Sergio Poddighe. L’uomo a pezzi
Dal 30 Agosto 2019 al 13 Settembre 2019
Poppi | Arezzo
Luogo: Palazzo Giorgi
Indirizzo: via Cesare Battisti, 23
Curatori: Milleforme
Enti promotori:
- Con il patrocinio del Comune di Poppi
Il 30 agosto alle 18,00, presso Palazzo Giorgi (Via Cesare Battisti, 23) a Poppi (AR), si inaugurerà, a cura di Milleforme, con il patrocinio del Comune di Poppi ed il sostegno della Pro Loco di Poppi, la mostra “L’uomo a pezzi”, di Sergio Poddighe, un ciclo di opere pittoriche realizzato tra il 2008 ed il 2009. I lavori di Poddighe sono la rappresentazione dell’uomo come soggetto effimero, cui sono sottratte parti anatomiche attraverso mutilazioni, una metafora della parzialità dell’essere. L’uomo, dunque, è entità incompleta, mutilata, che rincorre l’effimero come unica vacua speranza compensativa. Riempie i propri vuoti creandone di nuovi, rincorre le proprie ansie costruendone di ulteriori, mai definitivamente consapevole del proprio progressivo allontanamento dalla concreta condizione umana. Proprio sulla condizione umana le opere suggeriscono una riflessione profonda, una riflessione ed un’analisi che possono essere affrontate da più punti di vista, poiché l’accettazione della complessità, quindi delle diverse angolazioni dell’osservazione è l’unico strumento attraverso cui è possibile costruire una prospettiva di ricomposizione dell’essere umano. Con l’inaugurazione, dunque, si costruirà un’antologia delle parti mancanti cui contribuiranno Francesco Pasetto (sacerdote, teologo, scrittore), Leonardo Magnani (insegnante, Presidente dell’Associazione Cultura della Pace di Sansepolcro) e Francesco Ridolfi (psicologo, animatore del Teatro dell’Oppresso).
Sergio Poddighe è nato a Palermo nel 1955. Si è diplomato al Liceo Artistico della sua città ed in seguito presso l’Accademia di Belle Arti di Roma (corso di pittura). Ha insegnato Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico Statale, dal 1990 risiede ed opera ad Arezzo. Si è interessato agli aspetti simbolici e psicologici del segno grafico (per questo ha frequentato per un anno l’Istituto di Studi Grafologici di Urbino), come anche alle espressioni legate al mondo dell’illustrazione, del fumetto e della pubblicità. Ha prestato la sua opera per l’esecuzione di decorazioni, copertine di libri, manifesti legati a spettacoli ed eventi culturali. La sua ricerca pittorica si snoda attraverso percorsi espressivi diversi: dalla grafica, alla sintesi tra manipolazione digitale e pittura propriamente detta. Ha all’attivo numerose personali e partecipazioni a rassegne d’arte contemporanea in Italia e in Europa (Francia, Germania, Belgio, Svizzera, Austria, Romania, Croazia). Ha esposto in rassegne d’arte contemporanee in Usa (New York City, Houston, San Diego, Los Angeles), e al padiglione italiano di Art Basel Miami (edizione 2010); con i reduci di questa rassegna ha partecipato, in seguito, a “Venti artisti internazionali a Palazzo Borromeo”, Milano. In Florida, inoltre, presso la contea di Walton, ha allestito due personali. Sue opere fanno parte di innumerevoli collezioni private e pubbliche.
Francesco Pasetto da sempre unisce la passione per la ricerca storica e filosofica, legata per altro ai decenni d’insegnamento nelle scuole superiori, a una sensibilità particolare sui temi teologici che lo fanno sentire un “convertito” del Concilio Vaticano II. Ha pubblicato diversi libri tra cui “Da Firenze alla Verna passando per Ama. Cammino a Oriente in compagnia di Francesco il giullare di Dio”, “Donne casentinesi. Itinerari nell’universo femminile di ieri”, “Itinerari dello spirito”, “Pacifismo profetico e pacifismo politico”,
Leonardo Magnani, insegnante, è il presidente dell’Associazione Cultura della Paceche dal 1990 opera localmente, via via aprendosi sempre più a esperienze e contributi esterni, per far conoscere l’approccio ideale e operativo della nonviolenza applicato allo spazio sociale che tutti condividiamo. Dal 1992 assegna un significativo Premio Nazionale Cultura della Pace a quei tranquilli pionieri che ci indicano nuove strade per vivere meglio ogni aspetto del quotidiano. Sono questi ‘attori fuori copione’, che ci piacciono in quanto piccoli sabotatori di un ordine globale basato sull’esclusione truccata da falsa integrazione, ovvero assimilazione delle svariate identità umane, a puro scopo commerciale, con conseguente appiattimento e omologazione. Tra i premiati ci sono laici e religiosi, eretici e innovatori, che in campi diversi hanno raggiunto un illuminato pensiero globale agito localmente. Sono stati Soci Onorari dell’Associazione anche Chiara Ingrao, Portavoce nazionale dell’Associazione per la Pace, Mons. Luigi Di Liegro, direttore della Caritas di Roma e Fabrizio Fabbrini, docente di Storia Antica presso l’Università di Siena – Sede di Arezzo e primo obiettore di coscienza cattolico in Italia. Attualmente si avvale della collaborazione di Luigina Di Liegro, nipote di Don Luigi e Segretario Generale della Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro, di David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo, di Massimo Valpiana, Presidente del Movimento Nonviolento e di Don Achille Rossi, giornalista, filosofo e teologo. www.culturadellapace.org
Francesco Ridolfi psicologo-psicoterapeuta, Psicologo scolastico dal 2010 svolge progetti annuali in vari istituti toscani. Dal 2011 al 2018 ha lavorato in carcere, prima presso l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo F.no, poi presso la casa circondariale di Firenze e quella Prato. Supervisore gruppi di lavoro sociale (psichiatria, disabilità, rifugiati, volontariato), si occupa anche di cooperazione internazionale e partecipa come conduttore a progetti europei Erasmus Plus.
Svolge l’attività libero professionale come psicologo-psicoterapeuta (iscritto all’Ordine degli Psicologi della Toscana dal 2007) come terapeuta individuale, di coppia e familiare.
Regista e conduttore di gruppi teatrali e psicoterapeutici, lavora su una possibile integrazione tra il teatro e la psicoterapia. Collabora con diverse cooperative e associazioni, nel ruolo di psicologo e\o di regista teatrale. Concentrato sulla valorizzazione terapeutica e sociale dell’arte, senza per questo rinunciare alla ricerca estetica. L’arte necessaria al cambiamento. Convinto dell’uso sociale e politico dell’arte, come mezzo di relazione e confronto. Oltre che di bellezza.
Lavora nel settore sociale dal 1999, dapprima come operatore-educatore nel settore psichiatrico, successivamente come operatore di strada per la informazione e prevenzione sostanze stupefacenti, e come operatore in contesti di uso e abuso sostanze stupefacenti (rave, festival, discoteche). Dal 2002 con l’approdo al Teatro Sociale e al Teatro dell’Oppresso svolge ogni intervento riguardante questo settore con l’ausilio dell’arte e del teatro. Ha usato questa metodologia in molti settori: psichiatria, disabilità, cooperazione internazionale, contesti di emergenza, con migranti e rifugiati, équipe professionali, scuole (bambini e adolescenti), carcere (sezioni femminili, sezioni protette, Ser.D., maschili, alta sicurezza e Ospedale Psichiatrico Giudiziario), formazione e team-building, mediazione culturale. www.psicoterapiaeteatro.it
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