Parla il curatore dell’intervento di land art che inaugura il 12 ottobre tra Formello e Campagnano
- 1 a Three Gates of In-Perfection: la parola ad Angelo Cricchi
Angelo Cricchi | Courtesy of Lost and Found Studio
Samantha De Martin
07/10/2019
A poche ore dal posizionamento dell’ultima opera nel Parco di Veio, Angelo Cricchi tira un sospiro di sollievo.
«L’intervento di Land Art che abbiamo realizzato è più bello del previsto - si lascia sfuggire - e speriamo che questa nostra sensazione possa essere condivisa anche dal pubblico. Almeno...in questi giorni Three Gates of IN-Perfection ha già affrontato alcuni test, superandoli pienamente. In fase di posizionamento, ad esempio, un signore a cavallo, imbattendosi nelle opere, si è mostrato entusiasta. Un altro ha lanciato il suo cane verso l’Atlante di Davide Dormino (una vertebra monumentale simile a una lente di ingrandimento, che comunica un’idea di raccordo ndr) invitandolo ad assaggiarlo.
Qualcun altro ci ha domandato a cosa quelle opere servissero. È proprio questo il nostro obiettivo: indurre chiunque passi da qui a diventare osservatore, a fermarsi, guardare, porsi delle domande, meditare, e perché no, utilizzare le opere per riposarsi o semplicemente per stare in silenzio».
Three Gates of IN-Perfection, l’intervento collettivo di Land Art che vede Cricchi come curatore e che coinvolge i tre artisti di fama internazionale Davide Dormino, Giancarlo Neri e Goldschmied&Chiari, è pronto ad accogliere viaggiatori e pellegrini, camminatori e curiosi, lungo il tratto della via Francigena che attraversa la Valle del Sorbo, tra i comuni di Formello e Campagnano (Roma).
L’inaugurazione dell’operazione promossa e supportata da ARTE.it, si terrà il 12 ottobre alle ore 11 al Parco di Veio, preceduta da una anteprima stampa che avrà luogo il 10 ottobre alle ore 11 a Roma presso il WEGIL in Largo Ascianghi 5.
Questo intervento è il frutto di due anni di incessante lavoro. Com’è cambiato il progetto, dalla fase di ideazione all’allestimento, completato solo qualche giorno fa?
«Mi sento di dire che si presenta meglio di come lo avevamo immaginato. Fosse stato per noi, avremmo potuto già inaugurarlo un anno e mezzo fa, ma siamo incappati in un milione di difficoltà di carattere burocratico. Ad esempio alcuni spazi erano considerati siti di importanza comunitaria (SIC)»
Oltre alla burocrazia si è messa di traverso anche l’archeologia...
«Sì, alla fine tutte le opere hanno cambiato la sede per la quale erano state inizialmente concepite. Dove era prevista la collocazione originale dell’Atlante di Dormino, ad esempio, in seguito ai sopralluoghi, è riemersa una villa romana.
A proposito di archeologia, sono molto felice che il progetto sia piaciuto a Michele Damiani, l’archeologo che ha effettuato i rilievi. Ha mostrato entusiasmo di fronte all’idea del contemporaneo che risveglia l’antico, accogliendo di buon grado l’idea di questa sorta di anello di comunicazione con le vestigia del passato».
Angelo Cricchi non solo è il curatore di questo intervento, ma figura anche tra gli artisti di Three Gates of IN-Perfection. In cosa consiste Epilogo?
«Sono quello che questo progetto lo ha scritto, curato, organizzato e che ha svolto un’opera di documentazione utilizzando i tanti materiali frutto di questo lungo lavoro. Epilogo, che non considero un’opera esclusivamente mia, è un lavoro di documentazione che raccoglie 30 foto (dieci per artista) e un video di venti minuti con un’intervista a me e agli artisti».
Frutto di un intenso lavoro di documentazione delle diverse fasi di ideazione e realizzazione del progetto, Epilogo - che sarà inaugurato il 12 ottobre presso il Santuario di Santa Maria del Sorbo - è una sorta di un racconto visivo del making of, che diventa una guida facilitata alla fruizione delle opere installate nel territorio.
Postresti riferirci qualche aneddoto divertente raccolto in questo lavoro documentaristico e accaduto in fase di allestimento?
«Una volta posizionata sul prato l’opera di Giancarlo Neri, Dialogo Infinito, la gru era rimasta impigliata all'intervento dell'artista: un enorme arco che congiunge due sedie destinate a guardarsi per sempre. L’imponente scultura in acciaio Corten era stata già fissata a terra e non sapevamo come fare. Il gruista allora si è trasformato in una sorta di spiderman o free-climber. Così ho preso la macchina fotografica per immortalare la silhouette di quell’omino minuscolo, appeso a dieci metri dal suolo, mentre si prodiga per scongiurare il peggio».
Che cos’è che accomuna queste opere?
«Si tratta di opere metafisiche, che vedono coinvolte tre generazioni, ma anche tre stili e altrettanti modi di intendere l’arte, che invitano a fermarsi e a meditare. Come la panchina realizzata da Goldshmied & Chiari, Connessione, forse la più “spirituale”, ispirata a una frase di San Francesco. Si tratta di una seduta circolare in legno sovrastata da un lampione con una piccola luce a intermittenza. È l’unica opera realizzata in loco».
Che sensazioni suscita al viaggiatore questa valle? Qual è il rapporto tra queste opere e la spiritualità?
«Forse l’elemento più suggestivo di questo luogo è la straordinaria presenza di animali, come le mucche e i cavalli che pascolano liberi. Tutte le opere entrano in rapporto con una natura straordinaria e uno spazio vivo. Spirituale è l’azione stessa dell’artista nel momento in cui crea».
Quanto tempo resteranno le opere nella Valle del Sorbo? E il tuo Epilogo?
«Le opere dovrebbero rimanere per sempre e seppellirci! Per quanto riguarda il materiale documentaristico che caratterizza Epilogo, l’idea è quella di farlo girare nei musei o sulle vie Francigene di altre regioni, per far conoscere altrove opere nate in stretta connessione con l’anima di questi luoghi e che per ovvi motivi non possono essere spostate».
Allora l’appuntamento è confermato: 10 e 12 ottobre
«Se sopravvivo, è confermato!»
Leggi anche:
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• Goldschmied & Chiari: lungo la Francigena il nostro invito alla relazione e alla ricerca spirituale
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• Dailogo infinito: sulla via Francigena l'arte di Giancarlo Neri
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Qualcun altro ci ha domandato a cosa quelle opere servissero. È proprio questo il nostro obiettivo: indurre chiunque passi da qui a diventare osservatore, a fermarsi, guardare, porsi delle domande, meditare, e perché no, utilizzare le opere per riposarsi o semplicemente per stare in silenzio».
Three Gates of IN-Perfection, l’intervento collettivo di Land Art che vede Cricchi come curatore e che coinvolge i tre artisti di fama internazionale Davide Dormino, Giancarlo Neri e Goldschmied&Chiari, è pronto ad accogliere viaggiatori e pellegrini, camminatori e curiosi, lungo il tratto della via Francigena che attraversa la Valle del Sorbo, tra i comuni di Formello e Campagnano (Roma).
L’inaugurazione dell’operazione promossa e supportata da ARTE.it, si terrà il 12 ottobre alle ore 11 al Parco di Veio, preceduta da una anteprima stampa che avrà luogo il 10 ottobre alle ore 11 a Roma presso il WEGIL in Largo Ascianghi 5.
Questo intervento è il frutto di due anni di incessante lavoro. Com’è cambiato il progetto, dalla fase di ideazione all’allestimento, completato solo qualche giorno fa?
«Mi sento di dire che si presenta meglio di come lo avevamo immaginato. Fosse stato per noi, avremmo potuto già inaugurarlo un anno e mezzo fa, ma siamo incappati in un milione di difficoltà di carattere burocratico. Ad esempio alcuni spazi erano considerati siti di importanza comunitaria (SIC)»
Oltre alla burocrazia si è messa di traverso anche l’archeologia...
«Sì, alla fine tutte le opere hanno cambiato la sede per la quale erano state inizialmente concepite. Dove era prevista la collocazione originale dell’Atlante di Dormino, ad esempio, in seguito ai sopralluoghi, è riemersa una villa romana.
A proposito di archeologia, sono molto felice che il progetto sia piaciuto a Michele Damiani, l’archeologo che ha effettuato i rilievi. Ha mostrato entusiasmo di fronte all’idea del contemporaneo che risveglia l’antico, accogliendo di buon grado l’idea di questa sorta di anello di comunicazione con le vestigia del passato».
Angelo Cricchi non solo è il curatore di questo intervento, ma figura anche tra gli artisti di Three Gates of IN-Perfection. In cosa consiste Epilogo?
«Sono quello che questo progetto lo ha scritto, curato, organizzato e che ha svolto un’opera di documentazione utilizzando i tanti materiali frutto di questo lungo lavoro. Epilogo, che non considero un’opera esclusivamente mia, è un lavoro di documentazione che raccoglie 30 foto (dieci per artista) e un video di venti minuti con un’intervista a me e agli artisti».
Frutto di un intenso lavoro di documentazione delle diverse fasi di ideazione e realizzazione del progetto, Epilogo - che sarà inaugurato il 12 ottobre presso il Santuario di Santa Maria del Sorbo - è una sorta di un racconto visivo del making of, che diventa una guida facilitata alla fruizione delle opere installate nel territorio.
Postresti riferirci qualche aneddoto divertente raccolto in questo lavoro documentaristico e accaduto in fase di allestimento?
«Una volta posizionata sul prato l’opera di Giancarlo Neri, Dialogo Infinito, la gru era rimasta impigliata all'intervento dell'artista: un enorme arco che congiunge due sedie destinate a guardarsi per sempre. L’imponente scultura in acciaio Corten era stata già fissata a terra e non sapevamo come fare. Il gruista allora si è trasformato in una sorta di spiderman o free-climber. Così ho preso la macchina fotografica per immortalare la silhouette di quell’omino minuscolo, appeso a dieci metri dal suolo, mentre si prodiga per scongiurare il peggio».
Che cos’è che accomuna queste opere?
«Si tratta di opere metafisiche, che vedono coinvolte tre generazioni, ma anche tre stili e altrettanti modi di intendere l’arte, che invitano a fermarsi e a meditare. Come la panchina realizzata da Goldshmied & Chiari, Connessione, forse la più “spirituale”, ispirata a una frase di San Francesco. Si tratta di una seduta circolare in legno sovrastata da un lampione con una piccola luce a intermittenza. È l’unica opera realizzata in loco».
Che sensazioni suscita al viaggiatore questa valle? Qual è il rapporto tra queste opere e la spiritualità?
«Forse l’elemento più suggestivo di questo luogo è la straordinaria presenza di animali, come le mucche e i cavalli che pascolano liberi. Tutte le opere entrano in rapporto con una natura straordinaria e uno spazio vivo. Spirituale è l’azione stessa dell’artista nel momento in cui crea».
Quanto tempo resteranno le opere nella Valle del Sorbo? E il tuo Epilogo?
«Le opere dovrebbero rimanere per sempre e seppellirci! Per quanto riguarda il materiale documentaristico che caratterizza Epilogo, l’idea è quella di farlo girare nei musei o sulle vie Francigene di altre regioni, per far conoscere altrove opere nate in stretta connessione con l’anima di questi luoghi e che per ovvi motivi non possono essere spostate».
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