A Palazzo Roncale promossa da Fondazione CariPaRo
Virgilio Milani e il miraggio di Rovigo
Virgilio Milani scultura de "La Bagnante" nella sua collocazione originaria a Palazzo Roncale, Rovigo - photo: Piero Muscarà per © 2023 ARTE.it
Piero Muscarà
24/03/2023
Rovigo - Apre il 25 marzo a Palazzo Roncale a Rovigo una mostra dedicata a un artista, poco conosciuto quanto apprezzato nel Polesine. Parliamo di Virgilio Milani, lo scultore nato nel 1888 e morto nel 1977 e che visse la sua intera esistenza nella città delle rose.
L’esposizione è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che da tempo svolge una funzione di catalizzatore di molte iniziative in città e - che di comune accordo con l’amministrazione locale, il sindaco e l’assessorato alla cultura sempre presenti alle kermesse organizzate da Cariparo - sembra essere fortemente intenzionata a fare anche di Rovigo una città conosciuta e apprezzata per il suo patrimonio d’arte e di cultura. Ne è testimonianza la recente e bella esposizione dedicata a Renoir che ha aperto qualche tempo fa al vicinissimo Palazzo Roverella.
Milani dicevamo. Uno scultore che qui a Rovigo per decenni ha decorato la cittadina veneta ornando con le sue sculture decine di luoghi ed edifici pubblici, palazzi, chiese e che il bel mondo rovigotto ha lautamente sostenuto portandone a casa i bronzi e chiedendo all’artista - pare poco propenso ad uscire dal suo atelier tanto da rifiutare persino l’invito in giovinezza di andare oltralpe a Parigi pur di rimanere a casa propria - di realizzare diverse sculture per le tombe e i sepolcri dei locali cimiteri.
Deus ex-machina del progetto su Virgilio Milani l’onnipresente Sergio Campagnolo che questa esposizione ha ideato con la curatela della storica dell’arte Alessia Vedova, e che in qualche modo pur ripercorrendo non cronologicamente il lavoro artistico del ‘Gigante buono’ non ha voluto presentare una mostra retrospettiva monografica. Nel suo testamento Milani infatti chiarì di non volere che nessuna mostra gli fosse dedicata dopo la sua morte. “Una volontà, così esplicitamente dichiarata, andava rispettata” - ha spiegato la curatrice Alessia Vedova che ha quindi proposto una esposizione collettiva, dove le sculture di Milani sono state raccontate in un più ampio progetto volto a metterle a confronto con un’idea di arte del novecento in Polesine e dunque a fianco di opere di Mario Cavaglieri, Leone Minassian, Edoardo Chendi e Paolo Gioli, che di Milani tutti ricordano esser considerato assieme al critico Giuseppe Marchiori una sorta di suo erede morale.
L’esposizione trova il suo spazio al secondo piano di Palazzo Roncale ed è genuinamente ben concepita. Certo non sono grandi saloni quelli dove l’esposizione si sviluppa e la scultura di Milani un po’ soffre il riempimento “sino all’orlo” delle poche stanze che sono messe a disposizione dalla Fondazione. Tanto che forse l’opera più bella di Milani, quella Bagnante che pare volgere il suo sguardo verso i miraggi di una città di Rovigo che ancora capitale d’arte non è divenuta (ma che tanto fortemente lo vorrebbe) è davvero messa poco in evidenza per quel che meriterebbe con quella così banale videoproiezione a farle da sfondo e meglio risaltava nella collocazione originaria in cui l’avevamo vista per la prima volta quasi appoggiata a quelle grandi finestre che dominano i saloni ben più ariosi del primo piano del palazzo. Son dettagli, si dirà. Ma una così grande bellezza avrebbe meritato forse più attenzione. E così vogliamo ricordarla ripartendo.
VIRGILIO MILANI
e l’Arte del ‘900 in Polesine
Palazzo Roncale, Rovigo
25 marzo - 25 giugno 2023
L’esposizione è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che da tempo svolge una funzione di catalizzatore di molte iniziative in città e - che di comune accordo con l’amministrazione locale, il sindaco e l’assessorato alla cultura sempre presenti alle kermesse organizzate da Cariparo - sembra essere fortemente intenzionata a fare anche di Rovigo una città conosciuta e apprezzata per il suo patrimonio d’arte e di cultura. Ne è testimonianza la recente e bella esposizione dedicata a Renoir che ha aperto qualche tempo fa al vicinissimo Palazzo Roverella.
Milani dicevamo. Uno scultore che qui a Rovigo per decenni ha decorato la cittadina veneta ornando con le sue sculture decine di luoghi ed edifici pubblici, palazzi, chiese e che il bel mondo rovigotto ha lautamente sostenuto portandone a casa i bronzi e chiedendo all’artista - pare poco propenso ad uscire dal suo atelier tanto da rifiutare persino l’invito in giovinezza di andare oltralpe a Parigi pur di rimanere a casa propria - di realizzare diverse sculture per le tombe e i sepolcri dei locali cimiteri.
Deus ex-machina del progetto su Virgilio Milani l’onnipresente Sergio Campagnolo che questa esposizione ha ideato con la curatela della storica dell’arte Alessia Vedova, e che in qualche modo pur ripercorrendo non cronologicamente il lavoro artistico del ‘Gigante buono’ non ha voluto presentare una mostra retrospettiva monografica. Nel suo testamento Milani infatti chiarì di non volere che nessuna mostra gli fosse dedicata dopo la sua morte. “Una volontà, così esplicitamente dichiarata, andava rispettata” - ha spiegato la curatrice Alessia Vedova che ha quindi proposto una esposizione collettiva, dove le sculture di Milani sono state raccontate in un più ampio progetto volto a metterle a confronto con un’idea di arte del novecento in Polesine e dunque a fianco di opere di Mario Cavaglieri, Leone Minassian, Edoardo Chendi e Paolo Gioli, che di Milani tutti ricordano esser considerato assieme al critico Giuseppe Marchiori una sorta di suo erede morale.
L’esposizione trova il suo spazio al secondo piano di Palazzo Roncale ed è genuinamente ben concepita. Certo non sono grandi saloni quelli dove l’esposizione si sviluppa e la scultura di Milani un po’ soffre il riempimento “sino all’orlo” delle poche stanze che sono messe a disposizione dalla Fondazione. Tanto che forse l’opera più bella di Milani, quella Bagnante che pare volgere il suo sguardo verso i miraggi di una città di Rovigo che ancora capitale d’arte non è divenuta (ma che tanto fortemente lo vorrebbe) è davvero messa poco in evidenza per quel che meriterebbe con quella così banale videoproiezione a farle da sfondo e meglio risaltava nella collocazione originaria in cui l’avevamo vista per la prima volta quasi appoggiata a quelle grandi finestre che dominano i saloni ben più ariosi del primo piano del palazzo. Son dettagli, si dirà. Ma una così grande bellezza avrebbe meritato forse più attenzione. E così vogliamo ricordarla ripartendo.
VIRGILIO MILANI
e l’Arte del ‘900 in Polesine
Palazzo Roncale, Rovigo
25 marzo - 25 giugno 2023
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