Marco Bettio. Amniotica
Dal 04 Novembre 2023 al 24 Marzo 2024
Aosta
Luogo: Chiesa di San Lorenzo
Indirizzo: Via Sant'Orso
Orari: martedì-domenica 10 - 13 / 15 - 18. Chiuso lunedì
Curatori: Daria Jorioz e Gianluca Marziani
Enti promotori:
- Regione autonoma Valle d'Aosta - Struttura Attività espositive e promozione identità culturale
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0165.275937
E-Mail info: u-mostre@regione.vda.it
L’Assessore ai Beni e Attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali della Regione Autonoma Valle d’Aosta è lieto di presentare la mostra “Amniotica” di Marco Bettio, ospitata dal 4 novembre 2023 al 24 marzo 2024 presso la Chiesa di San Lorenzo ad Aosta.
La personale, realizzata dalla Struttura Attività espositive e promozione identità culturale e curata da Daria Jorioz e Gianluca Marziani, raccoglie oltre quaranta oli su tela di piccole, medie e grandi dimensioni che compongono una riflessione sulla natura e sul tempo passando attraverso minuziosi ritratti di animali dalla forte valenza simbolica, di paesaggi montani e nature morte. Con l’utilizzo del linguaggio pittorico, Bettio indaga la connessione tra tutte le creature viventi, senza riservare all’uomo una posizione dominante, ma rendendolo semplicemente un essere tra gli altri: uomini, animali e natura – insieme – costituiscono una piccola moltitudine di solitudini che cercano di entrare in relazione tra loro e di convivere, condividendo l’ambiente in cui abitano.
«Gli sguardi e le posture di molti di questi soggetti – spiega l’artista – esprimono le nostre infinite solitudini così come i nostri infiniti tentativi e modalità per uscirne. Altri dipinti invece ci mostrano il loro modo di conviverci. Rimanendo tutti comunque individui. Esseri viventi che condividono la vita sul pianeta.»
La stretta relazione tra le creature rappresentate da Bettio è messa in evidenza dal percorso di mostra, che l’artista ha voluto costruire con particolare attenzione: gli asini, i topolini, le scimmie che popolano le tele interagiscono attraverso un gioco di sguardi che si rimandano l’uno l’altro come riflessi tra specchi.
L’invisibile trama che tali sguardi tessono nello spazio espositivo possono far percepire i singoli lavori come elementi di un’unica grande installazione e rendono tangibile e vitale quello spazio apparentemente vuoto che si frappone tra le opere e, metaforicamente, tra tutte le creature del mondo: quel “vuoto” è per Bettio molto simile a quella linfa generatrice di vita dalla quale nasciamo, quel liquido amniotico cui il titolo della mostra fa riferimento.
«Amniotica – spiega infatti la curatrice Daria Jorioz – rinvia al liquido vitale, alla fluttuazione, al galleggiamento, alla sospensione, alla linfa generatrice, al mistero della vita.»
Nascono invece come un rituale, un tentativo di fermare il tempo e il percepito cogliendo la bellezza racchiusa nella quotidianità, le opere del ciclo “Desiderio”: nature morte minuziose e dettagliate che raccontano momenti di vita vissuta, momenti intimi, condivisi dapprima solo con la compagna di vita (e di arte) Sarah Ledda, diventate poi un gruppo di opere che ritraggono la piccola pasticceria passata attraverso il loro tempo (e quindi il loro corpo) nel tentativo di farne qualcosa di pittoricamente prezioso.
Nel suo testo in catalogo, il curatore Gianluca Marziani scrive: «…d’improvviso ecco alcuni dolci e oggetti che stuzzicano il palato, come spicchi di un passaggio prossimo o di un’esperienza accaduta, un seme della presenza umana che si rivela con queste tracce alimentari, impregnate di materia corporea ma ormai sospese nella metafisica di una pittura che sta disegnando il profilo dei nostri sentimenti atavici.»
La mostra, oltre alla pittura, dà spazio alla poesia, al teatro e alla musica, forme d’arte che fanno parte del processo creativo dell’artista: ad arricchire l’allestimento vi è infatti un video, diretto dal regista aostano Luca Bich, che racconta la creazione di un’opera di Bettio, esposta in mostra sotto teca, accompagnato dalla teatrale voce narrante del poeta Jean-Claude Obertoanche lui di Aosta. Nel corso della rassegna, inoltre, è previsto un evento musicale alla presenza del compositore Christian Thoma.
La mostra “Amniotica” è il risultato di un percorso, a volte solitario e altre condiviso, che Marco Bettio trasforma in pittura, coniugando intuizione e pensiero razionale, ritualità gestuale e indagine sul mondo.
La rassegna è accompagnata da un catalogo edito dalla Tipografia Valdostana, con testi di Daria Jorioz, Gianluca Marziani e Marco Bettio.
Marco Bettio nasce a Padova nel 1974, dove si forma presso il liceo artistico e poi nella sezione di Pittura dell'Accademia di Belle Arti di Venezia lasciata poco prima da Emilio Vedova. Dal 2002 al 2014 vive e lavora a Milano, iniziando una collaborazione professionale con diverse gallerie e spazi indipendenti, iniziando a fare circolare il proprio lavoro attraverso mostre e fiere. Dal 2014 vive tra Torino ed Aosta.
Attualmente collabora con alcune gallerie d’arte contemporanea tra cui Gilda Contemporary Art di Milano, Zaion Gallery di Biella, Veniero Project di Palermo e Arionte Arte Contemporanea di Catania. Opere di Marco Bettio sono presenti in collezioni pubbliche (Museo Luigi Varoli di Cotignola, RA, Museo dei Profughi di Salonicco, Castello Gamba, Chatillon) e private (tra le quali The Bank Contemporary Art Collection Bassano del Grappa, Elenk’Art Palermo sono aperte al pubblico). Del suo lavoro hanno scritto Angelo Rendo, Paolo Zanatta, Francesco Piazza, Rebecca Delmenico, Davide Dall’Ombra e altri.
La personale, realizzata dalla Struttura Attività espositive e promozione identità culturale e curata da Daria Jorioz e Gianluca Marziani, raccoglie oltre quaranta oli su tela di piccole, medie e grandi dimensioni che compongono una riflessione sulla natura e sul tempo passando attraverso minuziosi ritratti di animali dalla forte valenza simbolica, di paesaggi montani e nature morte. Con l’utilizzo del linguaggio pittorico, Bettio indaga la connessione tra tutte le creature viventi, senza riservare all’uomo una posizione dominante, ma rendendolo semplicemente un essere tra gli altri: uomini, animali e natura – insieme – costituiscono una piccola moltitudine di solitudini che cercano di entrare in relazione tra loro e di convivere, condividendo l’ambiente in cui abitano.
«Gli sguardi e le posture di molti di questi soggetti – spiega l’artista – esprimono le nostre infinite solitudini così come i nostri infiniti tentativi e modalità per uscirne. Altri dipinti invece ci mostrano il loro modo di conviverci. Rimanendo tutti comunque individui. Esseri viventi che condividono la vita sul pianeta.»
La stretta relazione tra le creature rappresentate da Bettio è messa in evidenza dal percorso di mostra, che l’artista ha voluto costruire con particolare attenzione: gli asini, i topolini, le scimmie che popolano le tele interagiscono attraverso un gioco di sguardi che si rimandano l’uno l’altro come riflessi tra specchi.
L’invisibile trama che tali sguardi tessono nello spazio espositivo possono far percepire i singoli lavori come elementi di un’unica grande installazione e rendono tangibile e vitale quello spazio apparentemente vuoto che si frappone tra le opere e, metaforicamente, tra tutte le creature del mondo: quel “vuoto” è per Bettio molto simile a quella linfa generatrice di vita dalla quale nasciamo, quel liquido amniotico cui il titolo della mostra fa riferimento.
«Amniotica – spiega infatti la curatrice Daria Jorioz – rinvia al liquido vitale, alla fluttuazione, al galleggiamento, alla sospensione, alla linfa generatrice, al mistero della vita.»
Nascono invece come un rituale, un tentativo di fermare il tempo e il percepito cogliendo la bellezza racchiusa nella quotidianità, le opere del ciclo “Desiderio”: nature morte minuziose e dettagliate che raccontano momenti di vita vissuta, momenti intimi, condivisi dapprima solo con la compagna di vita (e di arte) Sarah Ledda, diventate poi un gruppo di opere che ritraggono la piccola pasticceria passata attraverso il loro tempo (e quindi il loro corpo) nel tentativo di farne qualcosa di pittoricamente prezioso.
Nel suo testo in catalogo, il curatore Gianluca Marziani scrive: «…d’improvviso ecco alcuni dolci e oggetti che stuzzicano il palato, come spicchi di un passaggio prossimo o di un’esperienza accaduta, un seme della presenza umana che si rivela con queste tracce alimentari, impregnate di materia corporea ma ormai sospese nella metafisica di una pittura che sta disegnando il profilo dei nostri sentimenti atavici.»
La mostra, oltre alla pittura, dà spazio alla poesia, al teatro e alla musica, forme d’arte che fanno parte del processo creativo dell’artista: ad arricchire l’allestimento vi è infatti un video, diretto dal regista aostano Luca Bich, che racconta la creazione di un’opera di Bettio, esposta in mostra sotto teca, accompagnato dalla teatrale voce narrante del poeta Jean-Claude Obertoanche lui di Aosta. Nel corso della rassegna, inoltre, è previsto un evento musicale alla presenza del compositore Christian Thoma.
La mostra “Amniotica” è il risultato di un percorso, a volte solitario e altre condiviso, che Marco Bettio trasforma in pittura, coniugando intuizione e pensiero razionale, ritualità gestuale e indagine sul mondo.
La rassegna è accompagnata da un catalogo edito dalla Tipografia Valdostana, con testi di Daria Jorioz, Gianluca Marziani e Marco Bettio.
Marco Bettio nasce a Padova nel 1974, dove si forma presso il liceo artistico e poi nella sezione di Pittura dell'Accademia di Belle Arti di Venezia lasciata poco prima da Emilio Vedova. Dal 2002 al 2014 vive e lavora a Milano, iniziando una collaborazione professionale con diverse gallerie e spazi indipendenti, iniziando a fare circolare il proprio lavoro attraverso mostre e fiere. Dal 2014 vive tra Torino ed Aosta.
Attualmente collabora con alcune gallerie d’arte contemporanea tra cui Gilda Contemporary Art di Milano, Zaion Gallery di Biella, Veniero Project di Palermo e Arionte Arte Contemporanea di Catania. Opere di Marco Bettio sono presenti in collezioni pubbliche (Museo Luigi Varoli di Cotignola, RA, Museo dei Profughi di Salonicco, Castello Gamba, Chatillon) e private (tra le quali The Bank Contemporary Art Collection Bassano del Grappa, Elenk’Art Palermo sono aperte al pubblico). Del suo lavoro hanno scritto Angelo Rendo, Paolo Zanatta, Francesco Piazza, Rebecca Delmenico, Davide Dall’Ombra e altri.
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