Alla National Gallery il pannello centrale della predella della Pala Colonna
Storia di un capolavoro smembrato: la predella con la Processione al Calvario di Raffaello
Raffaello Sanzio, Processione al Calvario, Pannello centrale della predella appartenuta alla Pala Colonna, 1503-1505, Londra, National Gallery
Samantha De Martin
26/05/2020
Mentre Roma attende il 2 giugno per poter finalmente ammirare il grande omaggio delle Scuderie del Quirinale a Raffaello, la National Gallery vede slittare alla primavera del 2022 l’attesa mostra dedicata al Maestro di Urbino.
Il percorso Raffaello 1520 - 1483 - sospeso per circa tre mesi a causa dell'emergenza coronavirus - si potrà infatti ammirare nello spazio espositivo romano fino al prossimo 30 agosto, mentre il museo londinese, che avrebbe dovuto inaugurare l'esposizione il 3 ottobre, dovrà ancora pazientare.
Accanto a capolavori come Santa Caterina d’Alessandria, la Pala Ansidei, il Ritratto di Giulio II, la sublime Madonna Garvagh, il museo londinese custodisce il pannello centrale della predella - una fascia dipinta divisa in più riquadri che di solito faceva da corredo alle pale d'altare dipinte su legno - appartenuta alla celebre Pala Colonna realizzata per la Chiesa di Sant’Antonio di Perugia e oggi conservata, nei pannelli principali, al Metropolitan Museum di New York.
Raffaello Sanzio, La parte superiore della Pala Colonna, 1504, New York, Collection Metropolitan Museum of Art
Nel 1503 le monache di Sant'Antonio dovettero richiedere a un giovanissimo Raffaello una pala d’altare, con un’unica raccomandazione: che l’artista rappresentasse Gesù Bambino vestito. L'opera, avviata in Umbria fu ultimata quandol'artista si trovava già a Firenze, durante uno dei suoi viaggi in Umbria, entro il 1505.
La tavola principale mostra una sacra conversazione con la Madonna col Bambino, San Giovannino e i Santi Pietro, Caterina d'Alessandria, Margherita (o Cecilia) e Paolo sormontata da una lunetta con l'Eterno tra due Angeli.
Della predella invece, ceduta nel 1663 a Cristina di Svezia, si conoscono almeno tre scomparti: l’Orazione nell'orto si trova oggi al Metropolitan Museum of Art di New York, la Pietà all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston e la Processione al Calvario alla National Gallery di Londra. Alle estremità dovevano trovarsi dei Santi a tutta figura, dei quali si conoscono il San Francesco d'Assisi e il Sant'Antonio da Padova, oggi alla Dulwich Picture Gallery.
Raffaello Sanzio, L'orazione nell'orto, Pala Colonna,1503-1505, 28 x 24 cm, New Rork, Metropolitan Museum of Art
Processione al Calvario: la predella, le suore di Sant’Antonio e il debito con il macellaio
La pala d'altare richiesta dalle suore a Raffaello rimase intatta nel convento per il quale era stata realizzata dall’Urbinate fino al 1663. A un certo punto però la predella, composta da cinque piccoli riquadri, fu venduta dalle monache a un agente della regina Cristina di Svezia. Le religiose dovevano 300 scudi al macellaio per la carne già consumata e 200 scudi per grano, vino e olio e la vendita dell’opera d’arte sarebbe servita per colmare il loro debito.
L’operazione dovette essere concordata con il vescovo di Perugia che stabilì che l'originale fosse sostituito da una copia, oggi nella Galleria Nazionale dell'Umbria, a Perugia.
Tuttavia alcuni anni dopo le suore ripiombarono in nuove difficoltà finanziarie e il vescovo di Perugia si vide costretto ad approvare anche la vendita del pannello principale e della lunetta. Ad acquistarli per duemila scudi fu, nel 1678, il conte Antonio Bigazzini. Quest'ultimo potrebbe aver agito come agente per i Colonna, una delle famiglie nobili di Roma, nuovi proprietari del capolavoro e dai quali la pala prese il nome.
Il dipinto di Raffaello rimase a Palazzo Colonna fino al 1798, anno in cui si procedette alla vendita dei dipinti della famiglia. Nello stesso anno la predella arrivò sul mercato londinese e i pannelli separati trovarono diversi acquirenti.
Raffaello Sanzio, Processione al Calvario, Pannello centrale della predella appartenuta alla Pala Colonna, 1503-1505, Londra, National Gallery
La Processione al Calvario
Un Cristo sfiancato dal peso della croce - con indosso una semplice veste blu stretta in vita e sul capo una corona di spine - guarda affranto verso l’osservatore. Simone di Cirene lo aiuta a sorreggere il peso della croce, mentre cinque soldati lo scortano verso il Calvario. Dietro di loro, la Vergine, sostenuta dalle tre Marie e accompagnata da San Giovanni Evangelista , si stringe alle donne, sopraffatta dal dolore.
San Giovanni è raffigurato nell’atto di congiungere le mani in segno di disperazione.
C’è tuttavia una particolarità che attira il nostro sguardo: uno degli uomini che conducono Gesù al Calvario indossa un unico calzare di colore giallo al piede destro, rivolto al Calvario, mentre il piede sinistro, rivolto verso Maria, è vestito in una calza rossa.
Il corteo è aperto da tre uomini stretti in corte tuniche e calzamaglie colorate, intenti a trascinare Gesù in avanti. Uno di loro tende una corda legata alla vita di Cristo, mentre gli altri due cavalieri aprono il corteo che procede verso il Golgota. Il cavaliere in testa al corteo indossa vesti orientali e regge un vessillo. Tuttavia è colto dal dubbio, ed è per questo che Raffaello sceglie di raffigurarlo nell’atto di voltarsi indietro.
Il gesto di volgersi per guardare alle proprie spalle i personaggi che avanzano, conferisce ai tre gruppi della processione un evidente ritmo, accentuato anche dalla ripetizione del colore giallo.
La salita al Calvario è un episodio tratto dalla Passione di Cristo. Condannato da Pilato di fronte al popolo, Cristo viene condotto dai soldati verso il luogo della crocifissione, sul Monte Calvario, fuori dalle mura, dove venivano condannati i rei di bestemmia.
La ricostruzione della Pala d'altare di Raffaello con tutti e sette i pannelli
Leggi anche:
• Raffaello, pronti a riaprire
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Accanto a capolavori come Santa Caterina d’Alessandria, la Pala Ansidei, il Ritratto di Giulio II, la sublime Madonna Garvagh, il museo londinese custodisce il pannello centrale della predella - una fascia dipinta divisa in più riquadri che di solito faceva da corredo alle pale d'altare dipinte su legno - appartenuta alla celebre Pala Colonna realizzata per la Chiesa di Sant’Antonio di Perugia e oggi conservata, nei pannelli principali, al Metropolitan Museum di New York.
Raffaello Sanzio, La parte superiore della Pala Colonna, 1504, New York, Collection Metropolitan Museum of Art
Nel 1503 le monache di Sant'Antonio dovettero richiedere a un giovanissimo Raffaello una pala d’altare, con un’unica raccomandazione: che l’artista rappresentasse Gesù Bambino vestito. L'opera, avviata in Umbria fu ultimata quandol'artista si trovava già a Firenze, durante uno dei suoi viaggi in Umbria, entro il 1505.
La tavola principale mostra una sacra conversazione con la Madonna col Bambino, San Giovannino e i Santi Pietro, Caterina d'Alessandria, Margherita (o Cecilia) e Paolo sormontata da una lunetta con l'Eterno tra due Angeli.
Della predella invece, ceduta nel 1663 a Cristina di Svezia, si conoscono almeno tre scomparti: l’Orazione nell'orto si trova oggi al Metropolitan Museum of Art di New York, la Pietà all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston e la Processione al Calvario alla National Gallery di Londra. Alle estremità dovevano trovarsi dei Santi a tutta figura, dei quali si conoscono il San Francesco d'Assisi e il Sant'Antonio da Padova, oggi alla Dulwich Picture Gallery.
Raffaello Sanzio, L'orazione nell'orto, Pala Colonna,1503-1505, 28 x 24 cm, New Rork, Metropolitan Museum of Art
Processione al Calvario: la predella, le suore di Sant’Antonio e il debito con il macellaio
La pala d'altare richiesta dalle suore a Raffaello rimase intatta nel convento per il quale era stata realizzata dall’Urbinate fino al 1663. A un certo punto però la predella, composta da cinque piccoli riquadri, fu venduta dalle monache a un agente della regina Cristina di Svezia. Le religiose dovevano 300 scudi al macellaio per la carne già consumata e 200 scudi per grano, vino e olio e la vendita dell’opera d’arte sarebbe servita per colmare il loro debito.
L’operazione dovette essere concordata con il vescovo di Perugia che stabilì che l'originale fosse sostituito da una copia, oggi nella Galleria Nazionale dell'Umbria, a Perugia.
Tuttavia alcuni anni dopo le suore ripiombarono in nuove difficoltà finanziarie e il vescovo di Perugia si vide costretto ad approvare anche la vendita del pannello principale e della lunetta. Ad acquistarli per duemila scudi fu, nel 1678, il conte Antonio Bigazzini. Quest'ultimo potrebbe aver agito come agente per i Colonna, una delle famiglie nobili di Roma, nuovi proprietari del capolavoro e dai quali la pala prese il nome.
Il dipinto di Raffaello rimase a Palazzo Colonna fino al 1798, anno in cui si procedette alla vendita dei dipinti della famiglia. Nello stesso anno la predella arrivò sul mercato londinese e i pannelli separati trovarono diversi acquirenti.
Raffaello Sanzio, Processione al Calvario, Pannello centrale della predella appartenuta alla Pala Colonna, 1503-1505, Londra, National Gallery
La Processione al Calvario
Un Cristo sfiancato dal peso della croce - con indosso una semplice veste blu stretta in vita e sul capo una corona di spine - guarda affranto verso l’osservatore. Simone di Cirene lo aiuta a sorreggere il peso della croce, mentre cinque soldati lo scortano verso il Calvario. Dietro di loro, la Vergine, sostenuta dalle tre Marie e accompagnata da San Giovanni Evangelista , si stringe alle donne, sopraffatta dal dolore.
San Giovanni è raffigurato nell’atto di congiungere le mani in segno di disperazione.
C’è tuttavia una particolarità che attira il nostro sguardo: uno degli uomini che conducono Gesù al Calvario indossa un unico calzare di colore giallo al piede destro, rivolto al Calvario, mentre il piede sinistro, rivolto verso Maria, è vestito in una calza rossa.
Il corteo è aperto da tre uomini stretti in corte tuniche e calzamaglie colorate, intenti a trascinare Gesù in avanti. Uno di loro tende una corda legata alla vita di Cristo, mentre gli altri due cavalieri aprono il corteo che procede verso il Golgota. Il cavaliere in testa al corteo indossa vesti orientali e regge un vessillo. Tuttavia è colto dal dubbio, ed è per questo che Raffaello sceglie di raffigurarlo nell’atto di voltarsi indietro.
Il gesto di volgersi per guardare alle proprie spalle i personaggi che avanzano, conferisce ai tre gruppi della processione un evidente ritmo, accentuato anche dalla ripetizione del colore giallo.
La salita al Calvario è un episodio tratto dalla Passione di Cristo. Condannato da Pilato di fronte al popolo, Cristo viene condotto dai soldati verso il luogo della crocifissione, sul Monte Calvario, fuori dalle mura, dove venivano condannati i rei di bestemmia.
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