Dal 2 febbraio al 2 giugno in Valle d’Aosta
Al Forte di Bard in anteprima il Wildlife Photographer of the Year
Lo scatto vincitore assoluto del Wildlife Photographer of The Year 2018, Marsel Van Oosten, The Golden Couple | © Marsel Van Oosten
Francesca Grego
30/01/2019
Aosta - Animali rari fotografati nel loro habitat, comportamenti insoliti e immagini di sorprendente introspezione psicologica, composizioni dagli incredibili effetti grafici e colori che trafiggono gli occhi da un remoto angolo del deserto, dagli abissi del mare o dall’intrico verde della giungla: sono gli scatti della 54° edizione del Wildlife Photographer of the Year, in arrivo al Forte di Bard per l’attesa anteprima italiana.
Promosso dal Natural History Museum di Londra e considerato il più grande riconoscimento dedicato alla fotografia naturalistica su scala mondiale, il concorso ha visto darsi battaglia in 19 categorie ben 45 mila scatti provenienti da 95 paesi.
Oltre 100 immagini - le più belle e significative secondo una giuria internazionale composta da stimati esperti e fotografi naturalistici - saranno esposte nel principale polo museale della Valle d’Aosta dal 2 febbraio al 2 giugno.
A partire da The Golden Couple, che è valsa all’olandese Marsel Van Oosten il titolo di vincitore assoluto: due scimmie dal naso dorato, madre e figlio, ritratte tra le montagne cinesi di Qingling, unico habitat a ospitare una specie a rischio di estinzione. Sguardi assorti, posa statuaria e spettacolari effetti cromatici rappresentano le vite fragili e preziose con cui condividiamo il pianeta. “Questa immagine è un ritratto, un richiamo simbolico alla bellezza della natura e al modo in cui ci stiamo impoverendo insieme a lei”, ha commentato il presidente della giuria Roz Kidman Cox, aggiungendo: “È un’opera degna di essere esposta in qualsiasi galleria del mondo”.
Dalla Cina all’Africa per un altro scatto di rara intensità, destinatario del premio Young Photographer of the Year: Lounging Leopard cattura l’attimo del risveglio di un leopardo nella Mashatu Game Reserve del Botswana. Il suo autore, Skye Meaker, ha soltanto 16 anni, ma è da quando ha ricevuto la sua prima macchina fotografica tascabile all’età di sette anni che sogna di diventare un fotografo naturalista. “Grazie al timing e alla composizione eseguiti con precisione”, ha affermato il giudice nonché vincitore dell’edizione passata Alexander Badyaev, qui “riusciamo a gettare uno sguardo nel mondo interiore di uno degli animali più fotografati, ma raramente visti dal vivo”.
Se il giovane Skye e altri suoi colleghi hanno dovuto attendere a lungo e con pazienza il momento propizio, dobbiamo alla fortuna e alla prontezza umana l’immagine con cui il fotografo lombardo Marco Colombo ha conquistato la vittoria nella sezione Urban Wildlife: protagonista è un orso marsicano avventuratosi nottetempo nelle strade di un paesino del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
E sono italiani anche Emanuele Biggi, Valter Bernardeschi, Lorenzo Shoubridge, Stefano Baglioni e Georg Kantioler, destinatari delle menzioni speciali rispettivamente per le categorie Animals in their Enviroments, Animal Portraits, Behaviour, Amphibians and Rectiles, Plants and Fungi ed Earths Environments.
Novità assoluta di questa edizione è infine il Lifetime Achievement Award assegnato al reporter Frans Lanting per il trentennale contributo alla conservazione della fauna selvatica. I suoi incarichi per la rivista National Geographic lo hanno portato infatti a svolgere lavori pionieristici che hanno sollevato importanti questioni ambientali in Madagascar e Botswana.
Un interessante programma di eventi collaterali accompagnerà la mostra al Forte di Bard lungo tutto il suo corso: dalla visita inaugurale in compagnia di due guide d’eccezione, i fotografi destinatari di menzioni speciali Valter Bernardeschi e Lorenzo Shoubridge (il 2 febbraio), ai racconti di Stefano Unterthiner, reporter del National Geographic in Oriente e in Sud America (il 27 aprile), per finire in bellezza con il Master di Fotografia Naturalistica in calendario dal 24 al 26 maggio.
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A partire da The Golden Couple, che è valsa all’olandese Marsel Van Oosten il titolo di vincitore assoluto: due scimmie dal naso dorato, madre e figlio, ritratte tra le montagne cinesi di Qingling, unico habitat a ospitare una specie a rischio di estinzione. Sguardi assorti, posa statuaria e spettacolari effetti cromatici rappresentano le vite fragili e preziose con cui condividiamo il pianeta. “Questa immagine è un ritratto, un richiamo simbolico alla bellezza della natura e al modo in cui ci stiamo impoverendo insieme a lei”, ha commentato il presidente della giuria Roz Kidman Cox, aggiungendo: “È un’opera degna di essere esposta in qualsiasi galleria del mondo”.
Dalla Cina all’Africa per un altro scatto di rara intensità, destinatario del premio Young Photographer of the Year: Lounging Leopard cattura l’attimo del risveglio di un leopardo nella Mashatu Game Reserve del Botswana. Il suo autore, Skye Meaker, ha soltanto 16 anni, ma è da quando ha ricevuto la sua prima macchina fotografica tascabile all’età di sette anni che sogna di diventare un fotografo naturalista. “Grazie al timing e alla composizione eseguiti con precisione”, ha affermato il giudice nonché vincitore dell’edizione passata Alexander Badyaev, qui “riusciamo a gettare uno sguardo nel mondo interiore di uno degli animali più fotografati, ma raramente visti dal vivo”.
Se il giovane Skye e altri suoi colleghi hanno dovuto attendere a lungo e con pazienza il momento propizio, dobbiamo alla fortuna e alla prontezza umana l’immagine con cui il fotografo lombardo Marco Colombo ha conquistato la vittoria nella sezione Urban Wildlife: protagonista è un orso marsicano avventuratosi nottetempo nelle strade di un paesino del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
E sono italiani anche Emanuele Biggi, Valter Bernardeschi, Lorenzo Shoubridge, Stefano Baglioni e Georg Kantioler, destinatari delle menzioni speciali rispettivamente per le categorie Animals in their Enviroments, Animal Portraits, Behaviour, Amphibians and Rectiles, Plants and Fungi ed Earths Environments.
Novità assoluta di questa edizione è infine il Lifetime Achievement Award assegnato al reporter Frans Lanting per il trentennale contributo alla conservazione della fauna selvatica. I suoi incarichi per la rivista National Geographic lo hanno portato infatti a svolgere lavori pionieristici che hanno sollevato importanti questioni ambientali in Madagascar e Botswana.
Un interessante programma di eventi collaterali accompagnerà la mostra al Forte di Bard lungo tutto il suo corso: dalla visita inaugurale in compagnia di due guide d’eccezione, i fotografi destinatari di menzioni speciali Valter Bernardeschi e Lorenzo Shoubridge (il 2 febbraio), ai racconti di Stefano Unterthiner, reporter del National Geographic in Oriente e in Sud America (il 27 aprile), per finire in bellezza con il Master di Fotografia Naturalistica in calendario dal 24 al 26 maggio.
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