Fazzina, Francesco Zizola, Jon Lowenstein e Pep Bonet hanno visitato i progetti dell’organizzazione medico-umanitaria in altrettante bidonville: Dhaka (Bangladesh), Karachi (Pakistan), Johannesburg (Sud Africa), Port-au-Prince (Haiti) e Nairobi (Kenya). Le fotografie e i video-documentari che hanno realizzato accendono un riflettore sulle fasce di popolazione più povera che emigrano in massa dalle regioni rurali verso le città, nella maggior parte dei casi finendo nelle bidonville che crescono in modo esponenziale.
I visitatori potranno entrare nel cuore di immense baraccopoli “invisibili” al mondo esterno e toccare con mano le condizioni di vita estreme e le sfide che MSF sta affrontando, ogni giorno, per assistere la popolazione: malnutrizione, acqua contaminata, mancanza di servizi igienico-sanitari, infezioni, HIV/AIDS.
“C’è un crescente bisogno di interventi umanitari nelle baraccopoli. Pertanto stiamo aumentando le nostre risorse per lavorare in molti di questi luoghi dove la situazione è estremamente grave ed esplosiva: attualmente abbiamo progetti in più di 20 città nel mondo. Sopravvivere è una sfida quotidiana, come evidenzia con forza la mostra Urban Survivors”, dichiara Kostas Moschochoritis, Direttore generale di MSF Italia.
In Asia, il fotografo Stanley Greene documenta la vita nella baraccopoli di Dacca (Bangladesh), tra malnutrizione infantile, assenza di servizi igienico-sanitari e vulnerabilità alle catastrofi naturali; Alixandra Fazzina racconta attraverso i suoi scatti la baraccopoli di Karachi (Pakistan) dove MSF assiste le persone affette da HIV/AIDS e tubercolosi. L’Africa è invece vista attraverso l’obiettivo dei fotografi Francesco Zizolache ha viaggiato a Nairobi (Kenya), fra gli abitanti di Kibera, la maggiore baraccopoli della capitale, e Pep Bonet che documenta la vita degli immigrati dello Zimbabwe presenti a Johannesburg(Sud Africa) e di coloro che vivono nellabaraccopoli della città, lottando contro HIV/AIDS e tubercolosi multiresistente ai farmaci.
Infine, Haiti, dove Jon Lowenstein racconta la violenza e le difficoltà di Martissant, baraccopoli della capitale Port-au-Prince, colpita anche dal colera.
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