Alla scoperta della Sala dei Capitani

Come nasce un affresco. Ai Musei Capitolini un viaggio multimediale nel XVI secolo

Tommaso Laureti, la Giustizia di Bruto, Sala dei Capitani, Palazzo dei Conservatori. Musei Capitolini, Roma I Tommaso Laureti, Public domain, via Wikimedia Commons
 

Francesca Grego

16/12/2021

Roma - Era il 1587 quando il pittore siciliano Tommaso Laureti, talentuoso allievo di Sebastiano del Piombo, intraprendeva un’opera monumentale: affrescare la Sala dei Capitani del Palazzo dei Conservatori, sede della magistratura preposta all’amministrazione dell’Urbe. Ispirandosi a Raffaello, Michelangelo e Giulio Romano, sul colle del Campidoglio Laureti riportò in vita le storie di Roma antica narrate da Tito Livio, celebrando le virtù repubblicane in episodi come la Giustizia di Bruto, Muzio Scevola davanti a Porsenna, Orazio Coclite al Ponte Sublicio, la Battaglia del lago Regillo. Dopo un primo momento di meraviglia, opere vaste e complesse come questa ci spingono a riflettere su come fosse possibile realizzarle con i mezzi in uso nel Cinquecento, a chiederci quanta fatica e abilità siano state necessarie, quali fossero i metodi, gli strumenti e i trucchi del mestiere a disposizione degli artisti. 


Visea alla Sala dei Capitani I Courtesy Musei Capitolini

Con l’aiuto di una nuova applicazione multimediale, oggi uno degli ambienti più riccamente decorati dei Musei Capitolini è pronto a soddisfare ogni curiosità sulle sue origini in un piacevole viaggio attraverso il tempo. Grazie al progetto Visea, con semplici movimenti delle dita in modalità touchless (Air Push) i visitatori potranno navigare nelle scene dipinte sulle quattro pareti del salone, ricostruirne la storia e la sequenza di esecuzione, esplorare il lavoro svolto durante ogni giornata, scoprire come il disegno su carta veniva trasferito sull’intonaco, conoscere i segreti dei pittori e i loro ripensamenti.  


Visea alla Sala dei Capitani, Musei Capitolini I Courtesy Visea

Nel progetto ideato dal team CBC Conservazione Beni Culturali - Nergal Consulting - Xtrust e promosso da Roma Culture - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con i Musei Capitolini e Zètema Progetto Cultura, un’applicazione avanzata basata su natural user interface si affianca alle animazioni dinamiche, arricchendo l’esperienza con approfondimenti sulle tecniche pittoriche, sui personaggi rappresentati e su come nel tempo la sala, già nota come Salotto degli Imperatori, si sia arricchita di monumenti, statue e iscrizioni. 
Disponibile in italiano e in inglese, Visea è il prototipo di un nuovo tipo di fruizione che, spiegano dai Musei Capitolini, affianca ai vantaggi delle esperienze multimediali e della realtà aumentata la possibilità di viverle in totale sicurezza. 


Visea: affresco della Giustizia di Bruto nella Sala dei Capitani, Musei Capitolini I Courtesy Visea