TRE VISIONI DELLA GEOMETRIA. Sergio Colussa, Massimo Salvadori, Rino Sernaglia
Dal 12 Gennaio 2024 al 18 Febbraio 2024
Casale Monferrato | Alessandria
Luogo: Castello di Casale Monferrato
Indirizzo: P.zza Castello
Orari: Sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Curatori: Giovanni Granzotto e Anselmo Villata
Costo del biglietto: Ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0142 444329
Dal 12 gennaio al 18 febbraio 2024 il Castello di Casale Monferrato (Alessandria) ospita la mostra TRE VISIONI DELLA GEOMETRIA. Sergio Colussa, Massimo Salvadori, Rino Sernaglia, a cura di Giovanni Granzotto e Anselmo Villata e organizzata da Verso l’Arte in collaborazione con Matteo Ragni Arte Contemporanea e Studio d’Arte GR. L’esposizione, attraverso una sessantina di opere che trovano spazi negli splendidi locali al primo piano del Castello, tra le sedi espositive più versatili del Piemonte, racconta il percorso artistico dei tre maestri, con un focus sulle ricerche portate avanti negli ultimi anni di attività.
Tre artisti il cui lavoro viene messo in relazione perché, indipendentemente dalle origini – che per mere questioni anagrafiche risalgono agli anni Sessanta per Sernaglia, ai Settanta per Colussa e alla fine degli Ottanta per Salvadori – e dalle correnti che ne hanno influenzato la dimensione pittorica – Sernaglia quelle dell’arte programmata e cinetica, Colussa lo spirito del Nord Europa e la cultura arcaica, Salvadori le correnti geometriche del nuovo astrattismo italiano e della nuova arte programmata – quello che ha guidato i loro percorsi è la visione pittorica della geometria, una geometria intesa come grimaldello espressivo che scardina i mondi della pittura. Una geometria, comunque, assolutamente visionaria.
A caratterizzare il lavoro di Rino Sernaglia (1936-2018) è il cinetismo virtuale, che scaturisce dal rapporto tra geometria e luce, che compenetrandosi creano una forma tridimensionale che pulsa, come un tubo al neon. Per Sergio Colussa (1942) la geometria è – ed ha anche l’estetica di – un ponte, un collegamento tra un mondo-oltre, dalla valenza quasi esoterica e dai rimandi museali, e il mondo perfetto e paradigmatico del costruttivismo. La cifra di Massimo Salvadori (1960), peraltro figlio proprio del Monferrato, è la tridimensionalità virtuale, in cui chiude i pigmenti in spazi geometrici serrati che si combinano inventando immagini caleidoscopiche in finto movimento.
Sergio Colussa nasce nel 1942 a Udine, dove vive e lavora tutt’oggi. Si avvicina al mondo artistico come pittore da ragazzo, negli anni sessanta. Le prime importanti mostre, vengono ospitate nella storica Galleria del Girasole a Udine, con le presentazioni dello scrittore Carlo Sgorlon. Poi, critici come Osvaldo Patani e Giorgio Seveso, curano i testi per le esposizioni nelle gallerie di Venezia e Milano. In quegli anni sono assidue le sue frequentazioni artistiche, ma anche personali, con Zigaina, Ciussi, Afro, Pignon e Zoran Music. Dal 1961 partecipa e vince molti premi, in Italia e all’estero. Rimane silente dal punto di vista delle esposizioni personali negli anni novanta, per una scelta etica, avendo intrapreso la direzione di una Galleria d’arte, ma certamente non si interrompe in quegli anni l’evoluzione della sua ricerca, che approda in spazi di geometrie cosmiche trovando un perfetto equilibrio poetico in cui diviene determinante la forza del colore e del ritmo. E’ questo il primo decennio del ventunesimo secolo, in cui la sua straordinaria capacità evocativa, fa letteralmente innamorare Giuseppe Zigaina, che decide di presentare le sue opere, in esposizioni a confronto con Colussa. Come l’ultima grande mostra assieme di Tarcento “Colussa Zigaina” nel 2014.
Rino Sernaglia nasce nel 1936 a Montebelluna. Studia pittura e mosaico all’Istituto d’Arte di Venezia e nel 1959 si trasferisce a Milano dove collabora come disegnatore per pubblicazioni culturali e per la televisione italiana. Dal 1965 inizia una serie di viaggi di studio all’estero che lo aiutano a confrontarsi con le ultime tendenze artistiche e a superare definitivamente un’arte di ispirazione naturalistica ed evocativa a favore dell’astrattismo geometrico. Sernaglia da però un personale impulso a queste ricerche, ideando geniali cicli creativi, come i “processi di purificazione”, i “ positivi-negativi”, i “luce ombra”, che dalla fine degli anni ’60 lo hanno accompagnato in tutta l’attività. La sua ricerca, che lo porta a definire percorsi tridimensionali di luce bianca e meccanica, organizzati all’interno di uno spazio passivo, delimitato ai suoi margini da un cornicione virtuale, suggerisce via via, l’apparizione di forme dinamiche ritmate, moltiplicate. Nel 1990 aderisce al movimento internazionale Arte Madì e all’associazione culturale Arte Struktura, partecipando a numerose mostre e iniziative su questi temi. Ha conseguito numerosi premi e riconoscimenti e le sue opere sono esposte in molti musei pubblici nazionali ed internazionali. Muore nel 2018.
Massimo Salvadori nasce nel 1960 a Casale Monferrato. Dopo una formazione tecnica, attratto dall’arte cinetica e programmata, all'inizio degli anni 90 realizza le prime opere formate da strutture continue determinate matematicamente. La sperimentazione in ambito Optical prosegue nel decennio successivo, finché a partire dal 2010 la ricerca artistica si concentra sull'aspetto progettuale e sul procedimento realizzativo delle opere, per lo più di piccole dimensioni, in cui il focus del lavoro (o meglio, progetto) diventa lo studio preparatorio, la simulazione di accostamento cromatico, il disegno su carta millimetrata, la ricerca dei materiali ideali. Salvadori si cimenta con un'arte difficile, lavorando spesso con la sola commistione di due colori, chiudendo il pigmento in spazi geometrici che si combinano inventando immagini caleidoscopiche in finto movimento, ottenute con l’applicazione della matematica alla realtà. Nel 2008 a Desenzano del Garda è presente alla esposizione di Arte Struktura "L'arte Costruisce l'Europa" insieme ai Maestri del Costruttivismo e della optical art.
Tre artisti il cui lavoro viene messo in relazione perché, indipendentemente dalle origini – che per mere questioni anagrafiche risalgono agli anni Sessanta per Sernaglia, ai Settanta per Colussa e alla fine degli Ottanta per Salvadori – e dalle correnti che ne hanno influenzato la dimensione pittorica – Sernaglia quelle dell’arte programmata e cinetica, Colussa lo spirito del Nord Europa e la cultura arcaica, Salvadori le correnti geometriche del nuovo astrattismo italiano e della nuova arte programmata – quello che ha guidato i loro percorsi è la visione pittorica della geometria, una geometria intesa come grimaldello espressivo che scardina i mondi della pittura. Una geometria, comunque, assolutamente visionaria.
A caratterizzare il lavoro di Rino Sernaglia (1936-2018) è il cinetismo virtuale, che scaturisce dal rapporto tra geometria e luce, che compenetrandosi creano una forma tridimensionale che pulsa, come un tubo al neon. Per Sergio Colussa (1942) la geometria è – ed ha anche l’estetica di – un ponte, un collegamento tra un mondo-oltre, dalla valenza quasi esoterica e dai rimandi museali, e il mondo perfetto e paradigmatico del costruttivismo. La cifra di Massimo Salvadori (1960), peraltro figlio proprio del Monferrato, è la tridimensionalità virtuale, in cui chiude i pigmenti in spazi geometrici serrati che si combinano inventando immagini caleidoscopiche in finto movimento.
Sergio Colussa nasce nel 1942 a Udine, dove vive e lavora tutt’oggi. Si avvicina al mondo artistico come pittore da ragazzo, negli anni sessanta. Le prime importanti mostre, vengono ospitate nella storica Galleria del Girasole a Udine, con le presentazioni dello scrittore Carlo Sgorlon. Poi, critici come Osvaldo Patani e Giorgio Seveso, curano i testi per le esposizioni nelle gallerie di Venezia e Milano. In quegli anni sono assidue le sue frequentazioni artistiche, ma anche personali, con Zigaina, Ciussi, Afro, Pignon e Zoran Music. Dal 1961 partecipa e vince molti premi, in Italia e all’estero. Rimane silente dal punto di vista delle esposizioni personali negli anni novanta, per una scelta etica, avendo intrapreso la direzione di una Galleria d’arte, ma certamente non si interrompe in quegli anni l’evoluzione della sua ricerca, che approda in spazi di geometrie cosmiche trovando un perfetto equilibrio poetico in cui diviene determinante la forza del colore e del ritmo. E’ questo il primo decennio del ventunesimo secolo, in cui la sua straordinaria capacità evocativa, fa letteralmente innamorare Giuseppe Zigaina, che decide di presentare le sue opere, in esposizioni a confronto con Colussa. Come l’ultima grande mostra assieme di Tarcento “Colussa Zigaina” nel 2014.
Rino Sernaglia nasce nel 1936 a Montebelluna. Studia pittura e mosaico all’Istituto d’Arte di Venezia e nel 1959 si trasferisce a Milano dove collabora come disegnatore per pubblicazioni culturali e per la televisione italiana. Dal 1965 inizia una serie di viaggi di studio all’estero che lo aiutano a confrontarsi con le ultime tendenze artistiche e a superare definitivamente un’arte di ispirazione naturalistica ed evocativa a favore dell’astrattismo geometrico. Sernaglia da però un personale impulso a queste ricerche, ideando geniali cicli creativi, come i “processi di purificazione”, i “ positivi-negativi”, i “luce ombra”, che dalla fine degli anni ’60 lo hanno accompagnato in tutta l’attività. La sua ricerca, che lo porta a definire percorsi tridimensionali di luce bianca e meccanica, organizzati all’interno di uno spazio passivo, delimitato ai suoi margini da un cornicione virtuale, suggerisce via via, l’apparizione di forme dinamiche ritmate, moltiplicate. Nel 1990 aderisce al movimento internazionale Arte Madì e all’associazione culturale Arte Struktura, partecipando a numerose mostre e iniziative su questi temi. Ha conseguito numerosi premi e riconoscimenti e le sue opere sono esposte in molti musei pubblici nazionali ed internazionali. Muore nel 2018.
Massimo Salvadori nasce nel 1960 a Casale Monferrato. Dopo una formazione tecnica, attratto dall’arte cinetica e programmata, all'inizio degli anni 90 realizza le prime opere formate da strutture continue determinate matematicamente. La sperimentazione in ambito Optical prosegue nel decennio successivo, finché a partire dal 2010 la ricerca artistica si concentra sull'aspetto progettuale e sul procedimento realizzativo delle opere, per lo più di piccole dimensioni, in cui il focus del lavoro (o meglio, progetto) diventa lo studio preparatorio, la simulazione di accostamento cromatico, il disegno su carta millimetrata, la ricerca dei materiali ideali. Salvadori si cimenta con un'arte difficile, lavorando spesso con la sola commistione di due colori, chiudendo il pigmento in spazi geometrici che si combinano inventando immagini caleidoscopiche in finto movimento, ottenute con l’applicazione della matematica alla realtà. Nel 2008 a Desenzano del Garda è presente alla esposizione di Arte Struktura "L'arte Costruisce l'Europa" insieme ai Maestri del Costruttivismo e della optical art.
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