Lampi sublimi a Ferrara. Tra Michelangelo e Tiziano. Bastianino e il cantiere di San Paolo
Dal 13 Dicembre 2014 al 15 Marzo 2015
Ferrara
Luogo: Pinacoteca Nazionale di Ferrara - Palazzo dei Diamanti
Indirizzo: corso Ercole d'Este 21
Orari: martedì e mercoledì 9-14; da giovedì a domenica 9-19
Enti promotori:
- MiBACT
- Pinacoteca Nazionale di Ferrara
Telefono per informazioni: +39 0532 205844
E-Mail info: pinacotecafe@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.pinacotecaferrara.beniculturali.it
Lampi sublimi è la concisa èkphrasis con cui Roberto Longhi (1934) tradusse in parole sia l’essenza visiva delle opere che Sebastiano Filippi detto il Bastianino (Ferrara 1528/32 – 1602) dipinse negli ultimi vent’ anni del Cinquecento in San Paolo a Ferrara, sia il loro processo creativo: i lampi sono quelli che agitano una scena figurativa post rinascimentale e controriformata che si è infoscata, non ha limpidezza e chiarore e s’immerge in drammatici effetti luministici di ombre, di bagliori, di nebbie. Il sostantivo evoca anche i baleni, i rapidi movimenti di un pennello veloce che ha conquistato una sorprendente libertà dalla forma chiusa, una emancipazione ispirata dai veneti, da Tiziano e applicata da Bastianino con effetti dirompenti alla umanità eroica e irriducibile di Michelangelo. L’attributo sublime dell’èkphrasis longhiana coglie, infine, l’altezza e l’emozionante effetto che ci procura la visione di questa esperienza.
In mostra opere di Dosso e Battista Dossi, Tiziano, Camillo Filippi, Giorgio Ghisi, Ludovico Settevecchi, sono raccolte a illustrare le componenti culturali di Bastianino, un pittore misterioso, che a pochi anni dalla morte venne definito “differente da tutti” (Barotti 1620) e che “formò i suoi nudi … come i vetri, in un sol fiato buttati” (Superbi 1770). Nel 1963 Francesco Arcangeli in una appassionante monografia colse del pittore la rabdomantica sensibilità a captare ed esprimere la fine della civiltà rinascimentale estense e la “romantica distruzione della grande forma plastica italiana; per approdare in un suo personalissimo rien est materiel dans l’espace”
Nel 2014 un finanziamento del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha permesso l’avvio del cantiere in una delle chiese più belle di Ferrara chiusa da tempo: la chiesa carmelitana della Conversione di San Paolo. Qui i gravi effetti del sisma si sono aggiunti ai dissesti pregressi e a una situazione microclimatica condizionata dall’acqua che filtra, percola, intride. Il finanziamento ministeriale ha intanto consentito la pulizia, la disinfestazione, il primo consolidamento delle parti pericolanti, la protezione delle opere inamovibili, la rimozione della maggior parte dei dipinti depositati al Centro di Sassuolo e alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara: a Ferrara le opere più belle ci consentono questa prima esposizione pubblica nel corso dell’impegnativo cantiere di restauro della chiesa.
In mostra opere di Dosso e Battista Dossi, Tiziano, Camillo Filippi, Giorgio Ghisi, Ludovico Settevecchi, sono raccolte a illustrare le componenti culturali di Bastianino, un pittore misterioso, che a pochi anni dalla morte venne definito “differente da tutti” (Barotti 1620) e che “formò i suoi nudi … come i vetri, in un sol fiato buttati” (Superbi 1770). Nel 1963 Francesco Arcangeli in una appassionante monografia colse del pittore la rabdomantica sensibilità a captare ed esprimere la fine della civiltà rinascimentale estense e la “romantica distruzione della grande forma plastica italiana; per approdare in un suo personalissimo rien est materiel dans l’espace”
Nel 2014 un finanziamento del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha permesso l’avvio del cantiere in una delle chiese più belle di Ferrara chiusa da tempo: la chiesa carmelitana della Conversione di San Paolo. Qui i gravi effetti del sisma si sono aggiunti ai dissesti pregressi e a una situazione microclimatica condizionata dall’acqua che filtra, percola, intride. Il finanziamento ministeriale ha intanto consentito la pulizia, la disinfestazione, il primo consolidamento delle parti pericolanti, la protezione delle opere inamovibili, la rimozione della maggior parte dei dipinti depositati al Centro di Sassuolo e alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara: a Ferrara le opere più belle ci consentono questa prima esposizione pubblica nel corso dell’impegnativo cantiere di restauro della chiesa.
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