Dante Alighieri. I Colori dell'Inferno

Dante Alighieri. I Colori dell'Inferno, Palazzo Robellini, Acqui Terme (AL)

 

Dal 11 Ottobre 2014 al 26 Ottobre 2014

Acqui Terme | Alessandria

Luogo: Palazzo Robellini

Indirizzo: piazza Levi

Orari: da martedì a domenica 15.30-19

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 0144 770272

E-Mail info: cultura@comuneacqui.com

Sito ufficiale: http://comune.acquiterme.al.it


All'inizio dei tempi, Lucifero, originariamente uno dei migliori angeli, si ribellò a Dio, egli lo fece precipitare sulla Terra dal Paradiso. Nel punto in cui cadde, il terreno presente si ritrasse per il terrore del contatto con questo essere demoniaco, creando così l'enorme cavità ad imbuto che forma l'Inferno. La porzione di terra che si era ritratta riemerse nell'emisfero coperto dalle acque, esattamente dalla parte opposta del globo terrestre, e formò la Montagna del Purgatorio che si erge in mezzo all'immenso mare dell'emisfero opposto. 
Lucifero è conficcato al centro della Terra, nel punto più lontano da Dio, immerso fino al busto nel lago sotterraneo di Cocito, il quale è perennemente congelato a causa del vento gelido prodotto dal continuo movimento delle sue sei ali. Dante e Virgilio percorrono il loro cammino girando lungo i cerchi che pian piano si spingono a spirale giù in profondità. I cerchi più grandi si trovano più in alto perché più diffuso è il peccato che in essi è punito e maggiore è il numero dei peccatori condannati. Più si scende, più si è lontani da Dio e maggiore è la gravità del peccato punito. 
Alcuni scrittori e critici sostengono che, anche se le successive opere di Dante Alighieri, "Purgatorio" e "Paradiso", sono meglio scritti e mostrano maggiormente il genio letterario del poeta, il lavoro che viene definito come più attraente e identificabile con il pubblico generale è L’"Inferno". Seguendo un processo di auto-identificazione, più persone sono predisposti ad identificarsi con le anime condannate in inferno che gli angeli e i santi del paradiso. Siccome ci riconosciamo come esseri umani e di conseguenza eternamente imperfetti, siamo più disposti ad accettare noi stessi di commettere un atto di malvagità che un atto di bontà, quindi arriva la nostra naturale paura di ripercussioni e/o punizione, così ben descritta dallo scrittore. L'altro aspetto della nostra naturale predisposizione e preferenza dall’opera "Inferno" è che naturalmente siamo attratti allo spettacolo o in altre parole alla giusta punizione dei malfattori, ergo trovando una soddisfazione naturale nel fatto che se qualcuno ci ha offeso o fatto del male egli finirà per essere punito per i suoi atti e riceverà la sua eterna e giusta punizione nell'inferno, torturato dai demoni e diavoli. 

La mostra "Dante Alighieri: I colori dell'Inferno", organizzata con l’aiuto della associazione culturale GALA, Cogoleto, ed il comune di Acqui Terme presso il Palazzo Robellini di Acqui Terme, glorifica la prima parte della “Divina Commedia”. La maggior parte delle opere presentate illustrano il passaggio attraverso l’inferno dell'autore ed il suo compagno, Vigilio, comunque si trovano alcuni dipinti che vanno al di là dell’abisso e illustrano parti e scene dal "Paradiso", come il 142 x 95 cm "Beatrice", una opera sensibile che fa omaggio all’eterno amore di Dante che lo aiuta e stima nel suo passaggio tra le creature infernali e diaboliche. Le opere ricreano l'atmosfera soffocante e infernale che tendendo a passare da uno stile espressionista figurativa verso la pura astrazione e l'annientamento di qualsiasi somiglianza di forma e/o figura. Un elemento onnipresente in tutti i dipinti è l’eccessivo accumulo di materiale, colore d’olio, che da alle opere una naturale sensazione di tridimensionalità senza però disturbare gli istinti sensoriali dello spettatore. Lo stile generale dei dipinti è molto distinto e ha come idea principale da differire dal carattere illustrativo delle opere grafiche di Gustave Dore. Esistendo in un altro medium la mostra tende ad avere una maggiore libertà artistica e mira più a ricreare l'atmosfera presente nell'opera di Dante che la sua natura illustrativa, e così facendo ottiene una indipendenza rappresentativa da opere e illustrazioni precedenti, ispirate alla "Divina Commedia". Lo stile pittorico espressionista riporta in vita le immagini orribili e macabri, presenti nell'opera di Dante Alighieri, completa l'atmosfera della poema e gradualmente immerge il pubblico in uno stato di pura meraviglia e stupore quando in confronto con la mostruosa natura visiva della mostra. I pochi disegni presenti fanno, fino a un certo punto, omaggio al mondo delle ombre creato da Dante. Con la loro estrema semplicità i disegni riescono a rappresentare la sensazione di assenza di vita e la disperazione delle anime perdute in inferno, cercando disperatamente di connettersi con qualsiasi fonte di luce e bontà attraverso la loro anima dannata. L’abile posizionamento delle opere e l'ampiezza di Palazzo Robellini dà spazio a una giusta "incantevole" ricreazione del mondo infernale di Dante, in breve crea un percorso visivo attraverso un'altra dimensione ingannando lo spettatore, che di fatto si ritrova in una alternativa dimensione infernale, piena di anime dannate e demoni, creando un’esperienza che merita di essere vista. 

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