Impermanenze. Simona Ragazzi e Raffaele Mazzamurro
Dal 30 Ottobre 2022 al 26 Novembre 2022
Bologna
Luogo: Spazio b5
Indirizzo: Vicolo Cattani 5/b
Orari: da lunedì a sabato dalle ore 16 alle ore 19 o su appuntamento. Domenica chiuso
Curatori: Emanuela Agnoli
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 051 0566878
E-Mail info: info@spaziob5.com
Sito ufficiale: http://www.spaziob5.com
Dal 30 ottobre al 26 novembre 2022 lo Spazio b5 di Bologna ospiterà la mostra “Impermanenze” con le opere mai esposte prima di Simona Ragazzi e Raffaele Mazzamurro, a cura di Emanuela Agnoli. Un’esposizione che vuole raccontare, attraverso una selezione di oltre 20 lavori le tante sembianze dell’Io, con le sue continue metamorfosi. Ragazzi e Mazzamurro operano, così, un’indagine retrospettiva ricca di emozioni sulla continua trasformazione dell’essere umano e della natura, fatta di relazioni, di attese e silenzi, di equilibri precari.
L’approccio utilizzato dai due artisti è visibilmente differente: da un lato la Ragazzi propone un’arte figurativa, dall’altra Mazzamurro risulta essere più informale. I due diversi linguaggi artistici hanno, però, molteplici similitudini intellettuali ed espressive che generano un’interessante intesa mentale, la quale indurrà il visitatore della mostra a riflessioni uniche e intime.
L’artista bolognese Simona Ragazzi in “Impermanenze” approfondisce il tema dello scorrere del tempo e del cambiamento attraverso lavori scultorei in argilla e terracotta smaltata, fotografie e installazioni: al centro del suo lavoro figurativo ci sono gli esseri umani, uniti e accomunati da un perenne stato di evoluzione tra sentimenti e ricordi. Come si legge nel testo critico della curatrice Emanuela Agnoli “Le fotografie di Simona Ragazzi catturano uno stadio della creazione di quelle che diverranno opere tridimensionali (bassorilievi o a tuttotondo), ne cristallizzano l’istante della poesia: sono le Crisalidi. “Crisalide” (dal greco chrusos, oro) è metafora del cambiamento e simboleggia la rinascita, la speranza, il coraggio, la bellezza, ma anche la fuggevolezza della felicità. La condizione umana è come la crisalide: uno stato di passaggio, che collega il corpo materiale con l’anima e, nella consapevolezza della transitorietà della forma, l’intero ciclo di vita è un vero e proprio processo alchemico”.
Raffaele Mazzamurro – scultore e pittore bolognese – sceglie un linguaggio materico caratterizzato dai toni forti e drammatici. Nella sua arte Mazzamurro assembla listelli di legno di abete con colla e chiodi per poi bruciarli. Un percorso denso di significati: la cenere simboleggia la caducità e la morte, mentre il fuoco rappresenta la forza creatrice capace di trasformare e rigenerare la materia. “Nelle opere scultoree di Raffaele Mazzamurro, così come in quelle pittoriche, in cui la ricerca cromatica e la pulizia formale dimostrano una raggiunta maturità artistica, trova forma la poetica della relazione, dell’ascolto e delle parole incomprese. Nell’artista vi è tutta l’energia di chi, incredulo della noncuranza di chi non si ferma ad ascoltare, con l’instancabile capacità di accogliere, vuole fortemente donare qualcosa di sé agli altri, dedicare tempo e attenzione, con cura e gentilezza” – così afferma la curatrice della mostra.
Impermanenze vuole essere una via di fuga, uno spazio libero, dove l’atto della creazione di un’opera d’arte rappresenta la libertà, quell’innato desiderio di elevazione al quale l’essere umano aspira per tutta l’esistenza.
Simona Ragazzi nasce a Bologna, nel 1969, dove ancora oggi vive e lavora. Nel 1993 ha creato l’atelier d’arte Paese dei Balocchi. Artista eclettica, opera principalmente con la scultura alla quale abbina, con armonia, lavori grafici, pittorici, fotografici e installativi.
Raffaele Mazzamurro nasce a Bologna nel 1961, dove ancora oggi vive e lavora. Pittore e scultore, nel suo lavoro l’artista predilige un linguaggio fortemente denso fatto di colore e materia.
L’approccio utilizzato dai due artisti è visibilmente differente: da un lato la Ragazzi propone un’arte figurativa, dall’altra Mazzamurro risulta essere più informale. I due diversi linguaggi artistici hanno, però, molteplici similitudini intellettuali ed espressive che generano un’interessante intesa mentale, la quale indurrà il visitatore della mostra a riflessioni uniche e intime.
L’artista bolognese Simona Ragazzi in “Impermanenze” approfondisce il tema dello scorrere del tempo e del cambiamento attraverso lavori scultorei in argilla e terracotta smaltata, fotografie e installazioni: al centro del suo lavoro figurativo ci sono gli esseri umani, uniti e accomunati da un perenne stato di evoluzione tra sentimenti e ricordi. Come si legge nel testo critico della curatrice Emanuela Agnoli “Le fotografie di Simona Ragazzi catturano uno stadio della creazione di quelle che diverranno opere tridimensionali (bassorilievi o a tuttotondo), ne cristallizzano l’istante della poesia: sono le Crisalidi. “Crisalide” (dal greco chrusos, oro) è metafora del cambiamento e simboleggia la rinascita, la speranza, il coraggio, la bellezza, ma anche la fuggevolezza della felicità. La condizione umana è come la crisalide: uno stato di passaggio, che collega il corpo materiale con l’anima e, nella consapevolezza della transitorietà della forma, l’intero ciclo di vita è un vero e proprio processo alchemico”.
Raffaele Mazzamurro – scultore e pittore bolognese – sceglie un linguaggio materico caratterizzato dai toni forti e drammatici. Nella sua arte Mazzamurro assembla listelli di legno di abete con colla e chiodi per poi bruciarli. Un percorso denso di significati: la cenere simboleggia la caducità e la morte, mentre il fuoco rappresenta la forza creatrice capace di trasformare e rigenerare la materia. “Nelle opere scultoree di Raffaele Mazzamurro, così come in quelle pittoriche, in cui la ricerca cromatica e la pulizia formale dimostrano una raggiunta maturità artistica, trova forma la poetica della relazione, dell’ascolto e delle parole incomprese. Nell’artista vi è tutta l’energia di chi, incredulo della noncuranza di chi non si ferma ad ascoltare, con l’instancabile capacità di accogliere, vuole fortemente donare qualcosa di sé agli altri, dedicare tempo e attenzione, con cura e gentilezza” – così afferma la curatrice della mostra.
Impermanenze vuole essere una via di fuga, uno spazio libero, dove l’atto della creazione di un’opera d’arte rappresenta la libertà, quell’innato desiderio di elevazione al quale l’essere umano aspira per tutta l’esistenza.
Simona Ragazzi nasce a Bologna, nel 1969, dove ancora oggi vive e lavora. Nel 1993 ha creato l’atelier d’arte Paese dei Balocchi. Artista eclettica, opera principalmente con la scultura alla quale abbina, con armonia, lavori grafici, pittorici, fotografici e installativi.
Raffaele Mazzamurro nasce a Bologna nel 1961, dove ancora oggi vive e lavora. Pittore e scultore, nel suo lavoro l’artista predilige un linguaggio fortemente denso fatto di colore e materia.
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