Un-real time
Marcorossi arte contemporanea - locandina
Dal 09 Luglio 2011 al 07 Agosto 2011
Pietrasanta | Lucca
Luogo: MARCOROSSI artecontemporanea
Indirizzo: piazza duomo 22
Telefono per informazioni: 058471799
La mostra intende ritracciare lo spazio comune che lega il lavoro di sei giovani artisti: il luogo-tempo della pittura, il concetto di reale- irreale coniugato ed espresso dalle loro diverse sensibilità.
Opere su tela e tavola, acquarelli, affreschi su juta, sculture, rivelano, nella poliedricità delle tecniche, grande forza espressiva. Michael Ajerman, con le sue modelle in posa x lui, raffigura un tempo reale ma artefatto dall'azione del dipingere dal vero, in quelle che appaiono come normali situazioni quotidiane, luci e colori sensuali e quasi morbosi instillano il dubbio: si tratta davvero di momenti neutri e inerti, oppure qualcosa di carnale, delittuoso, preoccupante sta per verificarsi? Proprio l’ambiguità tra la calma e il potenziale turbamento dona alle opere di Ajerman una singolare capacità di rappresentare l’ individuo di oggi, sospeso tra messa in scena di sé, identità multiple e volontà di fuga. Nei suoi dipinti, la veemenza del segno pittorico è mediata da una luce diffusa che interviene sulle persone e sugli oggetti, producendo una trasfigurazione che è perturbante e poetica allo stesso tempo. Per Paolo Maggis, la pittura rappresenta in tempo reale attimi, fotogrammi di vita come istantanee che pur lontane dal mezzo fotografico, ritraggono in modo totalmente personale le suggestioni del giovane artista milanese sempre in viaggio per l’Europa. Tutto avviene sulla pelle della tela, tutto accade sulla sua superficie, il soggetto, spesso, è solo un pretesto e come dice l’artista, “le cose nella realtà ci appaiono sempre come per caso”. Giochi d’amore e di paura, frammenti di vita vissuta o colta per un attimo, imparentati solo dalla pittura su tela. Opere rese attraverso una forte gestualità materica che nel tempo anche grazie al confronto con l’atmosfera europea, è maturata nella composizione degli spazi, è diventata più sintetica nella forma e allo stesso tempo più elaborata nei contenuti.
Valerio Berruti, pittore e scultore, ricerca l'annientamento del tempo reale, collocando i soggetti in un istante sospeso, raffigura l’universo infantile immerso in una dimensione altra che di reale non ha nulla: scolaretti, bambini sognanti, l’infanzia dei nostri ricordi. Sono i fanciulli di oggi, di ieri e di domani raffigurati attraverso una tecnica antica come l’affresco oppure plasmati nel cemento armato arricchito dalla ghiaia che li ammanta di memoria. Le loro forme semplici e morbide con un misto di timida curiosità sono dipinte in modo chiaro su tela grezza con pochi materiali, come se fossero segni spirituali. I suoi lavori suggeriscono anche una nuova sensibilità derivante dalla relazione tra l’individualità e la coscienza collettiva. Anche per Nebojsa, i soggetti prescelti per molti dei suoi lavori sono proprio i bambini d’altri tempi, ispirati da vecchie fotografie dell’800 che la sua pittura pone in un non-tempo, quasi ad emergere dalla nebbia del passato. Il potere di questa pittura stà nel far riemergere pezzi di vita passata ed ormai dimenticata; all’opposto di Berruti tuttavia queste immagini non sono mai “icone” ma identità precise, persone che hanno vissuto, combattuto, amato e sofferto. I colori plubei, le tinte smorzate ma pastose nella consistenza, i tratti fisiognomici accennati ed i dettagli appena abbozzati ci mostrano ciò dhe abbiamo di più prezioso: la nostra identità.
La pittura di Nicola Samori gioca con il tempo e la contemporaneità inserendosi nel passato e creando una sovrapposizione temporale; opere carpite al Seicento o all’Ottocento entreranno in interferenza con il Contemporaneo, riplasmate, trasformate fino a divenire forme nuove.
Anche le sculture rientrano in questa dialettica: gesso e cera per declinare modelli ereditati dalla figurazione classica rianimandoli in modi e forme imprevedibili. Una dinamica simile a Samorì si avverte nelle opere di Santiago Ydanez, che allaccia un legame tra il “tempo antico” e il contemporaneo. Per i suoi lavori infatti trae spunto da capolavori di maestri del passato, da Leonardo a Hans Golbein, realizzando primi piani in bianco e nero, “sfreggiati o ridicolizzati” dal naso dipinto con olio rosso. Nelle opere più classiche, come nei paesaggi, o nei ritratti di animali, si assiste ad un tempo sospeso, davvero irreale, quasi magico, in cui l’energia ha origine dalle cromie affascinanti e audaci, dalla forte gestualità, e dal contrasto tra il forte impatto visivo ed emotivo di alcuni suoi lavori a quelli, apparentemente sereni, in cui sono raffigurati paesaggi innevati e animali pacifici. Attraverso questi contrasti, la pittura di Ydanez diventa una riflessione sull’animo umano.
Valerio Berruti è nato ad Alba, in Piemonte, nel 1977. Oggi vive e lavora a Verduno, in una chiesa
sconsacrata del ‘600 che lui stesso ha restaurato. Il suo principale mezzo espressivo è la tecnica dell’affresco su juta, recentemente però si è dedicato anche alla scultura realizzando opere in cemento. Nel 2009 è il più giovane artista invitato a far parte del Padiglione Italia della 53esima Biennale di Venezia.
Nicola Samorì nasce a Forlì nel 1977. Vive e lavora a Bagnacavallo, in provincia di Ravenna. Nelle immagini, realizzate con un pittura energica e viscosa, emergono i simulacri della “buona pittura” di Rembrandt, di Ribera, che riproduce con minuziosità, ma a cui aggiunge un guizzo, uno scarto, o meglio, a cui sottrae parte della forma umana, facendola regredire ad uno stato pre-formale. La stessa metamorfosi che subiscono le sue sculture in gesso. Nel 2009 ha visto l’ambito Premio Cairo per l’Arte.
Paolo Maggis nasce nel 1978 a Milano. Oggi vive a lavora a Barcellona. L’ artista utilizza immagini tratte da diversi media – cinema, tv, internet – sfruttando la loro violenza istantanea e la confusione dei loro messaggi, con un linguaggio veloce, potente, che assale l’osservatore attraverso strati di colore pastoso che si sovrappongono sulle grandi tele.
Michael Ajerman nasce nel 1977 a New York e ha compiuto studi artistici negli Stati Uniti. Oggi vive e lavora a Londra. Dal 1999 ad oggi ha esposto in numerose gallerie londinesi e newyorkesi. Ha inoltre riscontrato un certo interesse in Cina, con una mostra collettiva all’ Old Ladies House Art Spaces di Macao nel 2006, in Israele, 2008, The Good, the Bad and The Ugly. Rotschild Fine Art, Tel Aviv - e in Italia, dove dal 2007 è seguito dal gruppo Marcorossi artecontemporanea.
Santiago Ydanez è nato a Jaèn in Andalusia nel 1969. Dopo essersi diplomato in Belle Arti all´Università di Granada, a partire dal 1995 ha allestito numerose mostre personali in Spagna, ma anche in Portogallo, Germania, Italia, Messico e Canada.
Nebojsa Despotovic Nasce a Padova nel 1985. Nel 2004 si diploma al Liceo Artistico “ A. Modigliani “ di Padova e nel 2010 consegue la laurea di I° livello in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Vive e lavora tra Padova e Venezia.
Opere su tela e tavola, acquarelli, affreschi su juta, sculture, rivelano, nella poliedricità delle tecniche, grande forza espressiva. Michael Ajerman, con le sue modelle in posa x lui, raffigura un tempo reale ma artefatto dall'azione del dipingere dal vero, in quelle che appaiono come normali situazioni quotidiane, luci e colori sensuali e quasi morbosi instillano il dubbio: si tratta davvero di momenti neutri e inerti, oppure qualcosa di carnale, delittuoso, preoccupante sta per verificarsi? Proprio l’ambiguità tra la calma e il potenziale turbamento dona alle opere di Ajerman una singolare capacità di rappresentare l’ individuo di oggi, sospeso tra messa in scena di sé, identità multiple e volontà di fuga. Nei suoi dipinti, la veemenza del segno pittorico è mediata da una luce diffusa che interviene sulle persone e sugli oggetti, producendo una trasfigurazione che è perturbante e poetica allo stesso tempo. Per Paolo Maggis, la pittura rappresenta in tempo reale attimi, fotogrammi di vita come istantanee che pur lontane dal mezzo fotografico, ritraggono in modo totalmente personale le suggestioni del giovane artista milanese sempre in viaggio per l’Europa. Tutto avviene sulla pelle della tela, tutto accade sulla sua superficie, il soggetto, spesso, è solo un pretesto e come dice l’artista, “le cose nella realtà ci appaiono sempre come per caso”. Giochi d’amore e di paura, frammenti di vita vissuta o colta per un attimo, imparentati solo dalla pittura su tela. Opere rese attraverso una forte gestualità materica che nel tempo anche grazie al confronto con l’atmosfera europea, è maturata nella composizione degli spazi, è diventata più sintetica nella forma e allo stesso tempo più elaborata nei contenuti.
Valerio Berruti, pittore e scultore, ricerca l'annientamento del tempo reale, collocando i soggetti in un istante sospeso, raffigura l’universo infantile immerso in una dimensione altra che di reale non ha nulla: scolaretti, bambini sognanti, l’infanzia dei nostri ricordi. Sono i fanciulli di oggi, di ieri e di domani raffigurati attraverso una tecnica antica come l’affresco oppure plasmati nel cemento armato arricchito dalla ghiaia che li ammanta di memoria. Le loro forme semplici e morbide con un misto di timida curiosità sono dipinte in modo chiaro su tela grezza con pochi materiali, come se fossero segni spirituali. I suoi lavori suggeriscono anche una nuova sensibilità derivante dalla relazione tra l’individualità e la coscienza collettiva. Anche per Nebojsa, i soggetti prescelti per molti dei suoi lavori sono proprio i bambini d’altri tempi, ispirati da vecchie fotografie dell’800 che la sua pittura pone in un non-tempo, quasi ad emergere dalla nebbia del passato. Il potere di questa pittura stà nel far riemergere pezzi di vita passata ed ormai dimenticata; all’opposto di Berruti tuttavia queste immagini non sono mai “icone” ma identità precise, persone che hanno vissuto, combattuto, amato e sofferto. I colori plubei, le tinte smorzate ma pastose nella consistenza, i tratti fisiognomici accennati ed i dettagli appena abbozzati ci mostrano ciò dhe abbiamo di più prezioso: la nostra identità.
La pittura di Nicola Samori gioca con il tempo e la contemporaneità inserendosi nel passato e creando una sovrapposizione temporale; opere carpite al Seicento o all’Ottocento entreranno in interferenza con il Contemporaneo, riplasmate, trasformate fino a divenire forme nuove.
Anche le sculture rientrano in questa dialettica: gesso e cera per declinare modelli ereditati dalla figurazione classica rianimandoli in modi e forme imprevedibili. Una dinamica simile a Samorì si avverte nelle opere di Santiago Ydanez, che allaccia un legame tra il “tempo antico” e il contemporaneo. Per i suoi lavori infatti trae spunto da capolavori di maestri del passato, da Leonardo a Hans Golbein, realizzando primi piani in bianco e nero, “sfreggiati o ridicolizzati” dal naso dipinto con olio rosso. Nelle opere più classiche, come nei paesaggi, o nei ritratti di animali, si assiste ad un tempo sospeso, davvero irreale, quasi magico, in cui l’energia ha origine dalle cromie affascinanti e audaci, dalla forte gestualità, e dal contrasto tra il forte impatto visivo ed emotivo di alcuni suoi lavori a quelli, apparentemente sereni, in cui sono raffigurati paesaggi innevati e animali pacifici. Attraverso questi contrasti, la pittura di Ydanez diventa una riflessione sull’animo umano.
Valerio Berruti è nato ad Alba, in Piemonte, nel 1977. Oggi vive e lavora a Verduno, in una chiesa
sconsacrata del ‘600 che lui stesso ha restaurato. Il suo principale mezzo espressivo è la tecnica dell’affresco su juta, recentemente però si è dedicato anche alla scultura realizzando opere in cemento. Nel 2009 è il più giovane artista invitato a far parte del Padiglione Italia della 53esima Biennale di Venezia.
Nicola Samorì nasce a Forlì nel 1977. Vive e lavora a Bagnacavallo, in provincia di Ravenna. Nelle immagini, realizzate con un pittura energica e viscosa, emergono i simulacri della “buona pittura” di Rembrandt, di Ribera, che riproduce con minuziosità, ma a cui aggiunge un guizzo, uno scarto, o meglio, a cui sottrae parte della forma umana, facendola regredire ad uno stato pre-formale. La stessa metamorfosi che subiscono le sue sculture in gesso. Nel 2009 ha visto l’ambito Premio Cairo per l’Arte.
Paolo Maggis nasce nel 1978 a Milano. Oggi vive a lavora a Barcellona. L’ artista utilizza immagini tratte da diversi media – cinema, tv, internet – sfruttando la loro violenza istantanea e la confusione dei loro messaggi, con un linguaggio veloce, potente, che assale l’osservatore attraverso strati di colore pastoso che si sovrappongono sulle grandi tele.
Michael Ajerman nasce nel 1977 a New York e ha compiuto studi artistici negli Stati Uniti. Oggi vive e lavora a Londra. Dal 1999 ad oggi ha esposto in numerose gallerie londinesi e newyorkesi. Ha inoltre riscontrato un certo interesse in Cina, con una mostra collettiva all’ Old Ladies House Art Spaces di Macao nel 2006, in Israele, 2008, The Good, the Bad and The Ugly. Rotschild Fine Art, Tel Aviv - e in Italia, dove dal 2007 è seguito dal gruppo Marcorossi artecontemporanea.
Santiago Ydanez è nato a Jaèn in Andalusia nel 1969. Dopo essersi diplomato in Belle Arti all´Università di Granada, a partire dal 1995 ha allestito numerose mostre personali in Spagna, ma anche in Portogallo, Germania, Italia, Messico e Canada.
Nebojsa Despotovic Nasce a Padova nel 1985. Nel 2004 si diploma al Liceo Artistico “ A. Modigliani “ di Padova e nel 2010 consegue la laurea di I° livello in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Vive e lavora tra Padova e Venezia.
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