Out There: Architecture Beyond Building

courtesy © La Biennale di Venezia | Biennale Architettura 2008
 

06/05/2008

Dopo le numerose riflessioni sugli sterminati scenari delle megalopoli globali, tema centrale nell’edizione del 2006, la Biennale di quest’anno, che si preannuncia ricca di “installazioni site specific, visioni ed esperimenti”, sembrerebbe provenire quasi da un altro pianeta. Al di là appunto, oltre l’edificio, come fa intendere lo stesso titolo dell' XI Mostra Out There: Architecture Beyond Building.

Spiega del resto Aaron Bretsky, il Direttore dell’ edizione 2008, che la Mostra non propone nuove soluzioni ma pone piuttosto nuove domande, “sarà una Biennale di esperimenti e di installazioni, non di monumenti”.

“Infatti, gli edifici non sono abbastanza: sono la tomba dell’architettura, ciò che resta di quel desiderio di costruirci un altro mondo, un mondo migliore e aperto ad altre possibilità oltre il quotidiano – dice Bretsky –  In concreto, architettura è ciò che può farci sentire ‘a casa’ nel mondo.”

“Non è il tragico della situazione che viene messo in discussione ma l’etica stessa dell’architettura”, prosegue il Presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta.

“La sfida dell’undicesima Mostra – sottolinea lo stesso Betsky – consiste nel raccogliere e incoraggiare la sperimentazione: quella delle strutture effimere, delle visioni di altri mondi o di prove tangibili di un mondo migliore. Questa Biennale non vuole presentere edifici già esistenti e di cui si può godere nella vita reale. Non vuole proporre soluzioni astratte a problemi sociali, ma intende vedere se l’architettura, sperimentando nella e sulla realtà, può offrire forme concrete e immagini seduttive”.

“Forse abbiamo bisogno di vedere l’architettura soprattutto come un modo di capire ciò che è necessario costruire e cosa non lo è”.

L’invito di Betsky a cambiare angolazione visiva nell’osservare il mondo sembra quasi suggerire
che forse, per riflettere su un tema tanto complesso come l’architettura del nuovo millennio, sia davvero necessaria, se non indispensabile, una buona dose di corale e salvifica leggerezza.

I temi dell’abitare e della libertà immaginativa affiorano come filo conduttore dell’intero percorso espositivo all’interno del complesso dell’Arsenale, che si aprirà alle Corderie con le suggestive proiezioni di architetture immaginarie tratte da film di fantascienza e film storici, di Hall of Fragments di Reed Kroloff e Casey Jones con Rockwell Associates.

A questa serie di visioni di futuri mondi possibili e antichi mondi perduti, tra le apparizioni di capanne kazake dei nostri giorni e “giardini paradisiaci”, seguiranno quindi le Installations, grandi installazioni e site specific, che si domanderanno come sia possibile sentirsi a “casa” nel mondo, e le dichiarazioni d’intento dei Manifestos, per un’architettura oltre il costruire.

Alle Artiglierie il tema dell’abitare si sposterà sulla “città eterna”, attraverso Uneternal City. Trent’anni da “Roma interrotta”, dodici visioni progettuali su Roma e la sua periferia, e saranno inoltre ospitati i lavori dei primi 10 classificati e delle 40 menzioni d’onore del concorso online per studenti universitari EveryVille 2008. Comunità oltre il Luogo. Senso civico oltre l’Architettura, a cura di Aaron Betsky con la collaborazione di Francesco Delogu.

Oltre ai mondi visionari e onirici, gravitanti intorno al prima e al dopo di un’architettura dell’immaginario, in mostra all’Arsenale, al Padiglione Italia ai Giardini si incontreranno le architetture sperimentali di Experimental Architecture, proiettate, nella loro essenza, oltre il costruire. In questa sezione, realizzata con la collaborazione di Emiliano Gandolfi, saranno esposti i lavori sperimentali di giovani architetti e di sei Masters of the Experiment. Infine, al piano rialzato dello stesso Padiglione Italia, i video di Upload city, getteranno uno sguardo sull’architettura sperimentale proposta dalla (o per) la prossima generazione, capace di mettere da parte molte delle restrizioni del costruire.

In occasione dell’XI Mostra Internazionale di Achitettura, che include inoltre 10 eventi collaterali selezionati, proposti da enti e istituzioni internazionali, la città di Venezia ospiterà quest’anno il numero record di 65 Partecipazioni nazionali con esposizioni proprie, dislocate come di consueto nei Padiglioni storici dei Giardini, all’Arsenale e nel centro storico.

Tra essi il Padiglione Italiano alle Tese delle Vergini dell’Arsenale, realizzato in collaborazione con la PARC - Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - sarà curato da Francesco Garofalo, che nella sua proposta intitolata L'ITALIA CERCA CASA - Progetti per abitare e riabitare le città porrà “la questione operativa dell’abitare al centro della nostra cultura architettonica”.

Su tutti la supervisione di Aaron Betsky - già direttore per sei anni del Netherlands Architecture Institute (NAI) di Rotterdam, uno dei più importanti musei e centri di architettura del mondo, e dall’anno scorso direttore del Cincinnati Art Museum – che sta realizzando l’XI Mostra Internazionale di Architettura affiancato da un suo team di professionisti, architetti e curatori, tra i quali lo studio Thonik di Amsterdam, che lavorerà con lui alla grafica dell’intera manifestazione e alla preparazione di un catalogo e di una serie di conferenze e dibattiti.

La cerimonia di premiazione avrà luogo ai Giardini di Venezia sabato 13 settembre, con la consegna dei premi ufficiali assegnati dalla giuria internazionale insieme ai quali  sarà inoltre consegnato il Leone d’oro alla carriera, proposto al Cda della Biennale dallo stesso Betsky.


Il catalogo della Mostra è edito da Marsilio.
Il sito web ufficiale è www.labiennale.org.