Dall’8 giugno al 1° ottobre a Milano

Brera celebra il Settecento di Pompeo Batoni

Courtesy Pinacoteca di Brera | Pinacoteca di Brera. Il Quinto Dialogo: Attorno al Settecento. Pompeo Batoni e Milano
 

Francesca Grego

05/06/2017

Milano - È il Settecento di Pompeo Batoni il protagonista del Quinto Dialogo della Pinacoteca di Brera, nuovo appuntamento della serie inaugurata dal direttore James Bradburne.

Dopo i ritratti di Lorenzo Lotto, a partire dall’8 giugno sarà la volta di un altro artista profondamente legato alla storia di Milano ed emblematico della sua epoca, la cui opera sarà messa a confronto con lavori di contemporanei come Pierre Subleyras, Giuseppe Bottani, Giambattista e Giandomenico Tiepolo, Luca Giordano, Francesco Solimena.

Versatile e prolifico, considerato l’erede settecentesco di Raffaello per la grazia delle sue composizioni, Batoni fu amato dalla Lombardia alla Sicilia. Ma i successi più sensazionali li riscosse in area anglosassone, dove divenne famoso per le vedute del Grand Tour e richiestissimo come ritrattista.
A una piacevole naturalezza ed eleganza i suoi ritratti univano infatti una penetrante attitudine psicologica mentre, inaugurando una nuova tipologia, collocavano il committente sullo sfondo di rovine classiche o scorci della campagna romana, ammantato della stessa dignità di una statua antica.
 
Nelle sale appena rinnovate della Pinacoteca di Brera, “Attorno al Settecento. Pompeo Batoni e Milano” presenterà l’artista toscano nella duplice dimensione sacra e profana. In primo piano la prestigiosa pala d’altare milanese della Madonna col Bambino e i Santi Giuseppe e Zaccaria, Elisabetta e Giovannino, proveniente dalla chiesa distrutta dei Santi Cosma e Damiano, e il dipinto Il Beato Tolomei assiste le vittime della Peste, dalla chiesa di San Vittore al Corpo.

Alcuni nudi testimoniano invece la grandezza di Batoni nel disegno, particolarmente apprezzata da Antonio Canova, che di lui scrisse: “Mi piace molto il suo disegnare, tenero, grandioso, di belle forme”, oltre a raccontare i primi anni dell’Accademia di Brera, dove l’artista era studiato come esempio di “buon gusto e raziocinio naturale”.

Intorno a questo nucleo si dispone un itinerario storico artistico che partendo dalle pale di Subleyras e Bottani, anch’esse nell’arredo della chiesa dei Santi Cosma e Damiano, esplora un superbo capolavoro giovanile di Giambattista Tiepolo, per arrivare poi all’arte del bozzetto, con realizzazioni di Luca Giordano, Francesco Solimena, Nicola Malinconico, Giandomenico Tiepolo.

Un affascinante excursus agli albori dell’epoca dei musei e della stessa Pinacoteca di Brera, aperta al pubblico nel 1809 per volere di Napoleone.
“Possiamo considerare la rivoluzione francese la culla del museo moderno”, ha spiegato il direttore della Pinacoteca James Bradburne: “Dopo il 1789 raccogliere e conservare opere d’arte, campioni di storia naturale, modelli e anche libri, veniva tollerato solo se quegli oggetti potevano essere usati da coloro che erano finalmente stati dotati di cittadinanza e diritto di voto”.

A più di 200 anni dalla sua fondazione, la Pinacoteca celebra un momento cruciale della propria storia con il riallestimento della sala 34, teatro del Quinto Dialogo, delle sale 35 e 36, entrambe destinate a dipinti settecenteschi, e del corridoio che espone i ritratti dei Maestri di Brera, mentre si attende il completamento delle operazioni di rinnovamento previsto per il 2018.


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