Vita e amori del Caravaggio

Dipinto di Caravaggio
 

25/09/2003

”Dal sacro al profano; dalla santità a un’apparizione che ha del demoniaco. Il nudo, checché se ne dica, rimescola gli animi, rimanda a pensieri inespressi, fantasie inconfessate, sepolte nel fondo della coscienza per non essere più riesumate. Chi di loro può dire in tutta sincerità, di non avere sentito un tuffo al cuore di fronte a quell’immagine sconveniente sbattuta senza preavviso sotto i loro occhi?”. Giuliano Capecelatro È uscito in libreria, edito dal Saggiatore, il nuovo libro di Giuliano Capecelatro ”Tutti i miei peccati sono mortali. Vita e amori di Caravaggio”, in cui l’autore realizza uno splendido viaggio nella vita del più importante e geniale pittore del barocco italiano. Basandosi su una rigorosa ricostruzione storica, l’ex giornalista dell’Unità ci racconta, come in un romanzo, l’arrivo di Michelangelo Merisi a Roma, i giorni di miseria e fame, il successo sotto l’ala protettrice dei potenti, le critiche per i dipinti considerati sconvenienti, le risse continue, la vita dissoluta, fino all’omicidio di Ranuccio Tomassoni, che lo costringe ad una vita di fughe continue, nell’attesa del perdono papale. Il libro di Capecelatro, a metà fra biografia romanzata e saggio storico, si apre con la descrizione minuziosa dell’agguato ai danni di Caravaggio, in cui egli, dissanguato dalle ferite inflitte da ”quattro sconosciuti”, è prossimo alla morte. La storia, prosegue poi a ritroso nell’ottica della morte, tema a cui Michelangelo Merisi era profondamente legato, fino al decesso ufficiale avvenuto a Porto Ercole nel 1610. Nell’intreccio romanzesco, fatto di pagine che offrono uno spaccato della Roma barocca con i suoi nobili, ladri, preti e cortigiane, ecco che prendono forma, sotto gli occhi del lettore, gli scandalosi dipinti del Caravaggio. Tra questi alcuni esempi potrebbero essere La morte della Vergine, in cui il pittore scaraventa nella tela la madre di Dio come una prostituta, oppure Amore Vittorioso, descritto sopra dallo scrittore. Nel titolo del libro ovvero ”Tutti i miei peccati sono mortali”, ritroviamo l’intento del giornalista di mettere in rilievo la fortissima religiosità che Michelangelo Merisi possedeva e sul fatto che egli si sentisse profondamente peccatore. Perfettamente cosciente che a causa del suo istinto non poteva redimersi, si rappresentò quindi come ”l’infelice” Golia nel David e Goliadi Galleria Borghese, esponendosi al pubblico come peccatore, nel desiderio di espiare le proprie colpe. Un pittore attaccabrighe, violento, presuntuoso, sessualmente ambiguo ma profondamente genio, è questo ciò che emerge dalla lettura dello splendido libro di Capecelatro, ricco di interessanti spunti anche per quanto riguarda la sfera sentimentale dell’artista, fatta di amanti maschili che col tempo diventano le principali fonti d’ispirazione e i protagonisti dei suoi quadri. Tutti i miei peccati sono mortali Vita e amori di Caravaggio Giuliano Capecelatro Il Saggiatore, giugno 2003 € 17.00 www.saggiatore.it