Dal 15 maggio il roadshow in giro per l’Italia
Il Rinascimento inquieto di Brescia in una grande mostra
![](http://www.arte.it/foto/600x450/ed/149649-IMG_0232.jpg)
Alessandro Bonvicino detto il Moretto, Ritratto di Fortunato Martinengo Cesaresco, 1542. The National Gallery, London I Courtesy Fondazione Brescia Musei
Francesca Grego
13/05/2024
Brescia - Dopo il 2023 da Capitale della Cultura, Brescia torna in pista e annuncia un nuovo progetto espositivo per il prossimo autunno: una grande mostra sul Rinascimento della Leonessa d’Italia, che nelle sale del Museo di Santa Giulia riunirà prestiti da importanti musei europei e statunitensi, inclusi diversi capolavori assoluti. In programma dal 18 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025, Il Rinascimento a Brescia. Moretto, Romanino, Savoldo. 1512-1552 restituirà la ricchezza e la complessità dell’arte e della cultura in città nella prima metà del XVI secolo in un racconto a cura di Roberta D’Adda, Filippo Piazza ed Enrico Valseriati.
Promossa da Fondazione Brescia Musei e dal Comune di Brescia, l’esposizione sarà anticipata da un roadshow che, a partire da mercoledì 15 maggio, farà tappa in prestigiose sedi espositive nazionali: Palazzo Te a Mantova, le Gallerie d’Italia a Milano, il Palazzo del Podestà - Museo del Cinquecento a Bergamo, il Centro Internazionale Andrea Palladio di Vicenza, il Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle alla Tomba di Giulietta di Verona, l’Ateneo Veneto a Venezia.
Un’occasione per approfondire la conoscenza dei tre grandi maestri della pittura bresciana e conoscere il progetto in anteprima attraverso le voci di curatori e organizzatori, spaziando dalla pittura alla musica, dal ruolo della donna alle nuove frontiere del ritratto, fino alla guerra o alla religiosità nella Controriforma, per immergersi pienamente nello spirito di un’epoca.
Concepita come una rilettura completamente nuova del Cinquecento di Brescia e del suo “Rinascimento inquieto”, la mostra indagherà sulle ragioni per cui Alessandro Bonvicino il Moretto, Girolamo Romanino e Giovanni Gerolamo Savoldo svilupparono un linguaggio espressivo che trovò proprio a Brescia un ideale punto di sintesi, identificando le componenti politiche, culturali, sociali ed economiche che permisero alla scuola bresciana di emergere nel competitivo panorama artistico italiano del primo Cinquecento. Il racconto prenderà il via dal Sacco subito dalla città nel 1512 da parte dalle truppe francesi, per poi esplorare le profonde inquietudini e l’atmosfera di incertezza di quegli anni. Fu in questo clima che nacquero nuove idee e una nuova, originale cultura figurativa, all’interno delle quali si collocano figure emblematiche come quella di Fortunato Martinengo (1512-1552), il nobile ritratto da Moretto nel dipinto conservato alla National Gallery di Londra, opera simbolo del progetto.
Promossa da Fondazione Brescia Musei e dal Comune di Brescia, l’esposizione sarà anticipata da un roadshow che, a partire da mercoledì 15 maggio, farà tappa in prestigiose sedi espositive nazionali: Palazzo Te a Mantova, le Gallerie d’Italia a Milano, il Palazzo del Podestà - Museo del Cinquecento a Bergamo, il Centro Internazionale Andrea Palladio di Vicenza, il Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle alla Tomba di Giulietta di Verona, l’Ateneo Veneto a Venezia.
Un’occasione per approfondire la conoscenza dei tre grandi maestri della pittura bresciana e conoscere il progetto in anteprima attraverso le voci di curatori e organizzatori, spaziando dalla pittura alla musica, dal ruolo della donna alle nuove frontiere del ritratto, fino alla guerra o alla religiosità nella Controriforma, per immergersi pienamente nello spirito di un’epoca.
Concepita come una rilettura completamente nuova del Cinquecento di Brescia e del suo “Rinascimento inquieto”, la mostra indagherà sulle ragioni per cui Alessandro Bonvicino il Moretto, Girolamo Romanino e Giovanni Gerolamo Savoldo svilupparono un linguaggio espressivo che trovò proprio a Brescia un ideale punto di sintesi, identificando le componenti politiche, culturali, sociali ed economiche che permisero alla scuola bresciana di emergere nel competitivo panorama artistico italiano del primo Cinquecento. Il racconto prenderà il via dal Sacco subito dalla città nel 1512 da parte dalle truppe francesi, per poi esplorare le profonde inquietudini e l’atmosfera di incertezza di quegli anni. Fu in questo clima che nacquero nuove idee e una nuova, originale cultura figurativa, all’interno delle quali si collocano figure emblematiche come quella di Fortunato Martinengo (1512-1552), il nobile ritratto da Moretto nel dipinto conservato alla National Gallery di Londra, opera simbolo del progetto.
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