Valerie Honnart. Andremmo a vivere nei boschi?
Dal 16 Novembre 2016 al 23 Novembre 2016
Roma
Luogo: Spazio Cerere
Indirizzo: via degli Ausoni 3
Orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 16.00 alle ore 20.00; sabato e domenica dalle ore 15.00 alle ore 20.00; o su appuntamento
Curatori: Lucia Collarile
Telefono per informazioni: +39 349 8779238
Sito ufficiale: http://www.valeriehonnart.com/
Un solo albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce. (Lao Tse)
In occasione del suo ritorno in Italia, Valerie Honnart sarà in mostra con la personale Andremmo a vivere nei boschi? dal 16 al 23 novembre presso Spazio Cerere, nello storico quartiere romano di San Lorenzo.
Valerie Honnart é nata a Parigi, ha vissuto a Hong Kong, Pechino, Parigi e attualmente vive e lavora Roma. La natura della sua arte nasce dall’incontro di queste influenze, luoghi e culture: uno sguardo alla ricerca di una sinergia fra pieno e vuoto, propri della cultura orientale e una ricerca di ciò che trascende l’uomo, lo frammenta o lo porta all’interiorità.
Il percorso della mostra Andremmo a vivere nei boschi? si suddivide in tre tempi distinti e interscambiabili, tre ragionamenti elaborati su un unico soggetto: l’albero. Soggetto inteso principalmente nella sua accezione individuale (memoria, resistenza, radici) simbolica (mitologia) e collettiva (bosco o foresta, rifugio o pericolo). Attraverso queste tre riflessioni sull’albero, Valerie Honnart propone, come esperienza visiva e di meditazione, alcune delle tematiche a lei più care: le persone, le relazioni e la distanza tra i corpi, la comunità, il mito.
La mostra è introdotta da due grandi installazioni site-specific, opere concettuali con le quali l’artista approfondisce due temi importanti e complementari al percorso: il Ricordo e il Nido.
Opera icona della mostra, ma anche stimolo propulsivo dell’intera esposizione è l’Olmo Hougulou, antico e maestoso albero abbattuto a Pechino, amato e più volte fotografato da Valerie. La vecchia imponente pianta è stata sacrificata, nella distruzione dell’ antica Pechino e quindi della memoria di quella città, per la costruzione di una nuova urbanistica cittadina più funzionale e moderna.
Come afferma la curatrice Lucia Collarile: «Nei lavori in mostra la delicatezza della china cinese, il paziente lavoro dato da tante fasi successive di preparazione del supporto e stesura del colore, ciò che nella cultura asiatica serve a rendere più pacate le emozioni e meditate le azioni, nelle mani di Valerie Honnart si trasforma in segno espressionistico, gesto, forza, partecipazione emotiva. La passionalità francese, l’emotività della mitologia e la misura dell’iconografia classica, conosciuta durante i suoi lunghi soggiorni in Italia, si esprimono nell’imponenza figurativa e morale dei protagonisti delle sue opere, siano essi persone o alberi, individui o ambiente».
C’è una storia in ogni albero come in ogni individuo che fa parte della collettività. Per ogni individuo caduto, distrutto, sradicato, anche una parte della nostra umanità viene cancellata.
Così a Calais, Francia del Nord, c’è un campo profughi tristemente noto per essere particolarmente inospitale. Non a caso chiamato “La Giungla”. La foresta, nei dipinti di Valérie Honnart, è scura, con altissimi tronchi e le folte fronde degli alberi che lasciano passare solo spiragli di luce dorata. Un luogo di protezione e di pericolo che si anima dei corpi di questi esseri nomadi. Siamo una collettività sempre più nomade, diventeremo un immenso unico popolo in movimento continuo. E noi andremmo un giorno a vivere nei boschi per ritrovare l’umanità e le radici che avremo perduto?
Inaugurazione: Mercoledì 16 novembre dalle ore 18
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