Ritrovata nel Reggiano una tazza d’oro dell'età del Bronzo
Tazza d'oro, Età del Bronzo
29/05/2012
Reggio Emilia - Pesa quasi mezzo chilo, è alta poco più di 12 cm, è in lamina spessa circa un millimetro e mezzo, ha un delizioso manichetto ed è in oro pressoché purissimo, con rare tracce di argento e stagno. Già questo farebbe della tazza rinvenuta a Montecchio Emilia (RE) un reperto straordinario. Ma se si pensa che risale all’antica età del Bronzo, vale a dire a un periodo compreso tra i 3800 e i 3700 anni fa, e che ha solo tre confronti nel mondo, e nessuno in Italia, ecco che ‘eccezionale’ diventa il termine più appropriato. Secondo il Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Filippo Maria Gambari, "al di là della straordinaria preziosità del reperto, la tazza d’oro di Montecchio Emilia è un oggetto destinato a cambiare radicalmente alcune idee consolidate sui commerci e sugli scambi nell’Europa di quasi quattro millenni fa."
La tazza, in parte rotta da arature o lavori agricoli recenti (era a soli 60 cm di profondità), appare già schiacciata in antico: un danno forse intenzionale, probabilmente legato a uno specifico rituale. Nessuna tomba, struttura o cassetta di lastre conteneva il reperto, sepolto isolato in una semplice buca di nuda terra. Si stanno però verificando alcuni dati d’archivio che potrebbero collegarla ad altri 13 oggetti d’oro, apparentemente dell’età del Bronzo, rinvenuti a Montecchio Emilia il 18 gennaio 1782, sempre durante un’aratura: purtroppo i reperti furono poi fusi e di essi ci restano solo le fantasiose descrizioni dell’epoca. Gli studi sono appena all’inizio ma un dato è certo: si tratta di un ritrovamento eccezionale che lega idealmente il territorio di Montecchio Emilia agli henges del Regno Unito e ai recinti del Nord Reno-Westfalia, le zone da cui provengono i pochi confronti esistenti.
La tazza, in parte rotta da arature o lavori agricoli recenti (era a soli 60 cm di profondità), appare già schiacciata in antico: un danno forse intenzionale, probabilmente legato a uno specifico rituale. Nessuna tomba, struttura o cassetta di lastre conteneva il reperto, sepolto isolato in una semplice buca di nuda terra. Si stanno però verificando alcuni dati d’archivio che potrebbero collegarla ad altri 13 oggetti d’oro, apparentemente dell’età del Bronzo, rinvenuti a Montecchio Emilia il 18 gennaio 1782, sempre durante un’aratura: purtroppo i reperti furono poi fusi e di essi ci restano solo le fantasiose descrizioni dell’epoca. Gli studi sono appena all’inizio ma un dato è certo: si tratta di un ritrovamento eccezionale che lega idealmente il territorio di Montecchio Emilia agli henges del Regno Unito e ai recinti del Nord Reno-Westfalia, le zone da cui provengono i pochi confronti esistenti.
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