Tecnologia al servizio dell'arte

Magnus, lo Shazam delle opere d'arte

ph. courtesy of Magnus
 

Ludovica Sanfelice

02/05/2016

Mondo - Applicare la tecnologia di Shazam all’arte è in soldoni la scintilla da cui l’imprenditore Magnus Resch ha estratto la sua Magnus. Se da poche note l’app musicale permette di individuare la canzone e riferirne il titolo e l’autore, con un semplice scatto l’App recentemente sfornata identifica opere e le collega al loro autore con un corredo di informazioni che vanno dall’attribuzione, alle dimensioni, dai materiali impiegati ai cenni storici. Ma, cosa più interessante, stabilisce un confronto tra il prezzo di galleria e quello d’asta aprendo alla trasparenza e incoraggiando la circolazione di informazioni libere da mediazioni. Che equivale ad attrezzare persone non pratiche del mercato delle conoscenze di un esperto.
 
Lo snodo più delicato nello sviluppo di un simile strumento risiede nella costruzione e nella manutenzione del database affidato al contributo degli utenti, al tempo stesso fruitori e autori del servizio nel caricamento di opere e immagini su cui interviene il team per ciò che concerne l’aggiornamento dei prezzi.

Attualmente il numero di opere che Magnus è in grado di identificare raggiunge il tetto degli otto milioni. Una mole impressionante - anche se le ambizioni sono ben altre - per un progetto che è ancora in fase sperimentale ed è attivo solo nella città di new York, dove comunque sta riscuotendo l’approvazione di artisti, collezionisti e dei più temibili galleristi. 

“Non è una piattaforma destinata lle vendite" chiarisce Resch. "Il nostro obiettivo è fornire accesso al mercato dell'arte, democratizzandolo e se tutto va bene allargando il suo bacino". L'App non a caso è gratuita.

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