Agibile
Dal 09 Luglio 2017 al 17 Settembre 2017
Sansepolcro | Arezzo
Luogo: CasermArcheologica
Indirizzo: via Aggiunti 55
E-Mail info: casermarcheologica@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.casermarcheologica.it
Domenica 9 luglio alle ore 18 CasermArcheologica, ex Caserma dei Carabinieri di Sansepolcro, riaprirà le proprie porte alla cittadinanza con una mostra dedicata al concetto di rigenerazione, per ridare linfa a uno spazio, renderlo usufruibile e vitale. Da qui nasce il titolo della mostra di riapertura, AGIBILE, e la volontà di scegliere la fenice che risorge dalle ceneri (decorazione rinvenuta in una parete dell’ex Caserma) come immagine simbolo. L'inaugurazione sarà preceduta dalla sfilata della banda Società Filarmonica dei Perseveranti di Sansepolcro, che da Piazza Torre di Berta arriverà in via Aggiunti, 55.
Tre artisti di fama nazionale presenteranno le loro opere, ideate appositamente per altrettante sale della Caserma: Francesco Capponi, Carla Rak e Federica Gonnelli.
Francesco Capponi presenterà un’installazione con sculture prevalentemente in legno, in parte carbonizzato. “Le opere interagiranno tra loro, con lo spazio circostante e con lo spettatore, ognuna con il proprio linguaggio, tramite odore, suono, luce o movimento” afferma l’artista umbro, “l’installazione sarà ispirata al rito di preparazione che la fenice compie prima di bruciare, il rituale della creazione del suo rogo/nido per il suo rinnovo ciclico.”
L’installazione di Federica Gonnelli, Quella cosa che non c’è, farà uso di vari strumenti effimeri (il velo, il video, le opere a parete, lo specchio, il fuoco e la cenere) per stabilire una relazione tra l’artista, gli spettatori e lo spazio circostante. L’obiettivo è restituire all’osservatore il mondo di CasermArcheologica, passato e presente, attraverso una realtà virtuale. L’opera principale avrà il titolo di Relianza e sarà realizzata con il velo d’organza, a simboleggiare il legame che intercorre tra individui e luogo. “Un’identità celata dal lenzuolo e uno specchio che rimanda un fascio di luce verso l’osservatore che potrebbe ipoteticamente riflettersi in esso” spiega Gonnelli, “un gioco di identità, celate e/o espresse, tra l’artista e lo spettatore che con l’opera si identifica.”
Carla Rak con il suo intervento intende restituire l’idea di stratificazione, intesa come processo di crescita lento e inesorabile, che ha definito l’identità molteplice di Palazzo Muglioni. Due suggestioni guidano la sua ricerca: da una parte il tempo come entità che attraversa le cose aggiungendo sempre nuovi strati, dall’altra il tempo irreale del mito che si ripete in cicli sempre uguali. “Il riutilizzo di immagini già esistenti è frequente nella mia ricerca” dichiara l’artista romana, “penso spesso al mio lavoro come un’operazione connessa con il mettere insieme dei frammenti, sia dal punto di vista materiale (con i collages, le fotografie) che simbolico: frammenti di ricordi, di emozioni, di storie.”
Francesco Capponi ha studiato scultura all’Accademia di Belle Arti di Perugia. Lavora unendo vari linguaggi artistici tra i quali prevale la fotografia sperimentale e stenopeica. La contaminazione tra scultura e fotografia gli consente di fondere il mezzo creatore con l’immagine instaurando una reciprocità tra i due elementi che dialogano tra di loro in un’unica opera. Nei suoi lavori scultorei la sperimentazione si avvale dell’uso di elementi cinetici e ottici destinati a favorire l’interazione con l’osservatore. Mescolando arti differenti, usando insieme tecniche antiche e moderne, prova a creare oggetti fuori dal tempo capaci di stimolare il lato onirico nascosto in chi li guarda.
Carla Rak vive e lavora a Roma, dove è nata nel 1978. Dopo una lunga esperienza come photoeditor in una grande agenzia fotografica, dal 2011 ha scelto di lavorare come editor free-lance e docente. Laureata in Sociologia e Dottore di ricerca in Comunicazione, le sue ricerche accademiche sulla fotografia hanno ricevuto il riconoscimento dell’Istituto di Studi Filosofici di Napoli e il Premio Cozzi della Fondazione Benetton. A questo percorso l’artista ha affiancato, dal 2012, lo sviluppo della propria ricerca artistica esibendo i suoi lavori per la prima volta nel 2014. La sua pratica non si concentra su un unico medium, ma varia a seconda del progetto utilizzando prevalentemente fotografia, collage, scrittura e tessuti. È affascinata dagli aspetti psicologici delle strutture simboliche e rituali sedimentate nella nostra cultura e all’indagine di come questi agiscano nella nostra relazione con la memoria, con la natura e con i manufatti di cui ci circondiamo.
Federica Gonnelli nasce a Firenze nel 1981, dove frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti specializzandosi in arti visive/pittura. Vive e lavora tra Firenze e Prato: situazione di confine che ha caratterizzato il suo percorso personale e artistico nei materiali e nei temi. La sua ricerca è volta al superamento dei confini. Il confine è un protagonista costante della sua ricerca, attuata mediante l’utilizzo del velo d’organza, membrana che mette in comunicazione le varie parti donando un’identità sempre diversa, attraverso le immagini che su di esso sono realizzate, ma che allo stesso tempo impone uno slancio agli osservatori che vogliono scoprire cosa si cela dietro. La rappresentazione deve lasciarsi attraversare. Dal 2003 ha iniziato a partecipare a mostre collettive, concorsi, simposi e a realizzare mostre personali sia in Italia che all’estero. Negli ultimi anni ha partecipato a vari workshop e residenze artistiche.
Con il sostegno di Comune di Sansepolcro, Provincia di Arezzo, Fondazione Unipolis, Fondazione Marco Gennaioli Onlus, Piccini Paolo S.p.A. e Banca di Anghiari e Stia - Credito Cooperativo e con il contributo tecnico di Studio Idea+, Impresa Pecorelli S.N.C., Edilgiorni s.r.l., Giraffe Production Labs, Art Sweet Art e La Cornice di Falaschi Serena.
9 - 30 luglio | 1 - 17 settembre
Orari di apertura:
dal giovedì alla domenica dalle 16 alle 20
14 - 22 luglio tutti i giorni anche la mattina dalle 11 alle 13
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