I volti dell'alienazione: disegni di Roberto Sambonet
Dal 25 Febbraio 2017 al 12 Marzo 2017
Pavia
Luogo: Santa Maria Gualtieri
Indirizzo: piazza della Vittoria
Curatori: Franco Corleone, Ivan Novelli
Enti promotori:
- Società della Ragione onlus
- Settore Cultura - Comune di Pavia
- StopOpg
- Archivio Roberto Sambonet
- Con il sostegno della Fondazione Banca del Monte di Lombardia
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.vivipavia.it
Sabato 25 febbraio 2017, alle ore 12, inaugura negli spazi di Santa Maria Gualtieri a Pavia la mostra I volti dell’alienazione, che presenta i disegni di Roberto Sambonet, celebre pittore, designer e grafico italiano (Vercelli, 1924 – Milano, 1995.
L’esposizione, che rimane aperta al pubblico fino al 12 marzo 2017, è promossa dalla Società della Ragione onlus, curata da Franco Corleone e Ivan Novelli in collaborazione con il Settore Cultura del Comune di Pavia, con StopOpg, con l’Archivio Roberto Sambonet e con il sostegno della Fondazione Banca del Monte di Lombardia.
Finalmente tutti gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari sono stati chiusi. I luoghi tristemente noti di Napoli Secondigliano, di Reggio Emilia, di Aversa, di Montelupo Fiorentino e di Barcellona Pozzo di Gotto sono stati consegnati alla memoria dell’orrore. Si è realizzata una rivoluzione gentile inimmaginabile e ora dovrà continuare una battaglia culturale per impedire il risorgere di logiche manicomiali. La riforma deve essere sostenuta per affermare ogni giorno i valori di civiltà, umanità e dignità.
La mostra, che raccoglie 40 disegni e 70 studi realizzati da Sambonet tra il 1951 e il 1952 all’interno del manicomio brasiliano di Juqueri, a cinquanta chilometri da San Paolo in Brasile, dove venne invitato dal direttore Edu Machado Gomes, racconta e indaga il complesso fenomeno del disagio mentale. Questo viaggio nell’orrore smosse le coscienze e preparò il terreno per il lavoro di Franco Basaglia (che visitò quello stesso manicomio), mirato a far sì che non esistessero più “ergastoli bianchi”.
Siamo lieti di ospitare negli spazi di Santa Maria Gualtieri questa interessante mostra che, attraverso il tratto essenziale dei disegni realizzati a china e matita da Roberto Sambonet all'interno di un manicomio brasiliano, ci aiuta a riflettere e a sensibilizzarci nei confronti di un tema delicato come quello del disagio mentale.
Crediamo che questo evento sia estremamente significativo perché ci offre l'opportunità di interrogare la cittadinanza su un tema straordinariamente delicato e importante. Vogliamo sottolineare una volta in più il valore della diversità, quello della cura per i diritti di tutti, quello dell'attenzione che ogni percorso di vita, anche se difficile, merita da parte nostra. L'arte di Sambonet, credo, sarà un veicolo straordinario della nostra riflessione, dichiara Giacomo Galazzo, Assessore alla Cultura del Comune di Pavia.
Sambonet trascorse sei mesi nei reparti dell’ospedale, conducendo una sua personale ricognizione, e ritraendo gli internati in una serie di opere di grande intensità, a china e a matita, tutte capaci di andare al di là del volto e mostrare pensieri, emozioni, sentimenti.
Si tratta di una sorta di viaggio di umana partecipazione, uno scavo nelle pieghe della malattia e della sofferenza, che nel 1977 è stato raccolto nel volume Della Pazzia (M'Arte Edizioni, Milano 1977).
Qui l’artista accosta ai ritratti dei malati di mente testi di autori che nei loro scritti hanno affrontato e raccontato il tema della pazzia, come Allen Ginsberg, Dino Campana, Gaetano Donizetti, Friedrich Wilhelm Nietzsche, Edgar Lee Masters, William Shakespeare, Voltaire Friedrich Holderlin, Edgar Allan Poe.
Roberto Sambonet, nato a Vercelli nel 1924 e morto a Milano nel 1995, è stato un importante pittore, designer e grafico. Si è formato all’Accademia di Brera e ha partecipato attivamente alla vita cittadina, frequentando l’ambiente delle avanguardie artistiche che avevano come punto di ritrovo il bar Giamaica.
Ha partecipato all’avventura del gruppo dei Picassiani con Cassinari, Morlotti e Treccani. Tra il 1948 e il 1953 si è trasferito in Brasile, dove il suo linguaggio artistico ha vissuto una maturazione molto importante, che lo ha condotto verso quell’essenzialità della linea che divenne tratto fondamentale della sua opera, nella pittura, nella grafica e nella produzione di celebri oggetti di industrial design.
La mostra è già stata ospitata alla Fabbrica del Vapore di Milano, al Teatro Chille de la balanza di Firenze, al Palazzo Municipale di Ferrara, al Museo in Trastevere di Roma, al Museo Ken Damy di Brescia, a Palazzo Lanfranchi di Matera, a Palazzo d’Accursio a Bologna e a Palazzo del Consiglio Regionale di Trieste.
Orari: giovedì e venerdì ore 16-19; sabato e domenica 10.30-12.30 / 16-19
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