In mostra dal 23 febbraio al 9 giugno
Canaletto e Venezia: il Settecento a Palazzo Ducale
Antonio Canal detto Canaletto, Il molo verso Est con la Colonna di San Marco, Olio su tela, 186 x 111 cm, Milano, Raccolte d’Arte Antica e Pinacoteca del Castello Sforzesco
Francesca Grego
03/01/2019
Venezia - Il Settecento e la Serenissima: un binomio dal fascino intramontabile è pronto a prendere forma a Palazzo Ducale in un itinerario espositivo ricco di spunti, curato da Alberto Craievich e realizzato con la collaborazione di RMN – Grand Palais di Parigi.
Dal 23 febbraio negli Appartamenti del Doge Canaletto & Venezia sarà il racconto a tutto tondo di una straordinaria stagione artistica, che vide fiorire in laguna eccellenze della pittura, della scultura, delle arti decorative: un secolo di grande vitalità e importanti trasformazioni, che insieme ai linguaggi dell’arte abbracciano la storia delle idee e della tecnica, la vita sociale e politica, tra luci e ombre destinate ad ammaliare generazioni di artisti, scrittori e viaggiatori.
Fulcro di un viaggio denso di sorprese è naturalmente la figura di Antonio Canal, conosciuto in tutto il mondo come Canaletto, pittore e incisore passato alla storia per vedute della Serenissima apprezzatissime tra gli aristocratici inglesi che si contendevano i suoi preziosi souvenir del Grand Tour. In piena Età dei Lumi, quella di Canaletto fu una pittura capace di coniugare armoniosamente architettura e natura, basata sull’atmosfera così come sulla matematica e sulla prospettiva (studiata con l’ingegnoso dispositivo della camera ottica), senza trascurare una componente di fantasia nelle estrose vedute immaginarie note come “capricci”.
La rassegna di Palazzo Ducale si propone di mostrare in tutta la sua complessità l’emergere dell’arte nuova di Canaletto, che si sgancia dalla teatralità del Barocco e dal rigore del classicismo mentre il colore prende il sopravvento sul disegno. Le sue novità non arrivano dal nulla e così il progetto espositivo apre lo sguardo sul panorama vivace e variegato della Venezia settecentesca.
Se Luca Carlevarijs pone le premesse del vedutismo, Rosalba Carriera rinnova profondamente l’arte del ritratto, mentre la singolare pittura di costume di Pietro Longhi “esprime in tela i caratteri e le passioni degli uomini” del suo tempo, come osserverà un ammirato Carlo Goldoni.
Ma a Venezia la vera protagonista del XVIII secolo è la luce: accanto alle vedute di Canaletto, che valorizzano come mai prima le condizioni atmosferiche dei diversi momenti del giorno, spiccano le tele e i monumentali cicli decorativi di Giambattista Tiepolo, autore di composizioni dinamiche e raffinate in cui le figure sembrano fluttuare in spazi rarefatti. E poi le celebri incisioni di Giambattista Piranesi, i fasti dell’arte vetraria di Murano, dell’oreficeria e della porcellana, fino all’evocazione di una città in disfacimento nelle vedute di Francesco Guardi sullo sfondo della Rivoluzione Francese e all’affermazione del Neoclassicismo con un gigante come Antonio Canova.
In attesa di Canaletto & Venezia, al Centro Culturale Candiani di Mestre è possibile ammirare oltre 70 opere tra cui 20 dipinti di grandi maestri veneti di ritorno dall’Ermitage di San Pietroburgo, che custodisce una delle più ricche collezioni di arte veneziana esistenti al mondo. Dal Cinquecento al Settecento, da Paolo Veronese a Tiziano, fino a Tiepolo, Canaletto e Guardi, i capolavori del museo russo dialogano con grandi opere delle raccolte civiche veneziane facendo luce sui percorsi che hanno portato l’arte della Serenissima nella città sulla Neva svelando un’avvincente pagina di collezionismo.
Leggi anche:
• FOTO: Canaletto e il Genio della Serenissima
• Canaletto & Venezia
Dal 23 febbraio negli Appartamenti del Doge Canaletto & Venezia sarà il racconto a tutto tondo di una straordinaria stagione artistica, che vide fiorire in laguna eccellenze della pittura, della scultura, delle arti decorative: un secolo di grande vitalità e importanti trasformazioni, che insieme ai linguaggi dell’arte abbracciano la storia delle idee e della tecnica, la vita sociale e politica, tra luci e ombre destinate ad ammaliare generazioni di artisti, scrittori e viaggiatori.
Fulcro di un viaggio denso di sorprese è naturalmente la figura di Antonio Canal, conosciuto in tutto il mondo come Canaletto, pittore e incisore passato alla storia per vedute della Serenissima apprezzatissime tra gli aristocratici inglesi che si contendevano i suoi preziosi souvenir del Grand Tour. In piena Età dei Lumi, quella di Canaletto fu una pittura capace di coniugare armoniosamente architettura e natura, basata sull’atmosfera così come sulla matematica e sulla prospettiva (studiata con l’ingegnoso dispositivo della camera ottica), senza trascurare una componente di fantasia nelle estrose vedute immaginarie note come “capricci”.
La rassegna di Palazzo Ducale si propone di mostrare in tutta la sua complessità l’emergere dell’arte nuova di Canaletto, che si sgancia dalla teatralità del Barocco e dal rigore del classicismo mentre il colore prende il sopravvento sul disegno. Le sue novità non arrivano dal nulla e così il progetto espositivo apre lo sguardo sul panorama vivace e variegato della Venezia settecentesca.
Se Luca Carlevarijs pone le premesse del vedutismo, Rosalba Carriera rinnova profondamente l’arte del ritratto, mentre la singolare pittura di costume di Pietro Longhi “esprime in tela i caratteri e le passioni degli uomini” del suo tempo, come osserverà un ammirato Carlo Goldoni.
Ma a Venezia la vera protagonista del XVIII secolo è la luce: accanto alle vedute di Canaletto, che valorizzano come mai prima le condizioni atmosferiche dei diversi momenti del giorno, spiccano le tele e i monumentali cicli decorativi di Giambattista Tiepolo, autore di composizioni dinamiche e raffinate in cui le figure sembrano fluttuare in spazi rarefatti. E poi le celebri incisioni di Giambattista Piranesi, i fasti dell’arte vetraria di Murano, dell’oreficeria e della porcellana, fino all’evocazione di una città in disfacimento nelle vedute di Francesco Guardi sullo sfondo della Rivoluzione Francese e all’affermazione del Neoclassicismo con un gigante come Antonio Canova.
In attesa di Canaletto & Venezia, al Centro Culturale Candiani di Mestre è possibile ammirare oltre 70 opere tra cui 20 dipinti di grandi maestri veneti di ritorno dall’Ermitage di San Pietroburgo, che custodisce una delle più ricche collezioni di arte veneziana esistenti al mondo. Dal Cinquecento al Settecento, da Paolo Veronese a Tiziano, fino a Tiepolo, Canaletto e Guardi, i capolavori del museo russo dialogano con grandi opere delle raccolte civiche veneziane facendo luce sui percorsi che hanno portato l’arte della Serenissima nella città sulla Neva svelando un’avvincente pagina di collezionismo.
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