In mostra a Torino dall'8 marzo
Shinhanga: le stampe giapponesi nell'era moderna
Ito Shinsui (1898 - 1972), Kanzashi - Giovane donna che si aggiusta l'acconciatura per prepararsi alla festa del nuovo anno, 1931, dalla serie Bellezze moderne firmata Shinsui, sigillo rosso, sigillo editore Watanabe Shōzaburō Edizione 138/250
Francesca Grego
07/03/2024
Torino - Nell’ultimo scorcio del XIX secolo, quando l’Impero del Sol Levante si apriva al mondo occidentale, le stampe giapponesi affascinarono grandi pittori europei come Van Gogh e Monet. Ancora oggi, le esposizioni dedicate ai maestri dell’ukiyoe - Hokusai, Utamaro, Kunisada - possono contare su un successo pressoché garantito. Ma che cosa successe a quest’antica arte quando gli artisti nipponici entrarono in contatto con il modernismo occidentale? Per la prima volta in Italia, una mostra racconta il seguito della storia.
Dall’8 marzo al 30 giugno a Palazzo Barolo, Shinhanga. La nuova onda delle stampe giapponesi presenta il movimento che, all’inizio del Novecento, rivoluzionò la plurisecolare tradizione dell’ukiyoe con soggetti inediti e una nuova sensibilità, frutto dell’incontro con l’arte europea, ma anche delle trasformazioni in atto nella società e nel paesaggio giapponese.
Kasamatsu Shirō (1898-1991), Il Tōshōgū a Ueno, 1954 (edizione più recente), 40,5 x 26,5 cm. Sezione LA PRIMAVERA
A cura di Paola Scrolavezza, studiosa di cultura e letteratura giapponese e docente presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università di Bologna, con la consulenza artistica di Marco Fagioli, collezionista ed esperto di arte giapponese con autorevoli pubblicazioni all’attivo, la mostra torinese presenterà oltre 80 opere originali di alcuni dei più celebri maestri shinhanga, tra cui Itō Shinsui, Kawase Hasui e Hashiguchi Goyō, provenienti da collezioni private e dalla Japanese Gallery Kensington di Londra. Fotografie e riviste d’epoca, oggetti d’arredo, preziosi abiti e kimono tratteggeranno il contesto in cui il movimento si sviluppò, innestando sull’antica tradizione dell’ukiyoe nuove influenze e suggestioni.
Itō Shinsui (1898-1972), Kanzashi - Giovane donna che si aggiusta l’acconciatura per prepararsi alla festa del nuovo anno, 1931, dalla serie "Bellezze moderne" firmata Shinsui, sigillo rosso, sigillo editore Watanabe Shōzaburō Edizione 138/250. Dimensioni 44 x 27,5 cm. Sezione LO SPIRITO DEI TEMPI
Pigmenti brillanti, un maggiore dinamismo, atmosfere silenziose e introspettive caratterizzano lo stile dello shinhanga, letteralmente “nuova xilografia”, nato ufficialmente nel 1916 grazie all’opera di artisti come Itō Shinsui e Kawase Hasui.
I soggetti classici dell’ukiyoe - paesaggi di località alla moda, famose geisha, star del teatro e luoghi della mondanità cittadina – lasciano il posto a scorci di sobborghi e campagne remote, non ancora raggiunte dalla modernizzazione, con rovine, templi antichi, immagini campestri, notturni rischiarati dalla luna o dalle luci dei lampioni. Anche i bijinga - ritratti femminili - cambiano pelle: le protagoniste non sono più celebrità irraggiungibili, bensì donne dei tempi moderni rappresentate nella loro quotidianità, mentre si pettinano o si truccano, giovani dai cui occhi trapelano sogni ed emozioni.
Kasamatsu Shirō (1898-1991), Pioggia serotina sul laghetto di Shinobazu, anno sconosciuto, stampa postuma. Dimensioni 39,2 x 25,8 cm. Sezione RIFLESSI
In controluce, le trasformazioni del Giappone in un periodo poco indagato della sua storia: quello tra le due guerre, in cui il Paese del Sol Levante vive una stagione di libertà e fermenti culturali, sulla scorta della democrazia Taishō (1912-1926) e del rinnovamento avviato ancor prima dagli imperatori Meij. Le città principali divengono i centri di un’arte e di una cultura sempre più alla portata di tutti, aperte alla borghesia in ascesa e al nuovo pubblico che dalla provincia affluisce nelle metropoli. In questo contesto, editori e stampatori illuminati come Watanabe Shōzaburō danno impulso allo sviluppo del movimento Shinhanga, intenzionati a produrre un’arte autoctona e innovativa a partire dalle pratiche tradizionali dell’hanmoto, l’atelier o laboratorio dei maestri dell’ukiyoe, che vede l’artista occuparsi dell’ideazione e del disegno, affidando all’incisore, al tipografo e all’editore la produzione e la diffusione delle stampe.
Kasamatsu Shirō (1898-1991), La grande lanterna del tempio di Kannon ad Asakusa, anno sconosciuto. Dimensioni 38,8 x 26,5 cm. Sezione LO SPIRITO DEI TEMPI
Intanto le città giapponesi crescono e si trasformano. Ad accelerarne la la metamorfosi, nel 1923 interviene il grande terremoto del Kantō, il peggiore nella storia del Paese che, complici i violenti incendi alimentati da un tifone, rase al suolo una vasta area intorno alla capitale. Una nuova Tokyo nasceva dalle proprie ceneri, sempre più proiettata verso il futuro, e con lei una società aperta alla modernità e agli stili di vita occidentali.
Kawase Hasui (1883-1957), Hataori a Shiobara – Tempesta di neve, 1946. Firmata Hasui, sigillo Kawase, sigillo editore Watanabe Shōzaburō. Dimensioni 40,2 x 26,9 cm. Sezione LA NEVE D’INVERNO
Dopo il sisma, la produzione delle incisioni shinhanga si intensifica al ritmo frenetico della ricostruzione urbana. Immagini sempre più diversificate raccontano i cambiamenti in atto: scorci metropolitani con strade deserte, case dalle cui finestre filtra un’illuminazione densa e artificiale; immagini prive di creature animate, dove pioggia e neve evocano la fragilità dell'umanità di fronte agli elementi naturali. Tutto, nelle xilografie prodotte dopo il disastro, comunica smarrimento e, talvolta, nostalgia. Ma nei bijinga le ragazze iniziano a mostrarsi anche al di fuori delle mura domestiche: sono cameriere, insegnanti, infermiere e dattilografe, giovani indipendenti e istruite, pronte a cogliere le opportunità che il nuovo Giappone offre loro.
Dai notturni dominati dal blu profondo alle marine bagnate dal sole al tramonto o dalla luce delle lanterne delle barche, fino alle pagode che svettano sui ciliegi in fiore in un contesto prettamente metropolitano, prende forma un paesaggio ideale, emozionale e simbolico, sul quale spiccano le silhouettes femminili, icone inquiete di una modernità agli albori.
Itō Shinsui (1898-1972), Luna velata in una notte di primavera, 1931. Sigillo Tokubetsusen, editore Watanabe Shōzaburō. Dimensioni 27.7 x 43.5 cm. Sezione LA PRIMAVERA
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Dall’8 marzo al 30 giugno a Palazzo Barolo, Shinhanga. La nuova onda delle stampe giapponesi presenta il movimento che, all’inizio del Novecento, rivoluzionò la plurisecolare tradizione dell’ukiyoe con soggetti inediti e una nuova sensibilità, frutto dell’incontro con l’arte europea, ma anche delle trasformazioni in atto nella società e nel paesaggio giapponese.
Kasamatsu Shirō (1898-1991), Il Tōshōgū a Ueno, 1954 (edizione più recente), 40,5 x 26,5 cm. Sezione LA PRIMAVERA
A cura di Paola Scrolavezza, studiosa di cultura e letteratura giapponese e docente presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università di Bologna, con la consulenza artistica di Marco Fagioli, collezionista ed esperto di arte giapponese con autorevoli pubblicazioni all’attivo, la mostra torinese presenterà oltre 80 opere originali di alcuni dei più celebri maestri shinhanga, tra cui Itō Shinsui, Kawase Hasui e Hashiguchi Goyō, provenienti da collezioni private e dalla Japanese Gallery Kensington di Londra. Fotografie e riviste d’epoca, oggetti d’arredo, preziosi abiti e kimono tratteggeranno il contesto in cui il movimento si sviluppò, innestando sull’antica tradizione dell’ukiyoe nuove influenze e suggestioni.
Itō Shinsui (1898-1972), Kanzashi - Giovane donna che si aggiusta l’acconciatura per prepararsi alla festa del nuovo anno, 1931, dalla serie "Bellezze moderne" firmata Shinsui, sigillo rosso, sigillo editore Watanabe Shōzaburō Edizione 138/250. Dimensioni 44 x 27,5 cm. Sezione LO SPIRITO DEI TEMPI
Pigmenti brillanti, un maggiore dinamismo, atmosfere silenziose e introspettive caratterizzano lo stile dello shinhanga, letteralmente “nuova xilografia”, nato ufficialmente nel 1916 grazie all’opera di artisti come Itō Shinsui e Kawase Hasui.
I soggetti classici dell’ukiyoe - paesaggi di località alla moda, famose geisha, star del teatro e luoghi della mondanità cittadina – lasciano il posto a scorci di sobborghi e campagne remote, non ancora raggiunte dalla modernizzazione, con rovine, templi antichi, immagini campestri, notturni rischiarati dalla luna o dalle luci dei lampioni. Anche i bijinga - ritratti femminili - cambiano pelle: le protagoniste non sono più celebrità irraggiungibili, bensì donne dei tempi moderni rappresentate nella loro quotidianità, mentre si pettinano o si truccano, giovani dai cui occhi trapelano sogni ed emozioni.
Kasamatsu Shirō (1898-1991), Pioggia serotina sul laghetto di Shinobazu, anno sconosciuto, stampa postuma. Dimensioni 39,2 x 25,8 cm. Sezione RIFLESSI
In controluce, le trasformazioni del Giappone in un periodo poco indagato della sua storia: quello tra le due guerre, in cui il Paese del Sol Levante vive una stagione di libertà e fermenti culturali, sulla scorta della democrazia Taishō (1912-1926) e del rinnovamento avviato ancor prima dagli imperatori Meij. Le città principali divengono i centri di un’arte e di una cultura sempre più alla portata di tutti, aperte alla borghesia in ascesa e al nuovo pubblico che dalla provincia affluisce nelle metropoli. In questo contesto, editori e stampatori illuminati come Watanabe Shōzaburō danno impulso allo sviluppo del movimento Shinhanga, intenzionati a produrre un’arte autoctona e innovativa a partire dalle pratiche tradizionali dell’hanmoto, l’atelier o laboratorio dei maestri dell’ukiyoe, che vede l’artista occuparsi dell’ideazione e del disegno, affidando all’incisore, al tipografo e all’editore la produzione e la diffusione delle stampe.
Kasamatsu Shirō (1898-1991), La grande lanterna del tempio di Kannon ad Asakusa, anno sconosciuto. Dimensioni 38,8 x 26,5 cm. Sezione LO SPIRITO DEI TEMPI
Intanto le città giapponesi crescono e si trasformano. Ad accelerarne la la metamorfosi, nel 1923 interviene il grande terremoto del Kantō, il peggiore nella storia del Paese che, complici i violenti incendi alimentati da un tifone, rase al suolo una vasta area intorno alla capitale. Una nuova Tokyo nasceva dalle proprie ceneri, sempre più proiettata verso il futuro, e con lei una società aperta alla modernità e agli stili di vita occidentali.
Kawase Hasui (1883-1957), Hataori a Shiobara – Tempesta di neve, 1946. Firmata Hasui, sigillo Kawase, sigillo editore Watanabe Shōzaburō. Dimensioni 40,2 x 26,9 cm. Sezione LA NEVE D’INVERNO
Dopo il sisma, la produzione delle incisioni shinhanga si intensifica al ritmo frenetico della ricostruzione urbana. Immagini sempre più diversificate raccontano i cambiamenti in atto: scorci metropolitani con strade deserte, case dalle cui finestre filtra un’illuminazione densa e artificiale; immagini prive di creature animate, dove pioggia e neve evocano la fragilità dell'umanità di fronte agli elementi naturali. Tutto, nelle xilografie prodotte dopo il disastro, comunica smarrimento e, talvolta, nostalgia. Ma nei bijinga le ragazze iniziano a mostrarsi anche al di fuori delle mura domestiche: sono cameriere, insegnanti, infermiere e dattilografe, giovani indipendenti e istruite, pronte a cogliere le opportunità che il nuovo Giappone offre loro.
Dai notturni dominati dal blu profondo alle marine bagnate dal sole al tramonto o dalla luce delle lanterne delle barche, fino alle pagode che svettano sui ciliegi in fiore in un contesto prettamente metropolitano, prende forma un paesaggio ideale, emozionale e simbolico, sul quale spiccano le silhouettes femminili, icone inquiete di una modernità agli albori.
Itō Shinsui (1898-1972), Luna velata in una notte di primavera, 1931. Sigillo Tokubetsusen, editore Watanabe Shōzaburō. Dimensioni 27.7 x 43.5 cm. Sezione LA PRIMAVERA
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