Due ricerche inedite da Stati Uniti e Francia

Il Salvator Mundi, un Leonardo a metà? Nuove ipotesi su un dipinto da Guinness

Salvator Mundi attribuito a Leonardo da Vinci, 1490-1519. Olio su tavola. Collezione privata, Abu Dhabi I Presumably Leonardo da Vinci, Public domain, via Wikimedia Commons
 

Francesca Grego

03/02/2021

Mondo - In 59 anni le sue quotazioni sono salite da 45 sterline a 450 milioni di dollari. In mezzo, l’attribuzione alla magica mano di Leonardo da Vinci. E poi misteri, baruffe tra critici, controversie legali. È la storia del Salvator Mundi, il quadro più costoso mai battuto all’asta, acquistato nel 2017 a New York da un anonimo compratore, poi rivelatosi un emissario del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, e destinato al Louvre di Abu Dhabi, dove per motivi tuttora oscuri non è mai stato esposto. 
Qualcuno intanto dubita della sua paternità. È il caso dello scienziato informatico statunitense Steven Frank e della storica dell’arte Andrea Frank che, come riportato dall’ultimo numero di The Art Newspaper, ritengono che il braccio e la mano destra del Cristo alzati in segno di benedizione siano chiaramente frutto di un pennello diverso da quello del genio di Vinci. A dirlo sarebbero evoluti algoritmi di riconoscimento e classificazione delle immagini, noti agli esperti come “reti neurali convoluzionali”. 


Il Salvator Mundi attribuito a Leonardo da Vinci (dettaglio), 1490-1519. Olio su tavola. Collezione privata, Abu Dhabi I Presumably Leonardo da Vinci, Public domain, via Wikimedia Commons

Mentre si attende la pubblicazione dello studio indipendente dei coniugi Frank sulla rivista del MIT Leonardo, un’indagine del Louvre sembra confermare che il dipinto consisteva inizialmente in un busto composto di sole testa e spalle, sostenendo che la mano e il braccio siano stati aggiunti solo successivamente. La mano destra, hanno spiegato gli esperti francesi, a differenza di tutto il resto è disegnata direttamente sullo sfondo nero, segno che “Leonardo non aveva previsto di dipingerla all’inizio del progetto”. Quando e perché fu apportata la modifica? E soprattutto, fu il maestro toscano a realizzarla? Sull’argomento gli studiosi del Louvre restano cauti, anche perché la ricerca, datata 2018, avrebbe dovuto essere pubblicata in occasione dell’esposizione del dipinto nella sede del museo ad Abu Dhabi. Con il venir meno del prestito, anche l’uscita del libro è stata cancellata. Quanto riportato da The Art Newspaper si basa infatti sulla lettura di copie inedite del volume.

Il Salvator Mundi, insomma, sembra destinato a non trovare pace. Creata da Leonardo per il re Francesco I di Francia, la piccola tavola giunse nel Regno Unito come dono per nozze reali. Fu Giacomo II a complicarne le vicende nel XVIII secolo, regalandola a un'amante senza scrupoli. Nel 1763 il quadro venne battuto all’asta e da questo punto in poi se ne perdono le tracce. La circolazione di numerose copie di pittori leonardeschi confonde le acque oggi come allora. Nel 2005 un dipinto acquistato in Louisiana per poche migliaia di dollari viene sottoposto a restauro e sembra rivelare la mano di Leonardo. Ci scommettono la National Gallery, che espone il quadro nel 2012, e il magnate russo Dmitry Rybolovlev, che nel 2013 lo acquisisce per 127.5 milioni di dollari, prima di cederlo per un prezzo triplicato nella memorabile asta da Christie’s del 15 novembre 2017. E il mistero si infittisce, alimentando la leggenda. 


Il Salvator Mundi attribuito a Leonardo da Vinci, 1490-1519. Olio su tavola. Collezione privata, Abu Dhabi I Presumably Leonardo da Vinci, Public domain, via Wikimedia Commons

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